Il sedicenne Rocky Dennis è affetto da leontiasi, una mostruosa deformazione del cranio, ma è dotato di intelligenza vivace e di molta saggezza; più di sua madre, che si è rifugiata nella droga e conduce un'esistenza non certo esemplare. Ma il loro rapporto è fecondo, così come quello con la "vivace" banda dei loro amici. La sorte di Rocky, però, è segnata.
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Tenero e piuttosto toccante questo piccolo gioiellino sconosciuto di Bogdanovich. Tecnicamente non fa urlare al capolavoro, ma non si può certo dire che le tematiche trattate non lascino riflettere, soprattutto se si pensa che il film è tratto da una storia vera (sebbene, credo per una scelta cinematografica, la trama del film sia un un po' travisata rispetto a quella che fu la reale storia di Rocky Dennis) Nel complesso, la visione risulta molto scorrevole, più sofferta solamente nei (pochi) tratti in cui viene approfondita la realtà della malattia. Ammirevole vedere il modo in cui, nonostante le mille difficoltà e le disgrazie che il destino gli ha riservato, il piccolo protagonista affronta la vita di tutti i giorni senza mai smettere di pensare e sognare come un qualsiasi altro ragazzo della sua età.
Ottima l'interpretazione di Cher, che dimostra una naturalezza d'altri tempi nell'interpretare il ruolo di una madre confusa, disperata e distrutta dai sensi di colpa di una vita troppo instabile ma con un sempre incondizionato amore per il figlio. Bravo anche Sam Elliott nei panni del rude biker dal cuore tenero (ruolo che riprenderà qualche anno dopo, in modo un po' diverso, nell'action "Il duro del Road House") Magnifiche come sempre le musiche patriottiche del Boss.