Voto Visitatori: | 8,85 / 10 (192 voti) | Grafico | |
Voto Recensore: | 10,00 / 10 | ||
La storia è estremamente lineare: un gruppo di "Freaks", uomini e donne affetti dalle più incredibili malformazioni, sono la principale attrazione di un circo. Uno di loro, il nano Hans, diviene preda delle avide mire della bellissima acrobata Cleopatra, che lo convince a sposarla con l'intenzione di ucciderlo e di appropriarsi delle sue fortune, per poi dividerle con l'amante Ercole. Scoperto l'imbroglio, la vendetta di Hans e dei suoi amici sarà terribile.
Partendo da questi presupposti, Browning dà vita ad un film assolutamente inquietante nel suo incedere inesorabilmente diretto verso la tragedia, che vede per protagonisti autentici Freaks: nani, uomini-torso, donne barbute, uomini-scheletro, ermafroditi, gemelle siamesi. Browning li osserva con sguardo gelido, freddo, quasi documentaristico, mostrandone la quotidianità piuttosto che i risvolti ridicoli, macchiettistici o grotteschi: il circo resta infatti solo sullo sfondo, ed i protagonisti non sono mai mostrati in scena. Il quadro così dipinto diventa quindi un acquerello sulla diversità e sulla sua relatività.
Il mondo dei Freaks e quello dei "normali" sono rappresentati come comparti stagni con scarse possibilità di interazione, salvo che per poche eccezioni rappresentate dagli unici personaggi veramente positivi della pellicola: Madame Tetrallini (tenerissima la scena nel bosco che la vede protagonista, e che racchiude il vero messaggio del regista), Venere e Fruso il clown.
I Freaks sono estremamente solidali tra loro e si spalleggiano l'un l'altro, accomunati dalla stessa identità di "diversi", che li rende paradossalmente paritari. I "normali", d'altro canto, sono disuniti ed individualisti, e disprezzano sia i "diversi" che chi prova compassione per loro. Emblematiche in tal senso sia le battute di scherno rivolte a Madame Tetrallini da due circensi, sia quelle rivolte ad Ercole per il solo fatto di essere stato oggetto di uno sguardo da parte dell'ermafrodita Josephine/Joseph.
Questa dicotomia è ben rappresentata dal raffronto continuo tra i crudeli ed avidi Ercole e Cleopatra, la forza che circuisce e sottomette e la bellezza che ammalia e seduce, e gli ingenui e disarmati Hans e Frida, sbeffeggiati e derisi continuamente dai primi.
Questa prospettiva, che trova la sua massima espressione nel confronto tra Cleopatra e Frida, subisce un brusco ribaltamento con la scena del matrimonio tra Hans e Cleopatra, in cui i Freaks, immersi nel proprio ambiente, assumono il ruolo dei "normali", mentre la "diversa" è proprio Cleopatra, accerchiata da quegli esseri che disprezza e visibilmente frastornata.
Proprio il matrimonio la chiave di volta del film: la nenia ripetuta in continuazione dai commensali è profonda ed inquietante ("Ti accettiamo! Sei una di noi!") e spiazza lo spettatore, smuovendo in lui un malcelato senso di repulsione che mette in discussione l'identificazione compassionevole con i Freaks.
Di lì in poi il film, ed assieme a lui la morale e la coscienza dello spettatore, precipita sempre più rapidamente verso gli abissi, con una serie di eventi che preparano alla vendetta di Hans e compagni, ennesimo cambio di prospettiva: le immagini dei Freaks che strisciano nel fango lenti ma inesorabili verso Cleopatra ed Ercole è un pugno allo stomaco che spiazza e disturba; e la vendetta messa in atto è atroce quanto l'offesa che Hans stava per subire.
Freaks stordisce ed inquieta ancora oggi, a settant'anni di distanza, e non stupisce che alla sua uscita nel 1932 fu oggetto di innumerevoli critiche e fallì al botteghino, segnando la fine della carriera di Browning. La produzione impose al regista pesanti tagli sul copione originale perché ne fosse permessa la distribuzione nelle sale: tra le scene eliminate figura quella della fine di Ercole, che in originale veniva trasformato in un castrato obeso.
In definitiva, un capolavoro assoluto, che costringe lo spettatore ad un ruolo attivo di immedesimazione per poi sbattergli in faccia le proprie insicurezze, ipocrisie e contraddizioni. Un viaggio interiore non senza conseguenze, ma che non ci si può esimere dal fare, per amore del cinema e della vita. In tutte le sue manifestazioni.
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Recensione a cura di Jellybelly - aggiornata al 18/05/2006
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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