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David Dutton, sceriffo di una piccola città del Kansas di 1300 abitanti di nome Ogden Marsh, in una tranquilla giornata di inizio primavera è costretto a uccidere per legittima difesa un cittadino della sua contea, entrato abusivamente nel campo di baseball durante la partita della squadra locale, con l'intenzione di fare una strage.
Il ripetersi in diverse circostanze di episodi simili porterà lo sceriffo ad indagare più in profondità sugli strani eventi, scoprendo una relazione tra i resti di un grosso aereo precipitato in una laguna prossima al paese e quanto sta accadendo di tragico nella sua contea.
David, ormai consapevole che l'origine di ciò che sta accadendo è dovuta ad un pericoloso carico di virus dell'aereo, chiude il rubinetto generale dell'acquedotto nella speranza di arginare il contagio, incurante delle eventuali proteste degli imprenditori agricoli; ma ormai è troppo tardi.
Il film, ricco di situazioni ben drammatizzate e di un tema contenutistico realistico, credibile, come la coltivazione virale legata all'ingegneria genetica, brilla rispetto all'originale del 1973 per il suo azzeccato rapporto tra finzione e vita reale del quotidiano, fantasia e abitudini giornaliere di un piccolo paese agricolo americano, un rapporto che impedisce alla fantasia di prendere troppo il largo, consentendo allo spettatore un gioco di identificazione e proiezione su oggetti e situazioni che lo riguardarlo molto da vicino.
Inoltre la figura centrale della coppia dei protagonisti impegnati in un ruolo da eroi del film è riuscita, funziona a meraviglia, perché si cala in un contesto dove nulla è dato per scontato, costringendo i due coniugi, per sfuggire alla morte, a situazioni ad alto rischio, sempre animate da un suspense invidiabile o da tensioni raffigurate in modi nuovi, dove le immagini del pericolo si muovono con un ritmo a incastri sorprendenti, di grande effetto, ben supportate da tecnologie inedite, di avanguardia, che riescono a renderle ancora più credibili perché imitano meglio una realtà che il film si limita solo a montarla in una diversa velocità e sequenza, per stupire e impaurire.
La fantascienza degli anni 2000, braccata da uno sviluppo scientifico senza eguali che porta l'immaginifico a fare i conti con realtà sempre più dimostrabili, di impossibile manipolazione per progetti fantascientifici fantasiosi, ritorna su un terreno più familiare, raccontando storie vicine ai problemi politici e sociali dell'oggi, affabulando quanto basta per sostenere un eroe moderno che cerca la verità, che rischia la vita contro la corruzione politica, i principi più elementari dei diritti umani, lo strapotere di una ragion di stato sempre più oscura e misteriosa che involgarisce il sociale e crea paure di ogni genere.
Il virus di oggi è l'invisibile oggetto causa, di ignota provenienza, presente nell'inconscio di chi detiene effettivamente il potere, che ci ammalia e illude con il gioco mediatico della politica che mostra e nasconde ciò che vuole, rendendoci ciechi e impotenti di fronte a una democrazia sempre più diretta, perché rivolta al singolo, nel mentre si allontana vertiginosamente da ogni reale potere delle soggettività sociali in campo, ormai presenti quest'ultime solo in piazze ignorate dai media, sempre più separate dalla politica.
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Recensione a cura di Giordano Biagio - aggiornata al 27/04/2010
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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