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Terzo incomodo del viaggio per il decimo anniversario di fidanzamento tra suo fratello Gary e la fidanzata Mary (Jason Segel e Amy Adams), Walter (muppet animato da Peter Linz) scopre con terrore che i Muppet Studios sono destinati alla demolizione e che l'unico modo per salvarli è che i Muppet ne riacquistino la proprietà con 10 milioni di dollari entro pochi giorni. Rimettere insieme il cast per uno show è però più difficile del previsto: Kermit vive di ricordi nella sua villa a Beverly Hills, mentre gli altri sono sparsi per il mondo, ognuno alle prese con una vita nuova, non sempre di successo. Il tempo stringe, gli imprevisti si moltiplicano, ma il Muppet Show va finalmente in onda, per l'ultima volta...
Una trama molto simile a quella de "I Blues Brothers" è l'occasione (persa?) per il rilancio in grande stile dei Muppet, il cui declino reale in popolarità è sfruttato intelligentemente nel film come motore della storia (anche se questo fatto forse impedisce a chi non ha vissuto gli anni del Muppet Show un'immedesimazione istintiva).
I Muppet sono divisi, i loro Studios in rovina, Miss Piggy vive a Parigi, Gonzo è un industriale di successo e Fozzie lavora a Reno con una scadente tribute band dei Muppet stessi, composta da sosia dei veri Muppet più Dave Grohl dei Foo Fighters...
Intitolato semplicemente "The Muppets", il film di James Bobin è il primo lungometraggio sui personaggi creati da Jim Henson ad arrivare al cinema dai tempi di Muppets From Space, del 1999: da allora, solo direct to video e film televisivi, che hanno accompagnato un lento ma inesorabile calo della popolarità dei Muppet nella cultura popolare.
L'operazione di rilancio è stata fortemente voluta da Jason Segel, che ha sceneggiato il film insieme a Nicholas Stoller, per riportare i Muppet sotto i riflettori e presentarli nuovamente sia al pubblico che li ha dimenticati sia a quello che non li ha mai conosciuti se non come pupazzi nei gift shop dei parchi a tema Disney (anche se l'attrazione in 3D dei Muppet ad Orlando è molto più vicina allo spirito dello show di molti dei film ed è una delle migliori del parco). D'altra parte, è l'ennesima operazione di reboot e sequel a cui non sfugge davvero niente e nessuno.
L'umorismo demenziale dei Muppets è sempre stato in bilico tra genialità, demenza e follia e nel film non mancano momenti memorabili: dalla scelta di avere due fratelli uno umano e uno muppet, a diversi sketch metacinematografici riuscitissimi (come quello dell'uso del montaggio per risparmiare tempo). Questi momenti brillanti sono però diluiti in un film noioso e scontato, che paga probabilmente una confusione a livello di produzione. Non è chiaro quale sia il target del film, se i bambini di adesso o quelli degli anni settanta e si rischia di scontentare entrambe le generazioni.
I numeri musicali sono tutti dimenticabili, in alcuni casi addirittura irritanti e la traduzione italiana non li aiuta affatto. Essendo il film un musical, il problema non è trascurabile. Se si conosce anche solo qualcuna delle canzoni demenziali del Muppets Show, la delusione raddoppia. La stessa traccia "Man or Muppet", premiata con l'Oscar, non lascia davvero il segno, se non per il cameo di Jim Parsons.
Dal punto di vista narrativo, la storia di Gary e Mary si sovrappone senza mai integrarsi a quella di Walter e dello Show, con l'effetto di un reciproco rallentamento disastroso per il ritmo del film. Inoltre, dei personaggi umani, poco approfonditi e non credibili, ci interessa davvero poco (considerando anche quanto scontata sia la storia e quanto male anche una trama banale venga portata a compimento).
Lo show stesso, poi, risulta davvero fiacco. Dovrebbe essere il momento clou del film, il grande ritorno dei Muppets, quello che tutti i fan storici aspettano e che quelli potenziali dovrebbero apprezzare: una nuova puntata del Muppet Show, un tuffo nel passato. Solo che la piscina è vuota. Gli sketch non convincono (nonostante Jack Black, che dovrebbe essere nominato Muppet Ad Honorem) la magia del Muppet Show non si crea mai e l'ultimo numero - decisivo per la storia di Walter e per la trama del film - è quanto di più deludente si possa immaginare. E' come se i Blues Brothers invece di "Everybody Needs Somebody" avessero cantato "Grazie dei Fiori".
Jason Segel è parte del problema. Recita, scrive, canta, ma non riesce mai ad essere convincente come nella serie che lo ha lanciato ("How I Met Your Mother"). Un eccesso di confidenza e dei limiti nella recitazione, peraltro già riscontrati in altre prove ("I Viaggi di Gulliver"), non rendono mai il suo personaggio completamente credibile o la sua storia degna di attenzione. Ci si chiede anche perchè si sia ritagliato un ruolo così importante ma così slegato da qualsivoglia interazione con i veri protagonisti del film.
Metafilm, ma anche film riuscito a metà. E' sempre un piacere rivedere la banda dei Muppets al completo (c'è spazio per tutti), ma forse il cinema, ed in particolare quello di oggi, non è la dimensione ideale per Kermit e gli altri.
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Recensione a cura di JackR - aggiornata al 06/03/2012 17.57.00
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