faust (1926) regia di Friedrich Wilhelm murnau Germania 1926
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faust (1926)

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locandina del film FAUST (1926)

Titolo Originale: FAUST

RegiaFriedrich Wilhelm murnau

InterpretiGosta Ekman, Emil Jannings, Camilla Horn

Durata: h 2.05
NazionalitàGermania 1926
Generedrammatico
Al cinema nel Dicembre 1926

•  Altri film di Friedrich Wilhelm murnau

Trama del film Faust (1926)

Mefistofele scommette con l'arcangelo Gabriele che saprà conquistare l'anima di Faust. Prima gli concede di guarire un'epidemia di peste; poi gli ridà la giovinezza e gli fa sedurre la duchessa di Parma; infine, dopo essere stato l'amante della bella Margherita, Faust si redime accettando di dividere con lei il rogo.

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Voto Visitatori:   9,44 / 10 (16 voti)9,44Grafico
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Voti e commenti su Faust (1926), 16 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  14/05/2019 20:07:07
   9 / 10
La rappresentatissima storia di Faust nella versione di Goethe e diretta da un regista capace di mettere in scena il top dell'espressionismo Tedesco.
Un film muto ma che riesce a parlare con scenografie imponenti e una recitazione di alto livello, in particolare il personaggio di Mefistophele, parla con ogni sguardo.
Un capolavoro dell'epoca del muto...non l'unico di Murnau.

kafka62  @  09/05/2018 13:36:21
   7 / 10
"Faust" è un'opera diseguale e contraddittoria: allestita secondo gli inconfondibili codici stilistici dell'espressionismo, ma con un senso dello spettacolo tipicamente hollywoodiano, che banalizza istanze ideologiche, estetiche e culturali, essa sta alla grande tradizione del cinema tedesco come i film di Carlo Ponti con la coppia Loren-Mastroianni possono stare al neorealismo italiano. Murnau è un grande regista, forse il più grande dell'intera epoca del muto, ma il pastiche grondante kitsch e melodramma con cui si è voluto tradurre sullo schermo il capolavoro goethiano è chiaramente lontano dalla sua raffinata sensibilità artistica. Così, accanto a sequenze memorabili (l'affascinante volo di Faust e Mefistofele sopra il mondo, con la macchina da presa del regista che carrella lentamente su plastici di montagne, valli e città dall'impressionante resa realistica) e a episodi di innegabile potenza evocativa (l'intera sequenza della pestilenza, in cui morti strazianti, folle in preda al panico e predicatori invasati contrappuntano, con immagini di grande densità e suggestione figurativa, la dolorosa impotenza di Faust e i suoi laceranti dubbi su fede e scienza, oppure quella in cui la reietta Margherita vaga in mezzo alla neve, alla disperata ricerca di un riparo, stringendo al seno il suo bambino), si registrano imbarazzanti cadute di gusto (l'idillio tra Faust e Margherita sembra la scialba copia di una cartolina illustrata degli inizi del secolo, Emil Jannings, con le sue smorfie ridicolmente eccessive e i suoi antiquati vezzi istrionici, è a dir poco, l'epilogo è manierato e retorico quasi quanto il posticcio happy end de "L'ultima risata".
A tratti risulta evidente come Murnau cerchi di dare una intonazione ironica e grottesca a un materiale per troppi versi enfatico e lezioso (ad esempio, il regista intercala la storia d'amore tra i due giovani, piena di giovanile ed immacolata purezza, con la schermaglia sentimentale tra Mefistofele e Marta, la quale ha la grana grossolana e volgare di un vaudeville di infimo ordine), ma ciò non fa che aumentare l'impressione di disomogeneità e di confusione stilistica del film. A salvarlo da un giudizio troppo impietoso, vi sono per fortuna, oltre alle sequenze citate più sopra, alcuni irrefutabili punti di merito: in primo luogo, la scenografia "di cartapesta" di Robert Herlth e Walter Rohrig, che si rifà in parte al caligarismo (la stretta e ripida viuzza che porta all'abitazione di Margherita, i tetti scoscesi e asimmetrici delle case adiacenti, lo studio da alchimista di Faust), riesce a stilizzare in maniera discretamente efficace l'ambientazione medioevale del film; secondariamente, la fotografia di Hoffmann sa valorizzare con sapienti giochi di luci e di ombre i momenti di maggiore intensità emotiva, sfruttando altresì lo sfondo (spesso scuro) come uno schermo contro il quale far risaltare volta a volta le figure di Faust e Margherita; infine, la grande sensibilità pittorica di Murnau permette di creare un substrato culturale di non disprezzabile profondità (anche se sostanzialmente estraneo al contesto diegetico del film), in cui abbondano le citazioni dai maestri del passato (segnatamente Raffaello, alle cui Madonne sembra ispirarsi il personaggio di Margherita, Dürer e Mantegna, oltre che, più genericamente, i fiamminghi e i preraffaelliti).

