Voto Visitatori: | 5,08 / 10 (81 voti) | Grafico | |
Voto Recensore: | 5,50 / 10 | ||
Il romanzo omonimo di Sophie Kinsella, uscito qualche anno fa, è diventato un successo planetario, rendendo ricca e famosa l'anonima giornalista britannica che con il suo vero nome aveva precedentemente provato ad affermarsi nel campo della letteratura commerciale, ma ahimé senza successo…
Le comiche avventure della buffa Rebecca Bloomwood, affetta da shopping compulsivo, aveva toccato il cuore di molti, che si erano identificati con lei.
A distanza di anni dall'uscita di questo fortunato volume e dei suoi sequels, il regista USA P.J. Fisher traspone sullo schermo le avventure della folle compratrice Rebecca, ma attenzione! Solo titolo e nomi dei protagonisti corrispondono ai romanzi della Kinsella.
Ebbene sì, a partire dall'ambientazione tutto prende una piega diversa: tanto per cominciare, la protagonista vive a New York e non a Londra; a differenza poi della Bex inglese non è di origine alto borghese con genitori altrettanto fanatici, bensì appartenente alla low middle class americana e quindi tanto è mignoluta e decisa a essere sempre trendy, altrettanto di basso profilo sono i suoi goffi quanto affettuosissimi genitori; il futuro principe azzurro Luke Brandon non è un rampollo di alta dinastia deciso a scalare da solo la vetta del sogno americano come nel film, bensì un impiegato inglese di alto livello; e così via, tanto da far avere una crisi di identità a chi il libro della Kinsella lo ha letto, ridendo, e va al cinema con l'idea di ritrovare i suoi personaggi, e non dei millantatori che ne portano solo il nome ma non il loro carattere.
"I love shopping" si trasforma quindi in una insulsa commediola a tratti anche decisamente noiosetta, poggiata sulla simpatia della protagonista la rossa Isla Fisher - apparentata con Sasha Cohen - e su qualche attore di grido, da Joan Cusack a John Goodman, ma decisamente confusa e stravolta.
Lo humour inglese che ironizza continuamente su questa giovanotta goffa e ignorantella e sulle sue manie di acquisto è depredato dal tipico American style di peggior lega, con dosi glicemiche di melassa buonista e un "amoroso" interpretato da un tale Hugh Dancy, belloccio ma decisamente meno espressivo dei manichini parlanti che incantano la protagonista dietro le vetrine.
Se l'intendimento principale dello spettatore è ridere e passare un'ora e mezza in allegria si può dire che il film riesce ad accontentare il pagante pur non raggiungendo la piena sufficienza, ma chi vuole ritrovare l'atmosfera dei romanzi di Sophie Kinsella nella pellicola deve assolutamente astenersi, perché rischia di ritrovarsi deluso.
Decisamente avvantaggiati i cultori delle serie USA di maggior successo, da "Friends" a "Sex and the city": si ritrovano le medesime atmosfere psuedopatinate e il culto per gli abiti griffati e coloratissimi.
Peccato che il mondo sia attraversato da una crisi economica planetaria e che sentirsi dire che l'economia americana è basata sul debito sia uno schiaffo fortissimo: ecco perché sono nei guai, trascinando tutti gli altri con loro.
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Recensione a cura di peucezia - aggiornata al 12/03/2009
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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