Rowland S. Howard, icona dell’underground musicale degli anni ’80 e oltre, martoriato da una sensibilità devastante, fu un autore e chitarrista eccezionale la cui chitarra, come viene ricordato in questo documentario, non piangeva gentilmente come quella di George Harrison, ma agonizzava con una violenza fisica, dando forma ad uno stile unico e favoloso che lo rispecchiava, somigliante allo stridere di un freno a mano che cerca di rallentare la discesa inesorabile verso le pene che inevitabilmente lo attendevano alla fine della spirale del suo stesso dna.
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