DarkRareMirko  @  07/06/2013 23:44:40
   9½ / 10
Altro capolavoro e classico per Murnau, che qua adatta ed interpreta il famoso poema (e quindi varie tradizioni popolari).

Grande lavoro scenografico, regia ed interpreti impeccabili, più di uno spunto di riflessione, tanta atmosfera.

Cinema invecchiato benissimo, da vedere e rivedere.

Tra tutte le versioni filmiche di Faust (anche Yuzna vi si è cimentato!), è di sicuro la migliore.

Mothbat  @  14/11/2010 23:35:31
   9 / 10
Capolavoro mancato, per poco. Purtroppo la parte centrale risente di qualche lentezza narrativa di troppo, non facendo così godere in pieno questa meravigliosa opera d'arte. Inquadrature stupefacenti, interpretazioni meravigliose (Emil Jannings su tutti). Sublime.

Frankys  @  28/04/2010 19:24:49
   10 / 10
Un capolavoro nel suo genere !!!!!!
Geniale !!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  23/11/2009 11:59:30
   9 / 10
Opera ricca d’invenzioni visive, di creazioni scenografiche plastiche, di soluzioni espressioniste, d’effetti sensazionali (impossibile non pensare subito al Lang de “I Nibelughi”), d’organizzazioni degli spazi e dei contrasti di luce atte a definire un’atmosfera solenne d’apocalisse, lugubre e occulta.
Murnau trova nella leggenda del Faust il clima adatto dove elaborare il suo cinema, e in Mefistofele quella presenza ieratica del male che prevale in molte delle opere del regista (“Nosferatu”, “Tabù”).
Ugualmente ai luoghi, i personaggi vengono foggiati quasi plasticamente, consegnando alla recitazione molto del fascino della pellicola.

p.s. Purtroppo, nell’edizione che mi sono procurato (e non so dire di che anno fosse, dato che porco cane il dvd l’ho perduto), erano montate delle musiche che ne enfatizzavano decisamente troppo l’aspetto “gotico”. Ciò mi ha disturbato un po’ la visione, ma non può comunque influire sul voto.

5 risposte al commento
Ultima risposta 23/11/2009 14.46.06
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  14/07/2009 23:19:20
   9½ / 10
Un film spettacolare dal punto di vista visivo, curato nei minimi dettagli da scenografie grandiose e una fotografia straordinaria. Tutto questo non certo a discapito della storia e della recitazione degli attori. Personalmente preferisco di poco il Nosferatu, ma anche questa pellicola è una delle migliori realizzazioni del regista e di tutto l'espressionismo tedesco.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  09/04/2009 15:52:26
   10 / 10
Ultimo film tedesco di Murnau, non ha bisogno di presentazioni ed è il film espressionista più incredibile che io abbia mai visto. Non so, "Nosferatu" è distante anni luce (è proprio il caso di dirlo). Impossibile da spiegare perché figuriamoci se si riesce a spiegare l' espressione dello spazio.

pinhead88  @  09/03/2009 13:03:41
   10 / 10
pellicola dal fascino indiscutibile del Maestro Murnau ispirata alla leggenda di Faust.bellissimo a livello figurativo,soprattutto la figura di Mefisto interpretata dall'intramontabile Jannings che rimarrà nella storia per le sue espressioni per l'appunto mefistofeliche.la prima parte è sicuramente quella più affascinante,a livello di storia,ma soprattutto a livello visivo.come anche l'ultima scena del rogo.sconta forse qualche lentezza narrativa di troppo in tutta la parte centrale,che resta un peccato nonostante si tratti di un'opera concepita in termini puramente visivi.le sequenze più belle a parer mio rimangono quelle iniziali e la scena finale.

1 risposta al commento
Ultima risposta 08/11/2009 03.24.47
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Peppo81  @  03/03/2008 14:42:20
   10 / 10
è il mio terzo film preferito!

non perde un colpo dall'inizio alla fine

GENIALE, FANTASTICO, VISIVAMENTE IPNOTIZZANTE

e poi la storia.....

lampard8  @  27/01/2008 20:35:57
   9 / 10
Che Murnau fosse un genio non c'è bisogno che ve lo dica il sottoscritto. Dico solo che sono rimasto letteralmente basito al cospetto di questo film. Nella sua ultima pellicola girata in terra teutonica prima di trasferirsi negli usa c'è tutto quello che serve per essere un grande film: regia magistrale, cura maniacale dei particolari, atmosfere lugubri e una fotografia notevolissima. La storia prende chiaramente spunto dal Faust di Goethe ed è sublime il modo in cui viene trasposta. Straordinario anche l'uso dei chiaroscuri e di luci-ombre. Imprescindibile

Tony Ciccione90  @  29/12/2007 19:02:42
   9½ / 10
Maestosa interpretazione di Murnau della celeberrima storia del dottor Faustus. Il regista tedesco mi ha davvero sorpreso. Ero rimasto deluso da Nosferatu. Ma questo film è sublime. Già l'inizio fa presagire un prosieguo ancor più piacevole. La musica (nella versione che mi sono procurato è stata montata nel 1995) è divina e accompagna lo spettatore nel terribile viaggio di Faust. Gli attori sono bravissimi (bellissima l'attrice che interpreta la moglie di Faust), davvero sorprendenti. Il film non sembra del 1926. Murnau ci sapeva fare. Effetti speciali, arie inquietanti e oscure, sovrapposizioni di immagini che creano sensazioni incredibili. Mi ha sorpreso soprattutto la lettura che Murnau ha dato del celebre dramma, la sua "rivisitazione". Da vedere.

