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Monster è il nomignolo dato a una ruota panoramica dai residenti della cittadina in cui è cresciuta Aileen Wuornos (Charlize Theron), la prima serial killer donna, accusata di aver ucciso 7 uomini e condannata a morte.
La Wuornos prostituta e alcolizzata con un passato difficile, trova finalmente un motivo per continuare la propria esistenza, infatti proprio il giorno in cui decide di farla finita incontra in un bar gay la giovane Selby Wall (Christina Ricci), anch'ella in un periodo difficile della propria vita. Decisa a trovare i soldi per una camera in un motel per il giorno successivo, Aileen si prostituisce tutto il giorno, ma si imbatte nell'ultimo cliente che la tramortisce e la violenta, liberatasi impugna la pistola e lo uccide. Nasconde l'accaduto alla giovane compagna per paura di perderla, tenta in tutti i modi di cambiar vita, smette di prostituirsi ma trova solo porte chiuse davanti a se. Arrivate alla fame Aileen riprende il suo vecchio lavoro, ma stavolta tranne qualche sporadica occasione continua ad uccidere i propri clienti rubandogli soldi e auto, mentre la giovane opportunista compagna passa le giornate nei bar a ubriacarsi e a farsi nuove amicizie. Costretta a dirle la verità la coppia decide di commettere un ultimo "colpo" e con la macchina della vittima, scappare il più lontano possibile e rifarsi una vita. Purtroppo le autorità sono già sulle loro tracce, Aileen mette la giovane compagna su un bus diretto a casa e si ubriaca in un bar in attesa del suo destino.
La pellicola verrà sicuramente ricordata come una stupefacente prova di bravura della Theron, che certo è stata aiutata da un buon trucco, ma che riesce tramite il linguaggio del corpo a interpretare e immedesimarsi bene nel personaggio. Sicuramente è stata aiutata dall'affiancamento della sempre brava Cristina Ricci, che stupisce a ogni interpretazione.
Ho apprezzato certe scelte fatte per la sceneggiatura, come ad esempio il mostrare il meno possibile le vicessitudini del passato della protagonista ma farle raccontare dalla stessa, e l'incentrare tutta la trama sulle due donne, come per sottolineare la solitudine delle stesse.
Mi sono piaciute molto anche le scenografie, fatte di motel trasandati e bar fumosi, senza parlare dell'abbigliamento che rafforza l'interpretazione della Theron, forse più dei quindici chili presi.
Insomma, per finire, si esce dalla sala con una strana sensazione, la regista è sicuramente riuscita a non far sembrare Aileen Wournos né vittima né "mostro", piuttosto la fa apparire come una donna capace di donare tanto amore ma che per una serie di vicende e di scelte si ritrova ingabbiata in una situazione senza uscita.
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Recensione a cura di Logan - aggiornata al 04/05/2004
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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