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Voto Recensore: | 7,50 / 10 | ||
Il metacinema è il cinema che mostra e parla di se stesso, sono i film che descrivono i meccanismi di funzionamento del linguaggio utilizzato. È quel cinema che, consapevole di sé, delle proprie strutture e dei propri stili, dei propri meccanismi produttivi ed economici e della propria storia, decide di scoprire l'inganno, di rivelare il trucco.
Ecco, proprio quello che fa "Scream". Gioiellino semi-cult di Wes Craven, regista che ha dato vita alla saga "Nightmare", "Le colline hanno gli occhi", ma che ha anche deluso la critica statunitense presentando clamorosi flop ("Summer of fear" o il più recente "My soult to take" giusto per fare qualche nome). Innegabilmente però egli è un regista abile ed esperto, che conosce bene il genere horror, lo ama e mostra questa sua passione in "Scream", citando continuamente capisaldi della cinematografia passata, mostrando una certa ammirazione verso Carpenter (Halloween) e omaggiando se stesso con alcuni espedienti narrativi.
Il film parla di un killer che terrorizza la città e si diverte a uccidere violentemente le persone che gli capitano a tiro. Quale occasione può essere migliore di un teen party, dove adolescenti senza cervello e tutto "sesso" si divertono a festeggiare e a guardare film horror, inconsapevoli di ciò che capiterà loro? Un bagno di sangue realizzato attraverso omicidi ricchi di splatter, accompagnati da una visibile violenza psicologica (su tutte la scena del telefono).
Sidney, in un momento difficile dopo la morte della madre (uccisa proprio da "Ghost face", il villain di turno), dovrà affrontare le sue paure e superare i suoi traumi, quando si troverà faccia a faccia con l'assassino. I mass-media poi, capeggiati dalla figura della giornalista Gale Weathers, non faciliteranno la situazione, ossessionati come sono dalla ricerca di sponsor e soldi, che li possano aiutare nella scalata al successo (e qui Craven usa toni satirici volti a denunciare una fetta malata della società, che poco si interessa al bene collettivo e molto a quello individuale).
"Scream" potrebbe essere considerato da alcuni una commedia nera, da altri un thriller leggero e comico e da altri ancora una mera parodia del genere horror. Tutte queste definizioni, che vogliono far rientrare la pellicola in un genere "fisso", sono fuorvianti e sbagliate: perché, nonostante una forte componente di humor, Craven non dimentica mai che il suo è un film horror e come tale deve presentare scene di forte "suspense", salti dalla poltrona tanto "amati" dai teenagers in cerca di qualche sussulto. In questo, il regista ha svolto un lavoro efficace, dissacrando il genere horror con alcune lezioncine sul cinema (chi fa sesso viene sempre ucciso dal "villain", ci dice sapientemente attraverso un dialogo). Lezioni apprezzabili, che mostrano quanto la pellicola si prenda poco sul serio, arrivando a prendere in giro se stessa, ricorrendo a "cliché" stra-abusati (la protagonista stupida che si chiude in macchina con ghost face alle calcagne). Ma c'è di più, "Scream" è accompagnato da una sceneggiatura (quasi) impeccabile, alimentata da continui colpi di scena, senza scadere mai nel comico inopportuno e soprattutto garantendo una visione piacevole e coinvolgente per lo spettatore, andando contro uno dei (pochi) difetti della pellicola: la durata atipica (1 ora e 46 minuti).
Un momento, ma perché sceneggiatura "quasi" impeccabile? Eh sì... lo sarebbe, se solo l'assassino non fosse immortale, tanto da resistere a più coltellate, a percosse e a ferite sanguinose di vario tipo. Un modo poco astuto per rifarsi a mediocri horror home-video (come i sequel di Halloween o Venerdì 13).
Confermando una sapiente abilità registica, la visione di "Scream", seppur piacevole, non risulta del tutto soddisfacente: infatti, spogliato della sua autoreferenzialità e comicità, non si dimostra molto lontano dai risibili teen- slasher anni 90, che hanno avuto un "boom" poi negli anni 2000, con conseguenze tragiche sulla credibilità e bellezza del filone che Craven ha inventato.
Si distingue appunto per le caratteristiche sopraelencate ed è encomiabile per l'originalità e l'innovazione, tuttavia non può che ricevere un giudizio discreto, se non altro se visto nel suo complesso, senza "paragoni" con i suoi compagni di genere.
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Recensione a cura di dubitas - aggiornata al 11/07/2013 16.21.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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