Voto Visitatori: | 8,34 / 10 (133 voti) | Grafico | |
Ho visto da poco questo film coreano: bello, molto particolare.
Si narra della vita di un uomo, ruotando attorno ad un piccolo tempio buddista su un magnifico lago, dalla sua infanzia alla sua maturità passando per le varie stagioni della sua vita.
A caldo percepisco che è un gran bel film, ma che ci sarebbe da scavare molto ancora, per scoprirlo nei significati: ne è carico, e densa è la simbologia messa in scena dal regista coreano Ki-duk Kim. Bisognerebbe sapere un po' di simbologia di queste culture: il significato di porte, serpenti, gatti, galli, ecc...
Ognuno di questi animali contraddistingue ogni stagione, e quindi ogni periodo della vita del protagonista.
Analizzando un po' più approfonditamente, si avverte che gli avvenimenti violenti ricorrono, e sono alla base dei grandi cambiamenti di vita del protagonista (anche all'ultimo, c'è comunque una violenza su se stesso per poi crescere ed elevarsi più in alto al punto in cui spaziava con lo sguardo da bambino). Tutto questo fa pensare. Sopratutto perchè inserito in un contesto di estrema pace e natura. In questo concetto di violenza alla base di cambiamenti evolutivi, e forse per altri concetti, "2001 Odissea nello spazio" di Kubrick e questo film "PRIMAVERA, ESTATE, AUTUNNO, INVERNO... E ANCORA PRIMAVERA", cercano di comunicare concetti simili? Entrambi analizzano il percorso dell'uomo, questo è indubbio.
Fotografia e scenari bellissimi.
Qualcuno potrà trovarlo lento... certo non è il filmone americano sulle catastrofi biologiche o su battaglie epiche di improbabili greci biondoni.
Menomale, è proprio bello per quello, secondo mio modesto avviso: un film fondato sull'immagine vera, studiata e bellissima nei colori (l'autunno su tutti), di pochi ed essenziali dialoghi: non a caso il capitolo più parlato è proprio quando la società mondana arriva al tempio sul lago, mentre l'ultima stagione, con una madre che entra in scena a volto coperto, non ha dialoghi, eppure si segue benissimo.
Quando un film farla soprattutto per immagini e si potrebbe seguire senza ausilio dei dialoghi, credo abbia molto da dire per il cinema.
Con una gran musica che lo sostiene.
Girato senza dare molto spazio ad inquadrature registiche che fanno sentire la presenza della macchina cinema, ma nello stesso tempo non in maniera classica. Le acque del lago sono per la macchina da presa un gioco di specchi molto particolare.
Ki-duk Kim è un amante della profondità di campo nelle sue riprese, e dei cambi di fuoco per sottolineare chi è il protagonista della medesima scena.
Delicate molte sequenze, mi ha colpito particolarmente quella in cui il calmo maestro del ragazzo scrive su un tronchetto con un pennello umido d'acqua (e su un secondo piano c'è il ragazzo ed il lago): le scritte scompaiono dal tronchetto, ma i loro significati restano probabilmente bel presenti nel maestro, che in fondo non "produce" niente, eppure da la sensazione di non stare sprecando il suo tempo a scrivere il "nulla".
Consiglio.
Commenta la recensione di PRIMAVERA, ESTATE, AUTUNNO, INVERNO... E ANCORA PRIMAVERA sul forum
Condividi recensione su Facebook
Recensione a cura di fromlucca - aggiornata al 15/06/2004
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
Ordine elenco: Data Media voti Commenti Alfabetico
in sala
archivio