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Terzo film della trilogia dedicata a Sissi di Baviera, (da notare che fu proprio Mariscka a introdurre la doppia "s" al nomignolo di Elisabetta che invece era "Sisi") "Sissi - Destino di un'imperatrice" esce in Europa nel 1958 sempre con il medesimo cast delle due pellicole precedenti.
La storia però ha ormai ben poco della spensieratezza della prima "avventura". Sissi è progressivamente più malinconica e distaccata dalla corte austriaca, passa molto tempo in Ungheria e a causa di una grave malattia è costretta a trasferirsi dapprima in Portogallo e successivamente a Corfù.
Il ruolo della protagonista (Romy Schneider) si amplifica a dismisura, la giovane attrice è presente sulla scena praticamente sempre mentre Bohm, il coprotagonista, è ridotto quasi a comparsa visto che appare ben poco nel corso dell'intera vicenda, quasi oscurato persino dalle storie parallele del simpatico colonnello delle guardie, un dongiovanni da strapazzo che al seguito della giovane imperatrice vive amorini sfortunati con le belle ragazze del luogo.
Un terzo sipario è quello della residenza estiva dei genitori di Sissi, dipinti come una famiglia affettuosa e perfetta, ritratto di ricchi borghesi più che di nobili di casa reale ottocenteschi.
Ancora una volta la realtà storica è poco rispettata in quanto sembra che la cronologia degli avvenimenti abbia subito qualche aggiustamento da parte degli sceneggiatori: Francesco Giuseppe divenne re d'Ungheria solo dopo il 1867 mentre nel film si assiste alla sua incoronazione in epoca precedente. I reali avvenimenti sono edulcorati e si privilegiano invece gli aspetti romantici anche se in questo ultimo film, malgrado la tendenza al lieto fine, sembra che Cenerentola-Sissi si sia bruscamente svegliata dal suo sogno.
I panorami e i sontuosi costumi fanno ancora una volta da padroni e, come in ogni film di Mariscka del ciclo dedicato a Sissi, il finale è all'aperto con una grande partecipazione di comparse. Stavolta lo scenario è piazza San Marco riempita da personaggi in costume e con gli inevitabili colombi che formano il nome dell'amata imperatrice.
Da "operetta" il cenno che viene fatto per la prima volta all'atteggiamento ostile del Regno Lombardo-Veneto nei confronti dell'imperatore austriaco: i nobili che inviano i loro servitori alla Scala, i lusinghieri apprezzamenti sull'imperatrice come anche l'accoglienza favorevole verso la mamma Sissi sminuiscono gli italiani, ridotti a mammoni sciocchi e un po' infantili anche nelle loro giuste rivendicazioni di indipendenza.
Il film si snoda più o meno piacevolmente, con qualche stanchezza quando affronta la malattia della giovane imperatrice. Consigliabile per passare un'ora e mezza di spensieratezza ma impensabile se si vuole avere un autentico ritratto dell'imperatrice austriaca in quanto Mariscka ha lavorato molto di fantasia nei suoi film.
La pellicola resta un esempio della filmografia austriaca, generalmente autoctona e di rara esportazione, e soprattutto lancia definitivamente la talentuosa attrice Romy Schneider - ahi lei – che sarà per sempre legata a quel suo personaggio.
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Recensione a cura di peucezia - aggiornata al 04/03/2009
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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