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Tratto dal libro di memorie omonimo di Tony Mendez, ex spia della CIA che prese parte attiva nell'operazione descritta dal film, "Argo", diretto ed interpretato da Ben Affleck e sceneggiato da George Clooney, ha fatto incetta di premi e riconoscimenti non ultimi quelli dell' Academic Award nel febbraio 2013.
Il film si inserisce tra due filoni differenti: da un lato è una pellicola d'azione per il modus operandi dei personaggi, dall'altro appartiene al filone di ricostruzione storica, poiché si occupa di avvenimenti realmente accaduti sia pure in epoca relativamente recente.
L'azione inizia dal sequestro all'interno dell'ambasciata degli Stati Uniti di Teheran di 52 appartenenti al corpo diplomatico da parte di alcuni militanti sostenitori del governo degli ayatollah, evento occorso il 4 novembre 1979 quando lo scià di Persia Reza Pahlavi, tra l'altro gravemente ammalato, è già stato deposto e si è rifugiato all'estero proprio con l'appoggio del governo americano.
Sei membri dell'ambasciata riescono a sfuggire alla cattura e con la connivenza dell'ambasciata canadese si rifugiano nella residenza dell'allora ambasciatore. Urge un piano per riportare illesi i funzionari scampati, che altrimenti rischierebbero la morte senza tra l'altro provocare una grave crisi diplomatica in un momento di notevole impasse internazionale. I servizi segreti USA contattano Tony Mendez al fine di realizzare un piano di fuga. Ispirato dal figlio bambino, fan del filone fantascientifico assai in voga all'epoca, l'agente decide di coinvolgere un make-up artist e un produttore di Hollywood allo scopo di realizzare un finto film di fantascienza come specchietto per le allodole.
La pellicola segue in maniera capillare la genesi e i successivi passi della rischiosa operazione di salvataggio, non mancando di analizzare il profilo psicologico dei funzionari costretti alla forzosa convivenza all'interno dell'abitazione dell'ambasciatore, nonché alcuni aspetti della personalità di Mendez e della sua vita privata (padre separato, affezionato al figlio bambino ma tuttavia rammaricato dalla forzata lontananza). Pur mantenendo una notevole tensione per tutta la storia che raggiunge livelli di cardiopalma sul finale, tenendo fede alla sua principale funzione di pellicola d'azione, la trama vira spesso sull'ironia grazie ai due ottimi caratteristi, John Goodman e Alan Arkin.
La ricostruzione storica è valida e non presenta sbavature anacronistiche, come assai spesso si incontrano quando si intende realizzare un film in gergo definito "in costume", e anzi punta molto sulla cura dei particolari. Forse un difetto potrebbe essere un certo manicheismo che porta comunque a dipingere come buoni gli occidentali e a vedere sporchi e cattivi gli iraniani, ma il compromesso per piacere a Hollywood è consentito, malgrado abbia costituito pietra d'inciampo nelle relazioni con l'Iran, da oltre trent'anni sul filo del rasoio.
Ottima l'interpretazione di Affleck, non solo bello ma decisamente bravo, anche se l'Oscar come migliore interprete è purtroppo sfumato. L'attore, epigono di Clooney, con questa pellicola ha unito il cinema d'impegno allo show-business, riuscendo a creare un intelligente mix che sicuramente col tempo potrebbe essere utilizzato come documento nelle ricostruzioni relative alla crisi Iran-Usa dopo il rapimento dei diplomatici americani.
Da vedere.
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Recensione a cura di peucezia - aggiornata al 09/05/2013 17.10.00
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