duello nel pacifico regia di John Boorman USA 1968
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duello nel pacifico (1968)

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locandina del film DUELLO NEL PACIFICO

Titolo Originale: HELL IN THE PACIFIC

RegiaJohn Boorman

InterpretiLee Marvin, Toshiro Mifune

Durata: h 01:45
NazionalitàUSA 1968
Genereguerra
Al cinema nel Novembre 1968

•  Altri film di John Boorman

Trama del film Duello nel pacifico

Nel corso del secondo conflitto mondiale, un pilota americano e un ufficiale giapponese dispersi si trovano a convivere su un'isola deserta. Danno inizio a una guerra personale, ma poi collaborano a organizzare la fuga. Ormai quasi amici, giungono a un'altra isola; in un deposito abbandonato trovano materiale nipponico e statunitense. Riprendendo coscienza della rispettiva nazionalità, si separano bruscamente.

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Voto Visitatori:   8,11 / 10 (22 voti)8,11Grafico
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Voti e commenti su Duello nel pacifico, 22 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Filman  @  20/09/2023 15:54:22
   7½ / 10
Un classico intramontabile, commovente e antimilitarista: intramontabile perché comunica con la lingua del cinema classico, coerentemente con il periodo storico del film; commovente perché ci riesce a far appassionare tremendamente ai personaggi; antimilitarista per ovvie ragioni, legate anche al momento storico e ai suoi movimenti pacifisti.
John Boorman con HELL IN THE PACIFIC riflette per la prima volta sulla condizione umana e sulla indecifrabile sfumatura che separa l'essere selvaggio con l'essere civile e lo fa intrattenendo in grande stile.

stratoZ  @  11/08/2023 15:21:55
   8½ / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

"Hell in the pacific" pellicola di un Boorman ancora agli inizi è una delle sue migliori opere, un'analisi cruda e spietata dei rapporti fra i popoli, una denuncia evidente ai castelli di carta creati dalle nazioni, dagli idealismi, dai dogmi e dalla guerra.

Un film stilisticamente minimalista, con i dialoghi ridotti al minimo, neanche una voce narrante ne mezza scena che ci porti a capire il contesto, soltanto due uomini di diversa nazionalità su un'isola sperduta in mezzo al pacifico, ma ben presto lo spettatore riesce ad immaginare quantomeno a grandi linee i loro ruoli - poi gli effettivi gradi dei soggetti in questione sono superflui -

Il film fin dall'inizio opera uno spoglio dei caratteri, privati delle loro armi belliche e costretti a combattersi solo con l'ausilio di armi naturali, il primo incontro, caratterizzato da una battaglia con i rami è un riflesso di come il contesto porti a regredire l'uomo in uno stato primitivo, di come lo porti per spirito di sopravvivenza a cercare stratagemmi poco convenzionali per assicurarsi la vita.

E' un film fatto di escalations, nel primo atto è piuttosto violenta, i due personaggi si portano ancora dietro le conseguenze di un'educazione nazionalistica/militare che li costringe a vedersi l'un l'altro come nemico, tra tentativi di furto dell'acqua, inseguimenti nel mezzo del bosco, violenti incendi cercano continuamente di avere la meglio l'uno sull'altro, fin quando uno dei due ci riesce, ma il nostro caro e furbo Lee Marvin riuscirà a liberarsi e ribaltare la situazione, catturando Mifune come prigioniero di guerra, e a questo punto viene da chiedersi: e quindi? Hai catturato un prigioniero di guerra di uno stato nemico su un'isola deserta, dopo una lotta estenuante, ma ora effettivamente cosa hai ottenuto?
Credo che sia la domanda che si siano fatti loro stessi e la risposta è: nulla, anzi si nota come Marvin che tiene in custodia Mifune debba faticare il doppio perché l'altro è impossibilitato.

E qui si arriva alla seconda escalation, quella della presa di coscienza, col passare del tempo i due si rendono conto che da soli non riuscirebbero mai a sopravvivere in un contesto del genere, è qui che cadono tutte le barriere tra i due popoli, quando l'istinto di sopravvivenza intrinseco nell'uomo prende il sopravvento. E' a quel punto che i due decidono di collaborare e costruire una zattera per raggiungere al più presto un'isola più popolata ed essere portati in salvo.

In questa seconda parte il conflitto cambia, passa dall'essere un conflitto tra due uomini ad essere un conflitto uomo contro natura - Boorman ci delizierà in futuro più volte su questo argomento, tuttavia c'è da dire che in questo film è stato parecchio benevolo nei riguardi dell'uomo, probabilmente anche perché voleva dare l'opportunità al film di tornare su binari più antropologici - emblematica al riguardo la scena di loro che si avventurano con la zattera costruita insieme in mare aperto, con la natura sfavorevole in mezzo a diverse onde che colpiscono più volte il mezzo, una scena particolarmente sentita e che porta lo spettatore a sperare con loro, ogni volta che le onde si scagliano contro la zattera è come se lo spettatore venisse colpito in prima persona.

