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Tra i comici televisivi degli ultimi anni, Aldo Giovanni e Giacomo sono stati gli unici a capire che il cinema ha un ritmo ed un linguaggio diverso dal teatro e dalla tv e sono riusciti a fare dei veri film, più o meno riusciti, ma da veri amanti e professionisti del cinema (si sprecano nei loro film le citazioni e gli omaggi) sempre con rispetto per se stessi e per gli spettatori.
"Il cosmo sul comò" è un film di quattro episodi più uno che fa da contenitore: nel primo corto, "Milano Beach", le famiglie di tre amici preparano la partenza per le vacanze estive con esiti alterni e inaspettati; nel secondo, "L'autobus del peccato", un prete deve gestire la varia umanità dei suoi parrocchiani e del suo meschino sagrestano; nel terzo corto, "Falsi prigionieri", in una sala colma di ritratti, i personaggi dei quadri prendono vita e tentano di fuggire la loro prigione in cornice; nell'ultimo corto, "Temperatura basale", una coppia le prova tutte per concepire un figlio che non vuole arrivare. A fare da cornice, il maestro Tsu-Nam e i suoi indisciplinati allievi cercano l'illuminazione nel lontano oriente.
"Il cosmo sul comò", va detto, ha molti difetti, e risulta nel complesso inferiore almeno ai primi tre film del trio, ma non manca di inventiva e coraggio. I vari corti non sono tutti dello stesso livello, ma soprattutto la storia "contenitore" dei monaci zen è abbastanza inutile all'economia del film e fuori luogo, con gag già viste sotto altre forme in lavori precedenti. Prendendo separatamente i quattro corti reali, invece, per ognuno va fatto un discorso a parte.
Il primo, "Milano Beach" sembra un omaggio ai film degli anni sessanta ma soffre della poca interazione tra i tre, e fa ridere solo (ma parecchio) nella sequenza di Aldo con la macchina e la suocera. Giovanni che fa il padre pignolo all'inverosimile arriva circa trent'anni dopo il geniale Furio di Verdone, e quindi annoia un po'; Giacomino quasi non pervenuto.
Il secondo corto, "L'autobus del peccato", ha la trama più articolata, e Aldo, Giovanni&Giacomo si cimentano in caratterizzazioni meno scontate, con un curioso, interessante risultato: sembrano attori e non un trio comico. Si ride poco, ma non c'è male.
Il terzo corto, "Falsi prigionieri", è il più sperimentale dal punto di vista tecnico e di contenuto, ambientato in una sala piena di dipinti i cui personaggi si animano e tentano di sfuggire alle loro cornici e pose. Dall'iniziale citazione di "Harry Potter" in poi, quantomeno si apprezza la voglia di fare qualcosa di diverso e anche visivamente i risultati sono interessanti. Da sottolineare che la regia è di Marcello Cesena e si vede decisamente una mano esperta e creativa che valorizza gli scenari e le idee dei tre, mettendoci forse anche qualcosa in più che non guasta affatto.
Il quarto e ultimo corto, "Temperatura Basale", è il più "classico" in quanto ad ambientazioni, ruoli e atmosfere e, non a caso, il più riuscito, quello in cui comunque si ritrovano gli Aldo Giovanni e Giacomo che funzionano meglio tra loro e con il pubblico, riprendendo tanti dei marchi di fabbrica che li hanno resi popolari, dalla passione per l'Inter alla continua presa in gira ora dell'uno ora dell'altro da parte degli altri due. Meravigliosa come sempre Angela Finocchiaro, stavolta nel ruolo della dottoressa algida e antipatica che aiuta Giacomino e sua moglie (Sara D'Amario) a concepire un figlio. L'ultima scena con il cassonetto è inquietante, i tre invecchiando si sono un po' incattiviti e non è detto che sia un male.
Ultima cosa, il titolo. Un giochetto di parole un po' sciocco e fuori contesto; si poteva fare di meglio, anche perchè nel film tutto sembra tranne che "il cosmo" sia a portata di mano.
Insomma, non tutto è perduto, cartucce da sparare ce ne sono ancora, anche se i livelli dei primi tre film ormai sembrano inarrivabili; peccato, perchè sembrava di aver trovato qualche comico in grado di reggere al cinema per molto tempo, come il primo Verdone, ad esempio. In mancanza di altro, comunque, ci si può accontentare, eccome.
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Recensione a cura di JackR - aggiornata al 27/01/2009
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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