e johnny prese il fucile regia di Dalton Trumbo USA 1970
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e johnny prese il fucile (1970)

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locandina del film E JOHNNY PRESE IL FUCILE

Titolo Originale: JOHNNY GOT HIS GUN

RegiaDalton Trumbo

InterpretiTimothy Bottoms, Diane Varsi, Kathy Fields, Jason Robards, Donald Sutherland

Durata: h 1.50
NazionalitàUSA 1970
Generedrammatico
Tratto dal libro "E Johnny prese il fucile" di Dalton Trumbo
Al cinema nel Novembre 1970

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Trama del film E johnny prese il fucile

La tragedia di un reduce della Prima guerra mondiale ridotto a relitto umano in un ospedale militare, che riesce a comunicare muovendo la testa secondo l'alfabeto Morse.

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Voto Visitatori:   8,53 / 10 (40 voti)8,53Grafico
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Voti e commenti su E johnny prese il fucile, 40 opinioni inserite

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JOKER1926  @  22/03/2009 04:05:17
   8 / 10
Nei meandri remoti della Cinematografia splende "E Johnny prese il fucile", Trumbo propone allo spettatore un film che sprofonda in esplicite denuncie "accarezzando" molte concezioni…

Johnny è un ragazzo che è ferito in guerra, la sua sfortuna è quella di non morire e dunque di sopravvivere nel giardino del male psicologico e fisico, l'unica "medicina" per il giovane ragazzo è rappresentata dai ricordi che, almeno a tratti, allietano Johnny…

"E Johnny prese il fucile" è a tutti gli effetti una chiarissima denuncia al servizio militare e alle tecniche ospedaliere che, come capita spesso, sono dannose per i pazienti.

Il regista con grazia, classe riesce a riportare concetti e problematiche perenni della nostra società, l'introduzione di alcuni personaggi strani (come Gesù Cristo) elevano inesorabilmente la qualità del film, il tutto sarà inevitabilmente più suggestivo e a tratti inquietante.
Johnny durante il "ricovero" vive attimi di vita terrificanti, lui è vivo, ma purtroppo non è capito dalla massa…
Prima l'amputazione delle braccia, poi le gambe dolore e delirio accompagneranno il protagonista in un calvario (non solo fisico) di distruzione totale.

Il film come accennato è un viaggio estremo, sterminato in concezioni indecifrabili e a tratti ambigue, da evidenziare le scene ove Johnny parla con Gesù, occhio alle varie e cruciali simbologie, metafore della regia, Johnny è praticamente abbandonato al suo destino, nemmeno Gesù riesce a "disegnare" prospettive diverse di vita, importante e terribilmente cinica la concezione del sogno, il nostro protagonista si trova in un limbo non definito, la realtà è il sogno, ovvero il sogno (l'incubo) è finzione, in pratica la tangibile realtà si confonde, o meglio, si fonde con l'impossibile e con l' allarmante allucinazione…
La pellicola di Trumbo si alimenta di scene agghiaccianti, il nostro "sfortunato" paziente è rappresentato in modo impeccabile, il regista non mostra mai il volto del protagonista (la faccia di Johnny in pratica è interamente sfigurata, stesso il protagonista tenta di descriverla e dice che essa è un "buco" ove è rimasto solo una parte di cervello…), quindi Trumbo lascia intravedere la sofferenza e la terribile deformazione del protagonista; la rappresentazione quasi "funebre" di Johnny ricorda lontanamente quella del "bambino" del Maestro David Lynch …

"E Johnny prese il fucile" riesce nel complesso ad ipnotizzare lo spettatore, la violenza psicologica, la militanza della concezione aiutano il film a scalare le posizioni più importanti nella fantomatica classifica delle pellicole "maledette" della Cinematografia.
Il tutto è quindi "enfatizzato" da ottimi, onirici flashback (essi sono a colori a differenza delle scene dell'ospedale ove i colori sono "monotoni", ovvero il regista usa il bianco e nero), essi hanno il compito di "rafforzare" il viaggio teoretico della regia, importante sottolineare la sequenze della fidanzata di Johnny che da vita ad un "teatrino" dell'illusione e della miseria…
Importantissima anche la scena (anzi le varie scene) con protagonisti Johnny e il padre (discorsi teoretici sulla politica, sul patriottismo americano), la sequenza metaforica della canna, gli indiani morti nell'acqua, la superstizione, la concezione progressista della guerra, le cure… sono tutte progettazioni visive intersecate a meraviglia da Trumbo nelle quasi due ore di proiezione del film.

La pellicola oltre alla magniloquente ricorrenza concettuale offre diversi pregi anche sul piano tecnico, fotografia tutto sommato accettabile, attori convincenti e musiche oppressive e a tratti allarmanti.

Il viaggio verso il non definito di Johnny risulta essere pesante e tenebroso, inoltre alcuni episodi beffardi (come quello nel finale) esaltano maggiormente l'alone di disperazione e di impotenza del personaggio; il finale è davvero ottimo, il protagonista chiede a "voce alta" di essere un "qualcosa" di utile per gli altri uomini della terra, ma la "transenna" dell'onnipotenza, della falsa perfezione statunitense ovviamente vieta tutti questi "artificiosi" programmi di Johnny.

L'ultimissima sequenza (accompagnata da un sonoro da urlo) delinea un inferno infinito e indefinito per Johnny, la salvezza è solo una crudele illusione, siamo giunti alla corte del niente che fa rima con buio, paura, desolazione e vuoto…

"E Johnny prese il fucile" è una pellicola "oscura" che, grazie all'uso di sterminati e ridondati dialoghi riesce a commuovere, o meglio, a terrorizzare l'uomo che ancora oggi è contro l'Eutanasia; una persona in coma, in un limbo imprecisato ha diritto alla morte per non soffrire pene incomprese, bestiali e beffarde…

"E Johnny prese il fucile" è un Teorema meditativo che dilaga nei meandri di un uomo sofferente, le dimensioni si smarriscono e allo stesso si liquefanno soggiogando il concetto temporale e spaziale per sprofondare alla fine in un "repertorio" mentale fatto di ricordi confusi, tenebrosi che hanno perso da sempre una militanza concreta e sorvolano scenari ignoti e vaghi…

4 risposte al commento
Ultima risposta 22/12/2009 21.22.02
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