a hole in my heart regia di Lukas Moodysson Svezia, Danimarca 2004
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a hole in my heart (2004)

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locandina del film A HOLE IN MY HEART

Titolo Originale: ETT HAL I MITT HJARTA

RegiaLukas Moodysson

InterpretiThorsten Flinck, Björn Almroth, Sanna Bråding, Goran Marjanovic

Durata: h 1.38
NazionalitàSvezia, Danimarca 2004
Generedrammatico
Al cinema nel Marzo 2004

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Trama del film A hole in my heart

Rickard usa il suo ripugnante appartamento per girare dei film porno. Rinchiuso nella sua stanza, il figlio ascolta della musica a tutto volume per non sentire i gemiti degli attori, anche se talvolta la curiosità lo spinge a spiare delle scene. Quando beve, Rickard diventa inquietante e pericoloso, soprattutto quando è in compagnia dei suoi attori preferiti, alcolizzati quanto lui.

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Voto Visitatori:   7,40 / 10 (5 voti)7,40Grafico
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Voti e commenti su A hole in my heart, 5 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  22/03/2017 10:45:38
   6 / 10
Il buco nel cuore del titolo è la ferita che si porta dietro il poker di protagonisti della pellicola. Reclusi in quattro mura vivono in maniera sordida ed alienata, ripresi senza alcuna logica narrativa da Lukas Moodyson, il quale sorprende in maniera clamorosa allontanandosi di moltissimo dai suoi precedenti lavori come l'ottimo "Lilja 4-ever" e l'amato ma a mio parere pessimo "Fucking Amal".
Scelta coraggiosa e un po' folle quella del filmaker svedese, a cavallo tra sperimentazione e fake shockumetary. Come scenografia un ambiente degradato rispecchiante il disagio totale; caos e luridume ad attorniare un padre vedovo dal passato dolorosissimo, un figlio che nelle tenebre trova rifugio da un mondo al quale è incapace di allinearsi, un amico di famiglia con i giorni contanti e un'aspirante pornostar alla ricerca della fama in barba ad una vita non troppo generosa.
Girano film hard per diletto, per annullare quel dolore e quelle ansie che li torturano da mattina a sera: c'è chi nel sesso sfoga le proprie frustrazioni, chi invece spera di vedere la luce tramite esso.
Il racconto procede in maniera destrutturata, le sequenze non rispettano alcun ordine cronologico e spesso tornano come vittime di un circolo vizioso. A tratti appare palese l'improvvisazione degli attori, lasciati esprimere a ruota libera. Moodysson li costringe in un inferno domestico dove cerca di coglierne il malessere attraverso sequenze non proprio all'acqua di rose tra scene di sesso, nudi integrali, vomito, sex toys, droghe, labioplastiche e tante altre cosine non adatte ai facilmente impressionabili.
Alle fine però più che il disgusto, la pietà o il desiderio di scavare andando a far propri i significati di tale perverso show passa solo tanta noia, con il senso di minaccia mai concretizzato.
Sembra che Moodysson cerchi il colpo destabilizzante in maniera troppo gratuita, ma solo con l'orgia di cibo riesce a creare qualcosa di realmente nauseante ma degno di riflessione. Il gozzovigliare irrefrenabile, con umiliazioni e follia a seguire, è emblema di un' ostentazione dei sentimenti deviata e perversa, regolata da istinti sostenuti da buchi destinati a tramutarsi in voragini.

Tango71  @  13/07/2015 00:47:19
   9 / 10
Il film rappresenta un commento squallido e inflessibile su una varietà di argomenti delicati: l'industria della pornografia e rappresentazione delle donne oggetto nei media, l'esaltazione della violenza, la trasformazione nella società contemporanea del corpo umano in merce, l'influenza di una tragedia precoce e gli abusi sul resto della vita delle persone, l'impatto dei media sul percorso della vita degli individui e l'esaltazione della superficialità. Un'esperienza volutamente repellente e triste.

Ciaby  @  24/08/2012 12:13:53
   9 / 10
Film incredibile, sostenitore di un cinema libero, al limite dell'improvvisazione, dello sfogo, dell'esorcismo da un mondo triste e malato. Moodysson supera se stesso in quello che sembra un atto liberatorio, una catarsi mistica violenta, che distrugge, ricompone, sconvolge.

Si parlava di un'assenza di trama. In realtà la trama del film sono i suoi personaggi e i rapporti conflittuali tra loro. Il figlio, quello che può apparire più strano, è in realtà il più normale, perchè l'unico a conservare emozioni umane. Nel finale, poi, con un ribaltamento totale tra padre e figlio, si palesa questo conflitto.

