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MI piacciono molto i drammi carcerari e sono un grande fan di Orange Is The New Black, quindi ero curioso di vedere questa versione Asylum, consapevole che non dovevo avere alte aspettative. Ed invece, magari proprio per questo, la pellicola me la sono goduta: assistiamo alla discesa agli inferi da parte di una ragazza brava ed indifesa (ma dalle sise rifattissime) che in prigione troverà solo nemici e sistemi da combattere. A parer mio la sceneggiatura, nel suo piccolo funziona, magari non tutto collimerà con la realtà...d'altronde per fortuna non so esattamente come è la vita in carcere, quindi molte cose non mi sento di criticarle. Ci sono scene forti e di impatto dove la violenza non viene risparmiata e la recitazione sfiora il credibile. Più qualche stuzzicante scena lesbo che non guasta affatto. Capisco che non è etico dare la sufficienza ad un prodotto della Asylum ma, contando che stavolta si affronta una storia drammatica e non la solita cretinata con gli squali volanti...diamo a Cesare quel che è di Cesare!
Un women In prison al limite del softcore. E' esattamente come lo si immagina: una *******. Storiella stupida e banale di una ragazzina tettona che è vittima di abusi a destra e a manca. Consigliato solo agli amanti del (sotto)genere.
La voglia di spegnere è stata intensa quando sono apparse quelle due paroline sullo schermo. Due semplici parole pesanti però come macigni, che da sempre hanno il potere di dividere i cinefili di tutto il mondo e che racchiudono in loro stesse l'essenza del vuoto, dell'ignoranza e della depravazione artistica... The Asylum. Fortunatamente la protagonista di questa ennesima zozzeria aveva almeno due ottimi argomenti da mettere sul piatto e questo ha fatto sì che continuassi la visione con una certa soddisfazione, senza comunque aspettarmi chissà cosa, riuscendo a non patire troppo la banalità acuta che si portava dietro. JAILBAIT è un film del filone Women In Prison (sottogenere dell'exploitation che ha cambiato pelle più volte nel corso degli anni, diventando una sorta di variante alla pornografia vera e propria), dove le vaccate incoerenti tipiche della casa di produzione americana sono evidenziate, come sempre, con una certa forza, mescolandosi ai generosi nudi di attrici che non sempre dimostrano di avere qualche altro talento nascosto oltre al loro corpo statuario. Inutile quindi soffermarsi sui tanti difetti di questo 17 & LIFE, meglio concentrarsi sui pochi (ma bone) pregi che mette in mostra con nonchalance.