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Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  27/12/2007 02:40:14
   10 / 10
Grandissima trasposizione della celeberrima leggenda popolare tedesca.
Non mi soffermo sulla trama (che immagino sia nota a tutti) e sui suoi risvolti morali, bensì sull'elemento portante della pellicola, cioè quello della recitazione.
E' a dir poco strepitosa la capacità degli attori, non coadiuvati dal supporto vocale, di rendere i sentimenti e i moti dell'animo dei personaggi interpretati. In particolare il "mefistofelico" Emil Jannings è un autentico istrione, che riesce mirabilmente a passare da espressioni beffarde e sardoniche, che si accordano magistralmente agli sberleffi di volta in volta posti in essere, ad altre fosche e torve che palesano il "male" sotteso alle azioni del "diavolo tentatore". A questo proposito, ho notato una grande assonanza con il Mefisto tratteggiato sapientemente nel "Faust" di Thomas Mann.
Egregia altresì l'interpretazione di Gosta Ekman, di cui sottolineo un a particolare momento: l'espressione sgomenta del Faust anziano "imprigionato" nello specchio è qualcosa di unico e irripetibile.
Una pellicola rutilante e ammaliante, connotata da una costante climax che culmina in un finale letteralmente spettacolare.
A mio modesto avviso, siamo di fronte all'esempio più puro e alto di espressionismo tedesco.

Ch.Chaplin  @  11/07/2007 13:48:53
   10 / 10
sapevo ke era un gran film, ma supera ogni aspettativa!
l'unica pecca è forse la (ovvia) sintesi del libro ke chiaramente nn poteva esser tutto trsposto in pellicola..x il resto murnau tira fuori un coniglio dal cilindro magico, e alcuni effetti creativi e credibili, sicuramente innovativi x l'epoca

ps: mamma mia ke fatica capire le didascalie in gotico (in 5 secondi!)!!

Vegetable man  @  24/11/2006 19:19:27
   10 / 10
Un film eccezionalmente evocativo, che gioca in modo mirabile con le ombre ed il paesaggio (basti pensare all'atmosfera "metafisica" del cucuzzolo dove sostano in due momenti del film Faust e Mefistofele), e sarà di monito per i registi negli anni a venire. Alcune sequenze, come quella del diavolo gigante che con le ali copre d'ombra la città, sono entrate nella storia del cinema. La leggera parte centrale si contrappone al tono severo dell'inizio e della fine, rendendo il senso del film nel suo complesso alquanto emblematico e forse per questo più suggestivo. Un capolavoro, assolutamente da vedere se vi capita l'occasione.

Gruppo REDAZIONE K.S.T.D.E.D.  @  08/08/2006 01:47:05
   9½ / 10
Spoiler:

"If thou canst destroy what is divine in Faust: the earth is thine!"

Questa è la sfida che l'arcangelo Gabriele mette dinnanzi a Mefistofele e che rappresenta l'inizio e il fulcro della, più volte ripresa, leggenda tedesca di Faust.

Per quanto riguarda strettamente l'adattamento di Murnau si ha una prima parte, relativa sia all'inquietante opera di tentazione nei confronti di un Faust ormai in ginocchio, da parte di Mefistofele, dallo stesso Faust invocato, sia relativa alla sua sempre più inevitabile corsa verso l'inesorabile, a seguito delle varie tentazioni alle quali egli continua a cedere. Questa parte è, a mio avviso, assolutamente eccezionale, grazie alle atmosfere, ai giochi di luce, agli effetti speciali (il film ne è carico e nonostante attualmente appaiono modesti riescono a raggiungere l'obiettivo, anzi giocano un ruolo fondamentale) e alla figura oscura e sinistra di Mefistofele.
Segue una seconda parte, un gradino sotto la prima, molto meno angosciante nelle atmosfere, in cui Murnau mette in luce altri aspetti, anch'essi tipici, di Mefistofele, dipingendolo più che altro come una figura irriverente (vedi la scena del m'ama non m'ama).
Si giunge così ad un perfetto ed emblematico finale, che, per ovvi motivi, riacquista le più severe atmosfere iniziali e che descrive prima il dolore, poi l'accettazione del proprio destino e la successiva teatrale e angosciante discesa agli inferi dei due innamorati.

Assolutamente da vedere.

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