Sanna Brading è straordinaria nel suo ruolo e sembra quasi che interpreti se stessa: il suo è un personaggio potente, che si nasconde dietro il volto del desiderio sessuale, per sconfiggere un vuoto che la uccide lentamente, portandola a desiderare o un abbraccio, o la morte.
Meno interessante il personaggio dell'attore, desiderio del padre/regista e trafitto da un cancro, ma non per questo non complesso: è un personaggio che sfodera la sua superficialità per nascondere il dolore e il terrore della fine.

Film che va letto oltre la provocazione, per niente gratuito, conciso, persino essenziale. Da vedere.

2 risposte al commento
Ultima risposta 24/08/2012 15.23.16
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Invia una mail all'autore del commento INAMOTO89  @  16/09/2011 01:16:03
   8 / 10
COntroverso e agghiacciante lungometraggio di Moodysson che taglia completamente i ponti col passato x dedicarsi alla sperimentazione visiva, bisogna ammettere con effetti sbalorditivi.
Il lavoro che ne scaturisce è una mazzata sui denti di proporzioni esagerate, raramente un film è mai riuscito a mettere cosi a nudo le voragini che ogni essere umano si porta dentro ( appunto i buchi nel cuore del titolo) , voragini che qui i protagonisti provano a chiudere con l'utilizzo del sesso con la messa in scena di un porno casalingo squallido,simbolo della totale mercificazione del corpo e del degrado mentale ,sociale e interiore di tutti i personaggi.
Abbiamo TEss, l'arrapante *******lla tutta rifatta dalla testa alla vulva,che piange perche' non è stata presa al grande fratello ma poi beve piscio e mangia vomito come se fossero caramelle, richard,alcolizzato vedovo padre di famiglia irresponsabile e traumatizzato dallo stupro subito da parte del padre in tenera eta' , geko , il sosia tunisino di vin diesel con problemi famigliari e infine il figlio di Rickard (eric) , un incrocio fra burzum e rosi bindi con una grave menomazione alla mano che trascorre giornate intere chiuso nella sua camera ad allevare vermi e ad ascoltare musica elettronica : odia il padre e ha spiccate tendenze suicide.
Il figlio di Rikard , nonostante sia il + ''freak'' dei 4 è anche quello piu'sensibile e di conseguenza quello che soffre di piu' : mentre gli altri 3 cercano sfoghi illusori nel porno , eric è gia' rassegnato alla sua condizione, non lotta neppure per cambiare la sua vita perche' sa' gia' che è destinato a soffrire...tanto vale veder scorrere i giorni dal buio della sua cameretta sognando di uccidere il padre, il quale cerca ( a modo suo) di coinvolgere il figlio in qualche attivita' ma senza risultati.
Ma per nessuno dei 4 cè speranza di uscire dal buio delle loro misere vite,moodysson è spietato e ci mostra senza filtri, senza moralismi di nessun tipo che la vita è sofferenza dalla quale non si scappa senza portarsi dentro ferite impossibili da rimarginare....

Un film di difficilissima comprensione e interpretazione ( anche xke' incredibilmente l'italiano è una delle poche lingue in cuii non è stato sottotitolato, quindi non sono riuscito a seguire tutti i dialoghi perfettamente) ma che merita sicuramente una visione.
Solo x chi ha la forza ( e lo stomaco) di sopportare simili livelli di degradazione umana

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento goat  @  30/06/2009 11:27:16
   5 / 10
trama: 4 persone in un appartamento. ragazzo, ragazza, padre e figlio. i primi 3 girano un porno amatoriale, mentre il figlio (uno un po' per le sue, mica tanto a posto col cervello) sta in camera sua ad ascoltare rumori elettronici nelle cuffie e a mostrarci i suoi animali domestici: vermi di terra.
fine trama.
tendenzialmente io apprezzo i film sperimentali, con la storia che riveste un ruolo di secondo piano, ma qui moodysson è andato davvero oltre.
durante le riprese dava agli attori indicazioni del tipo 'non recitare, sii te stesso', e leggenda vuole che abbandonasse a ripetizione il set lasciando i protagonisti a loro stessi, o che intere pagine di sceneggiatura constassero di una sola parola, giusto a titolo indicativo.
poi, per carità, se uno vuole ci può leggere un sacco di messaggi e metafore (lo svilimento della figura femminile in televisione, l'avidità del mondo occidentale, il sesso e la pornografia ormai onnipresenti in ogni ambito della vita), ma il repertorio di immagini pesantissimo, volgare e violento a me suona tanto di gratuito.
non è necessario far bere la pipì a una donna per rappresentare la sua degradazione, si possono trovare modi alternativi.
a dirla tutta ci sono momenti a loro modo poetici, immagini che hanno la forza di entrarti nel cervello, qualche buon dialogo, ma l'impressione generale è che moodysson a 'sto giro abbia pisciato fuori dal vaso, o più semplicemente si faccia di mdma.

4 risposte al commento
Ultima risposta 15/09/2011 02.32.19
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