I due effettivamente riescono a salvarsi e sembrano aver anche in parte stretto un buon rapporto - causato dalle necessità ma comunque un buon rapporto - la base sull'isola che riescono a raggiungere è deserta, lì però tornando in un contesto molto antropizzato avviene il processo opposto, i due a causa di diversi fattori, tra cui l'incomunicabilità a causa delle lingue differenti - ricordiamo che per tutto il film loro non riescono mai a comunicare nella stessa lingua - e delle rimembranze poco favorevoli all'amicizia dei due popoli si separeranno amaramente. Qui ho trovato un po' ridondanti le insistenti domande di Marvin riguardo la religione, aiutano sicuramente lo spettatore a capire meglio le motivazioni e la tematica ma risultano un po' didascaliche in un film che fa dell'essenzialità il suo stile.

Grande pellicola.

Goldust  @  30/09/2019 15:52:25
   6½ / 10
Scontro di caratteri e culture sullo sfondo di una terra bellissima ed inospitale. Non c'è introduzione, si parte subito in quarta senza fare riferimenti alla guerra fino al finale, che funziona come nuova presa di coscienza del loro posto nel Mondo

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Dialoghi quasi assenti, sprazzi di ben calibrata ironia, due bravi attori ma non è il genere di film che riesce a rubarmi il cuore.

vieste84  @  31/03/2013 12:54:21
   6½ / 10
Opera che indaga sull'antropologia e sociologia umana. Due nemici per cause ignote si trovano a fronteggiarsi e poi a unirsi per salvarsi. 2 grandissimi attori, ma a volte è un po noioso e non mi prende a tal punto da dargli un voto più alto, neanche nel finale drammatico. Bellissima l'isola dove è girato questo film dove veo per la prima volta recitare Mifune al di fuori di un film di kurosawa

Sir_Montero  @  08/01/2013 01:54:26
   8 / 10
Sotto un sole cocente e accecante, su una sperduta isola nel Pacifico, si consuma una strisciante e violenta battaglia tra due uomini, nemici giurati di due bandiere diverse. Siamo durante la seconda guerra mondiale, e i due in questione sono un pilota americano (granitico e beffardo Lee Marvin) e un ufficiale giapponese (duro e inflessibile Mifune) che tra uno scontro e l'altro si riscopriranno, schiacciati dal potere sovrastante e incontrollato della Natura, non più soldati schierati su due fronti opposti, ma uomini soli e fragili bisognosi di reciproco supporto. Nonostante la quasi totale assenza di dialoghi, motivata dall'incapacità comunicativa dei due protagonisti isolati nella loro dimensione linguistica, il film scorre abbastanza fluidamente, scandito dal ritmo delle loro gesta finalmente finalizzate ad uno scopo comune: la fuga dall'isola selvaggia. Riusciranno infine a lasciare l'isola per giungere, dopo diversi giorni alla deriva in balia dell'oceano, su un'altra isola più grande, sulla quale vi sono i resti di una base militare. E' qui che, dopo essere tornati a contatto con una presunta civiltà, vedremo nuovamente posarsi sui due l'ombra pericolosa della diversità, lasciandoci presagire un ritorno ai propri ruoli, e di rimando alle aperte ostilità.
Molto affascinante la fotografia dei paesaggi ripresi nella loro enormità; anche la colonna sonora riesce a rendere quel senso strisciante di malessere che permea l'intera narrazione. Peccato per il finale che, a mio avviso, poteva essere sviluppato in maniera molto più approfondita e significativa.
E' comunque un film che presenta una visione antropologica pessimistica che se vogliamo potremmo definire atipica; infatti qui, ad essere considerato "malvagio" non è l'uomo nello stato di natura, privo di una qualsivoglia civilizzazione o educazione sociale ma anzi è l'uomo civilizzato, inquadrato in ruoli e schemi sociali, che nasconde proprio a causa di questa inalienabile caratterizzazione, una malizia ed un'ostilità connaturata per ciò che è "diverso da sè". Il male è nella civiltà.

1 risposta al commento
Ultima risposta 29/01/2013 21.46.56
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MidnightMikko  @  30/09/2012 15:54:49
   6 / 10
Per me sarebbe un 10 tecnico e un 4 alla sostanza.
Boorman è un Regista mostruoso: ogni singola inquadratura, oltre ad essere una vera e propria opera d'arte, è perfetta e anche il montaggio e la fotografia sono veramente da paura.
Sostanzialmente però, i dialoghi rarefatti, la mancanza di una vera e propria trama o di particolari eventi che diano "brio" alla vicenda rendono il film quasi vuoto, un regalo impacchettato in maniera tale da far sbavare ma che non contiene niente.
Francamente non me la sento di parlare di prova attoriale fenomenale: da sempre stimo il monolitico Marvin oltre che il mitico Mifune, ma qui non è che ci sia chissà cosa da recitare. Il finale poi, mi ha lasciato di stucco, devo ancora capire se positivamente o negativamente.
Mi è capitato varie volte di innamorarmi di un film vedendolo più volte, magari mi ricrederò, ma per ora questo è l'effetto che mi ha fatto.

