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Sorpreso dalla media voti cosi alta ho deciso di dare l'ennesima chanche ad un autore che ritengo molto sopravvalutato e che in carriera ha indovinato un solo film, forse due.
Dopo aver visto questo "Dogman" il mio pensiero resta lo stesso anche se sicuramente troviamo passi avanti rispetto alle ultime boiate cosmiche.
Punto a favore è il magnetismo che offre il suo protagonista, bravo e coinvolgente a raccontare storie banali che vengono rese avvincenti dal suo sguardo. Tolto questo resta ben poco, tranne se siete amanti dei quattozampe, in quel caso adorerete tutte le fesserie proposte chiedendo al vostro cane di diventare un super eroe.
In pratica si tratta di un film a episodi piu' o meno riusciti dove ci sono gli stessi gangster e cattivi di "Nikita" tanto per intenderci ma il fatto di portare sullo schermo tanti cani simpatici porta il regista ad eliminare qualsiasi scena di violenza. Perfino il colpo di fucile che paralizza il protagonista appare bizzarro e ridicolo per farlo passare per buono ad un pubblico di ragazzini.
Il finale puo' anche essere suggestivo ma è un concentrato di autocompiacimento registico che lascia il tempo che trova, troppo spettacolare...quasi come i cani che organizzano la fuga da un carcere di minima sicurezza con un solo poliziotto di guardia...manco nel Far West accadeva... o forsi li si.
"Può valere 4 o 9": m'anche 3 e ½ come su Metacritic. Origin story dell'antieroe di turno con giochi di parole fra underdog, dog, god, doug e drag, inizia da un fatto di cronaca e si sbraca in un cinecomic "rozzo e sensazionalista" (Lorenzo Ciofani), immancabile l'effetto Hachiko come già nell'incipit della saga John Wick. Se la genesi dei più o meno cattivi continua ad attrarre, forse è perché nessuno sa che la genealogia del negativo è già stata completata da Ricœur e dal primo Greenaway.
POSSIBILI SPOILER La prima parte mi stava prendendo anche abbastanza bene, tutto sommato. Certo, la struttura narrativa a flashback non è particolarmente originale, così come alcune trovate piuttosto risapute (l'amore impossibile non corrisposto, il riscatto attraverso l'arte…) ed è inoltre funestato da un enorme svarione di sceneggiatura che non trova giustificazione alcuna nel prosieguo della pellicola
Perché la madre di Douglas una volta fuggita dalla casa degli orrori non fa una telefonata alla polizia per salvare il figlio? Non vi è un motivo valido al mondo se non quello di non far finire il film dopo 20 minuti.
Detto ciò, la bravura di Caleb Landry Jones nel delineare il proprio personaggio è tale che riesce comunque a tenere alto l'interesse e a creare una certa curiosità di conoscere la piega che la storia andrà poi a prendere. Piega che però inizia a diventare molto brutta quando il protagonista scopre di aver misteriosamente acquisito i poteri del dottor Dolittle e li usa per mettersi a capo della banda criminale più sgangherata della storia. La deriva che ne consegue è marcatamente cartoonesca, zeppa di azioni degne di un film Disney (le rapine nelle ville…c'è un motivo per cui i cani non vengono rilevati dai sistemi di allarme?), personaggi improponibili (l'assicuratore criminale) e rese dei conti risibili ed esangui, con tutta la violenza (che avrebbe potuto essere l'unica parte interessante dal punto di vista grafico) sempre relegata fuori campo, fino ad arrivare ad un finale cristologico forzatissimo, a mio avviso giustificato soltanto dalla volontà del regista di fare la suggestiva inquadratura finale dall'alto, probabilmente a mezzo drone. Da Besson non mi aspettavo uno spaccato realistico e senza fronzoli sul riscatto sociale di un reietto, ma una svolta così avulsa da ogni minimo barlume di credibilità mi ha lasciato decisamente interdetto. Non essendo fra l'altro un gran cinofilo non sono riuscito ad apprezzare particolarmente le performances canine, come molti avranno sicuramente fatto. Il protagonista (umano), come già detto, è molto bravo e fino ad un certo punto riesce a tenere in piedi la baracca, regalando fra l'altro un paio di exploit canori en travesti memorabili (Edith Piaf, Marlene…), poi però anche lui deve gettare la spugna di fronte a questo coacervo di buffonerie assortite. Che il target di età di riferimento sia più basso di quello che potrebbe sembrare?