Voto Visitatori: | 6,21 / 10 (7 voti) | Grafico | |
Grazie al concreto sostegno della film commission pugliese, nel 2014 coprotagonista di molte pellicole nostrane e non, la regista Manuela Tempesta sceglie di ambientare a Monopoli una fiaba moderna, curiosa ed originale, che però, come tutte le fiabe che si rispettino, ha il vizio di essere un po' sospesa sul piano temporale.
I protagonisti, per la maggior parte non autoctoni, riescono molto bene a fingersi indigeni, probabilmente complice un dialogue coach particolarmente ispirato. In particolare Edoardo Leo, finora associato a Roma capitale, sfoggia un accento da fare invidia.
La storia che si rifà all'idea lanciata anni orsono dal britannico "Full Monty" fa simpatia.
L'idea delle casalinghe che si danno alle esibizioni burlesque-style con la loro carica di ingenua imbranataggine è vincente e anche i momenti più "seri" del film, che la protagonista Sabrina Impacciatore riesce a rendere abilmente, passando dal tono faceto a quello semi drammatico, si sposano bene all'interno della vicenda.
Poco credibile è la sospensione temporale che fa impegnare non poco lo spettatore nel tentativo di dare una giusta collocazione cronologica alla trama.
Gli abiti dei protagonisti, tralasciando quelli di Mimì La petite (Impacciatore) volutamente esagerati, sono a metà tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta, ma ciò che lascia perplessi è l'indulgere nel centro storico e in particolare in determinate zone della vivace e moderna città di Monopoli, lasciando nello spettatore ignaro l'errata convinzione che la mentalità della cittadina dell'area metropolitana barese sia rimasta confinata ai primi del Novecento; così da creare un maggior contrasto con la figura della giovane collocata politicamente a sinistra (e anche qui la storia sembra guardare nostalgicamente ai circolo del "partito" attivi e frequentati nei paesi fino ai agli anni Ottanta ante caduta del muro ).
Tra uomini all'antica spiazzati da donne fintamente sottomesse e personaggi minori da commedia dell'arte, il film diverte e sembra andare, malgrado mostri i suoi limiti che, con un budget superiore, avrebbero potuto far allargare trama e aspirazioni registiche.
Pellicola minore che si avvale del bel gioco di squadra (dalla goffa Laura Chiatti, che rievoca nelle movenze la "cecata" di Anna Marchesini, alla politicizzata Caterina Guzzanti passando per la tenerona Manuela Tempesta cosceneggiatrice).
Poco visto sugli schermi si spera in una nuova vita in altri circuiti.
Commenta la recensione di PANE E BURLESQUE sul forum
Condividi recensione su Facebook
Recensione a cura di peucezia - aggiornata al 09/03/2015 17.03.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
Ordine elenco: Data Media voti Commenti Alfabetico
in sala
archivio