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Anche "Rosemary's Baby" ha un suo prequel dopo più di cinquant'anni, stessa operazione fatta con "Omen - L'Origine del Presagio". Il film di Roman Polanski del 1968 è considerato una pietra miliare del cinema per la tensione psicologica che si viene a creare trattando un tema particolare come quello del "satanismo", che aprirà gli spiragli per altre pellicole fondamentali quali "L'Esorcista" di Friedkin del 1973 ed appunto "Il Presagio" di Richard Donner del 1976. "Apartment 7A", che prende il titolo dall'appartamento della coppia di diabolici anziani "Castevet" protagonisti anche del prequel , mantiene l'atmosfera malsana e luciferina del capostipite, con alcuni jumpscares ad effetto e per niente invasivi. Julia Garner nel ruolo di "Terry Gionoffrio" è brava ad addossarsi tutto il peso del film, una irriconoscibile Dianne Wiest e Kevin McNally, noto come "Gibbs" il fedele primo ufficiale di "Jack Sparrow", non fanno rimpiangere la coppia Gordon-Blackmer dell'originale. La sequenza dello stupro coreografato come un balletto e la danza finale sulle note di "Be My Baby", le sequenze che più mi sono rimaste impresse. Ultima scena da collante con il film di Polanski, con la polizia che interroga la coppia che era interpretata da Mia Farrow e John Cassavetes, sotto lo sguardo compiaciuto dei "Castevet". Discreto.