Durata: h 2.40 Nazionalità:
Gran Bretagna1968 Genere: fantascienza
Tratto dal libro "2001: Odissea nello spazio" di Arthur Charles Clarke
Al cinema nel Dicembre 1968
Un'astronave, guidata dal computer Hal 9000, parte in direzione di Giove con a bordo due astronauti e tre scienziati ibernati. Ma durante il viaggio il computer prende coscienza di sé e si ribella, provocando la morte di tutti i passeggeri tranne uno...
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capire questo film? ma stiamo scherzando? l'autore del libro disse che, se per qlc arcano motivo, qlcuno avesse capito il senso del suo romanzo (la sentinalla) allora avrebbe fallito nel suo intento di parlare, senza voler dimostrare, dell'incomunicabilità dell'uomo verso i suoi simili, dio, lo spazio e soprattutto il suo inconscio.
credo che quello che ha spinto kubrick a dirigere questo film non sia stato il fatto che mancava la fantascienza nel suo curriculum, ma per il semplice fatto che stanley era affascinato, forse ossessionato, dall'inconscio, dal viaggio dentro noi stessi. lui, ebreo che non amava gli ebrei, americano mai troppo apprezzato dagli americani, spesso doveva sentirsi oppresso da smarrimenti e chiedersi il perchè del suo mestiere e della sua vita. nel cinema di kubrick c'è molte volte un richiamo a questo mondo interiore... krk douglas non è "interiormente" afflitto e devastato dalla possibilità di dover mandare a morte i suoi uomini per riparare all'errore di altri? (ma la guerra è sempre un errore)
lolita non narra delle vicende interiori di un professore che perde la testa per una ninfetta su un prato?
ho già citato shining (la paura delluomo nero che portiamo dentro), full metal jacket (l'autodistruzione interiore di palla di lardo e dei soldati che vanno al fronte).
arancia meccanica è un tentaivo ironico di controllo di ciò che abbiamo dentro. ma non bastano delle immagini, anche se orrende come stupri e parate di nazisti, per dominare ciò che si agita in noi. barry lindon è ossessionato dalla ricerca della fama, dalla voglia di emrgere.
e nel suo ultimo capolavoro, eyes wide shut, cruise gira tutta la notte (che sembra srotolarsi per una vita intera) in macchina fra *******, orge e negozi in cui si vende carne... umana... un campionario di orrori inconsci che può solleticare tutti, chi più chi meno (il tema del tradimento, del sesso libero, della trasgressione sono presenti in maniera massiccia nel film). e la gelosia di cruise, l'orgoglio ferito / spezzato /divorato non sono una sensazione inconscia?
inizialmente si pensava che le scimmie non avessero una propria coscienza e che agissero d'istinto... non avessero, quindi, il pensiero umanizzato... ma kubrick ci mostra il passaggio dallo stato animale a quello umano ( e non son sicuro che il mondo ci abbia guadagnato, sinceramente:P)
basta un monolito, che racchiude le nostre paure, le nsotre emozioni, le risucchia ( non per niente è nero, impossibile vedere dall'altra parte, è nero, non fa rumore, è una sentinella.. di noi stessi? delle nsotre pulsioni? chissà) per trasformarci in esseri pensanti?
si!
no!
eppure.. con l'arrivo del monolito, ecco il primo atto di violenza della storia dell'umanità.. l'uccisione barbara per conquistare una pozza d'acqua, ben diversa da quella, quasi marginale, accettata, sfuggente, della scimmia aggredita dal leopardo poco prima...
dopo aver ucciso la scimmia / uomo lancia in aria l'osso, in segno di vittoria, di liberazione, e qui c'è una delle sequenze temporali più azzeccate e belle della storia del cinema.
l'osso diventa una nave spaziale che vaga in quell'oblio nero (come il caro monolito) e dentro questa nave spaziale rinchiusi ci sono gli uomini, non più scimmie.. uomini...
e qui, altro rimando al viaggio di omero per lo spazio /mar mediterraneo!
anche 2001 è un film epico, infatti il titolo strizza l'occhio ad omero...
il ritmo è lento, come era stato lento all'inizio del film, per poi accellerare bruscamente dopo che la scimmia aveva scoperto di poter usare l'osso per scopi ben precisi.. e nuovi...
se notate, l'unica uccisione vista, visbile, nel film è quella della scimmia verso l'altra scimmia...
quando hal, l'occhio che spia, che guarda, che non ti lascia un istante , rosso, come il sangue, fa fuori sistematicamete quasi tutti i componenti della missione per giove, non avvertiamo un senso di ribrezzo o di ipaura, semmai di inquietudine pacata... non è un osso ad ucciderci, è un computer che noi abbiamo creato, a cui noi abbiamo dato il potere... il figlio che uccide il padre... complesso di castrazione freudiana rovesciato come un calzino...
hal è la guida che stadentro noi stessi e, come spesso accade, i nsotri punti di riferimento si sgretolano...
hal impazzisce... capisce, diventa pensante, forse è stato il monolito misterioso a dargli quella fiammella di umanità che prima non aveva o che celava dietro un insieme di ingranaggi e di microchip... una spinta, appena accennata, verso la violenza, come la scimmia nel lungo e maestoso prologo...
il duello fra padre efiglio, fra l'astronaura, il ricercatore, colui che pretende dellerisposte e il computer che non può dargliele...
la macchina, l'automa che diventa paranoico, ossessionato dall'idea che gli uomini, i suoi genitori lo vogliano abbandonare... come pollicino o cappuccetto rosso... 2001 è una fiaba che affonda nella filosofia...
le visioni oniriche a cui assistiamo, che ci violentano le iridi, sono un viaggio dentro il punto più nascosto e segreto della nostra intimità...
chissà, se nella scena finale,splendida e terrificante, kubrick non abbia voluto darsi delle risposte...
qual'è stato il mio primo pensiero, quando sono nato? quale sarà l'ultimo? che sensazioni provavo e proverò?
paura? felicità? rassegnazione?
o il nero vuoto di un futuro tutto da decifrare e scoprire'
c'è sempre un punto di partenza... noi vediamo il protagonista da vecchio indicare il monolito che tanto cercava... è stato per quello che ha consumato tutta la sua esistenza? e quel gigantesco feto, sospeso nell'eternità dello spazio...che ci guarda e non sorride... che ci ricorda che anche noi eravamo così, un tempo... forse non siamo ancora nati... forse la vita non è che un passaggio verso qlcosa di indecifrabile (ma io, essendo ateo, non credo alla visione religiosa di un aldilà)... l'alba dell'uomo non è solo per quel gruppo di scimmie, all'inizio del film.. anche noi, alla nascita, viviamo la nostra alba... e così, come vecchiaia e nascista si congiungono... si toccano... anche le scimmie e l'astronaura, grazie al monolito arrivano a sfiorarsi...
dopotutto, quando nasciamo proviamo TUTTI le medesime sensazioni ed emozioni...
ecco cosa penso io di uno dei film che ha rivoluzionato l'era moderna del cinema... le riflessioni possono essere cannate in pieno, ma sono mie, spero non me ne vogliate!!