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"Non esiste l'amore perfetto". Con questa frase August (Queen Latifah) cerca di calmare la rabbia di Lily (Dakota Fanning) nei confronti di una madre che voleva abbandonarla. Non c'è un amore perfetto ed è inutile ostinarsi a cercarlo o aspettarlo, perché allo stesso tempo l'amore può declinarsi in tanti modi. Non ha il potere di salvarci da tutti i mali, non può proteggerci sempre, a volte può essere causa stessa di dolore. Ma almeno, circondandosi d'amore, ci si può salvare, si può trovare la forza di ricominciare e andare avanti senza cedere alla rabbia. Come api che cooperano per produrre il miele, così le persone possono sostenersi a vicenda e collaborare.
L'assolata South Carolina degli anni '60 ospita una casa tutta rosa dove tre sorelle di colore producono miele e vivono armoniosamente nella comunità, ma anche l'intolleranza razzista dei bianchi al tempo della legge sui diritti civili che dava finalmente il diritto di voto ai neri. A rompere l'equilibrio arrivano Lily e Rosaleen (Jennifer Hudson), in fuga dalla loro vita ed alla ricerca di una nuova serenità. Lily, tormentata dai sensi di colpa per l'incidente con il quale ha causato anni prima la morte della madre, privata di ogni amore a causa di un padre (Paul Bettany) incapace di darne, spera anche di scoprire la verità sulla madre che ricorda appena. A casa Boatwright riceverà molte soprese, intraprendendo anche il cammino verso il perdono di sé, primo indispensabile passo per andare avanti.
"La vita segreta delle api",tratto dall'omonimo romanzo di Sue Monk Kidd, è ispirato all'atmosfera che si viveva in Georgia negli anni della segregazione razziale. Le tre sorelle, il loro benessere economico ed il loro culto della madonna nera rappresentano la forza e l'orgoglio di un intero popolo, un microsistema matriarcale parallelo a quello americano dominante, perfettamente in grado di autosostenersi, ma anche capace di dare un proprio contributo alla società. La Rosaleen interpretata da Jennifer Hudson compie il suo proprio cammino verso la liberazione, da una vita oppressa dal razzismo ad una dignitosa esistenza come sorella Boatwright "ad honorem", in una comunità dove i neri sono ancora costretti ad entrare al cinema da porte separate e vengono picchiati per strada, ma sono anche accettati da molte persone e stanno cominciando ad elevarsi socialmente (i due protagonisti maschili sono un aspirante avvocato ed un insegnante).
Il gruppo di attrici regala intepretazioni molto intense; la ormai ex-bambina prodigio Dakota Fanning è talvolta impressionante per la sua bravura, in particolare nella scena di confronto finale con il padre, un Paul Bettany trasfigurato, inquietante e commovente. Queen Latifah, lontana dai suoi ruoli sopra le righe scalda il cuore con un personaggio forte e materno, l'ape regina che sostiene e dirige tutto l'alveare.
La visione del film lascia una sensazione forte e positiva; sorretto da una colonna sonora mai invadente ma molto ben architettata, sia nei temi originali che nei brani scelti, è una storia di rinascita e di pacificazione. Il percorso di Lily è attraverso il dolore, che anche nel bozzolo protettivo della casa delle sorelle Boatwright trova il modo di colpire violentissimo; a differenza del passato, però, stavolta Lily sarà capace di superarlo e diventare grande. L'impietoso confronto con il padre T-Ray in fondo, non mostra altro che la differenza tra chi ha avuto la fortuna di avere l'occasione di scegliere tra la rabbia e la voglia di vivere e chi non ha avuto scelta al di fuori del rancore e della solitudine. Insieme a Lily, anche gli spettatori sono condotti da un disprezzo profondo nei confronti di T-Ray ad una compassione finale inaspettata ed incondizionata.
"La vita segreta delle api" è un film denso e dolce, ma non cede mai al facile sentimentalismo o alla retorica; tutti i temi trattati e tutti i personaggi ruotano intorno al bisogno, alla mancanza o alla ricerca dell'amore e a come esso possa guidare la nostra vita anche nei momenti peggiori. Un ottimo film, splendidamente interpretato e diretto con eleganza da Gina Prince-Bythewood che lo ha anche adattato per lo schermo, che merita di essere visto e assaporato.
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Recensione a cura di JackR - aggiornata al 17/04/2009
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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