ValeGo  @  11/07/2012 11:50:09
   8 / 10
L'ho visto per caso alla tv e ne sono rimasta molto colpita!Insolito e a tratti ti strappa pure un sorriso nella sua drammaticità..del tutto inaspettato il finale..lascia senza parole!

7219415  @  09/07/2012 11:22:19
   8 / 10
Davvero un bel film...ottimi gli attori

RORIG  @  17/01/2011 11:58:21
   8 / 10
Un piccolo grande film con una trama essenziale in cui le interpretazioni dei due protagonisti in un ambiente selvaggio sono indimenticabili. I due infatti, pur non comprendendo la lingua dell'altro, comunicano con chiarezza tra loro ed allo spettatore i loro stati d'animo costruendo con abilità situazioni talvolta di scontro rabbioso, talvolta di scherno o di compassione. La vicenda è metaforica in quanto il duello tra i due è inizialmente un duello tra nazioni in guerra, tra uomini che parlano lingue diverse e che per questo non riescono a comunicare ma che poi con la convivenza, con la comunanza di obiettivi, iniziano dapprima a tollerarsi poi a conoscersi e collaborare fino diventare amici. Il significato del film è questo: gli esseri umani, pur appartenenti a popoli diversi, presi singolarmente possono e desiderano collaborare tra loro in quanto animati dagli stessi sentimenti e uniti dagli stessi primari bisogni, ciò che li divide sono spesso le sovrastrutture culturali come la religione (l'americano alla fine del film - mentre l'altro sta guardando le foto di giapponesi uccisi in guerra - chiede con rabbia ed insistenza al giapponese se lui crede in Dio) o la politica nelle loro forme più intolleranti.
I due protagonisti nella loro lotta per sopravvivere nella natura selvaggia, elemento di coesione, si uniscono e riscoprono la parte migliore della propria umanità dimenticando le differenze che li avevano resi nemici (famosa nella parte finale del film la battuta dell'americano che vedendo improvvisamente il suo compagno di sventura esclama "Dio, credevo fossi un giapponese!"). Poi però basta il ritorno in un ambiente quasi civile di una base militare abbandonata dove la natura non ha più modo di svolgere la sua funzione di coesione ed il rapporto di amicizia che si era creato si rompe improvvisamente coi fantasmi della guerra che ritornano ed esplodono tra i due.

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  10/12/2010 22:42:58
   7 / 10
Una piéce per 2 attori dove la guerra salta fuori negli ultimi 10 minuti. Prima più che la guerra (fan presto a far "pace") spicca la barriera linguistica e la reciproca ostinazione. Sembra un lungo "Castaway" per due. Il finale è fastidioso e sbrigativo (non ci potevo credere!)

Invia una mail all'autore del commento IL MITO.  @  20/10/2010 19:29:56
   8 / 10
Gran bel film con due grandissimi attori qui davvero perfetti.
Non si capisce bene come siano finiti sull'isola sperduta (forse soltanto nella versione che ho visto io), ma da questo avvenimento inizia una storia veramente bella tra due nemici che si renderanno presto conto che non esistono vere e proprio differenze e non c'è motivo di odiarsi, perchè prima che avversari di guerra sono essenzialmente entrambi uomini.
Il finale non mi è piaciuto particolarmente e secondo me è un po' affrettato

pinhead88  @  28/09/2010 19:04:35
   7 / 10
Ottimo rapporto in immagini dell'uomo con la natura selvaggia, una moralina pacifista di fondo e due ottime interpretazioni, ma per il resto nulla di cui gioire così tanto.

h.chinaski  @  24/09/2010 00:40:48
   9 / 10
Film capolavoro,regia ipnotica e interpretazioni non umane di mifune e dì marvin.
E' bello come il regista ricrei una messinscena da chambara nelle scene in cui domina mifune.

cane non mangia cane, ma li offre del sakè


Domanda: ma nella versione giapponese li marvin rimane in lingua originale?

aschenback  @  09/01/2010 18:52:21
   8 / 10
Grandissimo film. Non è un film di guerra. E' un film quasi.. antropologico. L'uomo sviscerato nella sua essenza. E il risultato è l'emblema del pessimismo. Il rapporto tra i due naufraghi varia durante il racconto: conflitto, diffidenza, indifferenza, collaborazione. Ma l'ostilità è ineliminabile. E' la metafora dell'uomo come animale: Homo homini lupus.
La vera protagonista del film in un contesto pratcamente privo di dialoghi è la musica: strindente, acuta, a volte fastidiosa.. rappresenta gli umori e gli stati d'animo dei protagonisti.
Non c'è dialogo tra i due elementi. Non c'è e neppure viene cercato. Ognuno parla, insulta, canta usando la propria lingua disinteressandosi di quello che può comprendere l' altro, quasi che la loro volontà sia solo di parlare con se stessi.
La battuta (una delle rare del film ) da segnalare è quella che pronuncia Marvin una volta raggiunta la base giapponese abbandonata. Circospetto, temendo di incontrare un nemico, quando si imbatte in Mifune che percorreva il percorso opposto in ricognizione, ha un sussulto, poi rinfrancato dopo essersi accorto di aver incontrato il compagno di naufragio esclama: "Dio, credevo fossi un giapponese!".

inferiore  @  11/06/2009 16:33:19
   8½ / 10
Un gran film con un'accoppiata di attori formidabile.
Il significato di fondo è assai apprezzabile ma fondamentalmente non si riesce a seguire con attenzione elavata la storia che si svolge abbastanza lentamente. Non è essenzialmente un film di guerra, ma è un film sull'essere umano turbato dalla guerra, il conflitto fa parte dello sfondo, del contesto. Il protagonista principale è l'uomo costretto a battersi con un altro uomo e con l'iponente natura selvaggia.
Il finale è un po' frettoloso e sbrigativo, ma anche molto limpido, diretto e chiaro. Il regista accende una luce a metà film, una speranza, speranza che andrà spegnendosi minuto per minuto.
Non è un drammone, anzi, è anche abbastanza ironico in alcuni punti, i siparietti che si vengono a creare fra i protagonisti rasentano il grottesco. Ottima scelta.
Il film parte da una sceneggiatura semplice e forse banale, gli avvenimenti importanti si possono contare sulle dita di una mano, ma quei pochi avvenimenti colpiscono affondo lo spettatore.
La noia si sente ma per una volta mi piacerebbe sorvolare su questo aspetto.

Gruppo COLLABORATORI peter-ray  @  05/02/2009 16:04:06
   9 / 10
Un bel gran filmone
Lee Marvin è strepitoso e lo è anche Toshiro Mifune.
Storia interessantissima dal punto di vista sociologico

Consigliato.

Giodi2008  @  23/10/2008 16:04:47
   10 / 10
Sicuramente tra i capolavoro del cinema mondiale... Fantastico

benzo24  @  27/09/2007 20:26:43
   10 / 10
Dick  @  22/07/2007 20:11:14
   8 / 10
Curioso film che vuole essere un' interessante riflessione del tema uomo contro uomo e uomo con uomo ognuno spoglio del uso habitat naturale.
Peccato che nel finale

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
Sia Mifune che Marvin avevano realmente combattuto durante nella seconda guerra mondiale.

jess  @  03/07/2007 07:38:54
   9 / 10
Piccolo^^  @  24/03/2007 20:34:22
   9 / 10
Gran bel film, non c'è che dire! Gli attori sono molto, molto bravi (un grandissimo Mifune, con la sua impareggiabile mimica facciale) e il film, nonostante le poche parole, scorre abbastanza piacevolmente. Ironico, ma anche crudele. E soprattutto può benissimo piacere anche a chi non è molto interessato ai film di guerra.
Consigliatissimo, da riscoprire e secondo me anche da tenere sullo scaffale!

PS: peccato però che il "bugiardino" spiattelli un po' troppo della trama. Non si può modificare?

Temujin  @  13/12/2006 21:58:30
   9 / 10
Boorman in gran forma....il film si reggie su un plot semplicissimo:

due soldati, uno americano e uno giapponese, durante la seconda guerra mondiale si ritrovano naufraghi su un isoletta del pacifico dove iniziano una loro "guerra personale" alternandosi nel ruolo di carnefive/vittima....con queste premesse poteva essere un polpettone e invece, grazie ai due meravigliosi protagonisti (i mai troppo compianti Marvin e Mifune) , ci troviamo di fronte un grandissimo film che fa riflettere sull'assurdità della guerra come pochi altri (la sottile linea rossa e una tomba per le lucciole....vedeteli tutti e tre se ancora non lo avete fatto! ammiratori di Vanzina&Co astenersi grazie).
E' ingiustamente un film poco conosciuto e assolutamente da riscoprire! paragonabile alle Iene di tarantino per il senso di claustrofobia (anche se qui siamo in spazi aperti...e forse proprio per questo grande plauso a Boorman) e per il fatto che potrebbe benissimo essere una piece teatrale.

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