felicita' (2023)

Occorre superare, con grande fatica, il rigetto verso la Ramazzotti attrice, che interpreta per l'ennesima volta l'ennesima donna sbandata, ingenua, balorda e fessacchiotta. Nel ruolo lei ci sa indubbiamente fare, ma è ormai un deja vu a dir poco incredibile. Detto ciò, è francamente diffiile non prendere le parti di questa poveraccia, considerato chi le gira attorno: sotto questo punto di vista parliamo di una bella commedia sociale che vira nel dramma con un bell'equilibrio di toni, seppur l'eccesso di sfortune (e l'ultima rivelazione finale) siano probabilmente poco credibili. Eppure non ci si aspettava da Micaela un esordio registico così genuino, che resta indelebile per il ritratto spietato della classe genitoriale media italiana, perennemente ancorata a passatismo e vecchi rancori, incapace nel modo più assoluto di supportare i figli ma, anzi, buona solamente a succhiare loro tutte le energie. Ottimi tutti gli attori, Tortora e Galiena in un ritratto terrificante di un pezzo d'Italia immarcescibile. E, a suo mod, un film commovente, in cui facilmente scatta l'immedesimazione e il riconoscimento. Però Micaela, tesoro, basta adesso a fare la babbiona, basta!

Non molto originale la Ramazzotti nel suo personaggio, trama un tantino statica, tuttavia un film drammatico che si lascia seguire.

Il ruolo della Ramazzotti non si discosta molto dai personaggi interpretati fino ad oggi, e credo che in questo ruolo specifico sia davvero la numero uno in circolazione. E su questo, seppur non nuovissimo personaggio, ci ha ricamato sopra un gran bel film. Strepitoso Max Tortora

Un dramma famigliare ben fatto in cui due figli ormai adulti restano vittime dell'inconsistenza dei propri genitori. Un'ottima interpretazione di Micaela Ramazzotti ma anche della di lei fratello, Matteo Olivetti. A dispetto del fatto che l'autrice e protagonista interpreta ancora la solita romanesca, in realtà questa volta il ruolo le appartiene e le calza a pennello, rendendo il senso di un film che intristisce molto.

Una donna con il suo quotidiano pieno di rapporti tossici, che si approfittano della sua generosità e del suo buon cuore. E' tossico il rapporto con i suoi genitori egoisti, squallidi, reazionari e manipolatori. La famiglia è una trappola priva di qualsiasi conforto, ma anzi il ricettacolo delle aspirazioni di un attore di infimo ordine ed una madre che non vuole vedere ottusamente il disagio del figlio, ormai completamente marionetta nelle mani dei genitori e continuamente depresso per via della mancanza di qualsiasi prospettiva. Non meglio va con il suo compagno di vita, professore universitario, di estrazione borghese, che non manca mai occasione per sminuirla e che tutto sommato tiene con sè come puro oggetto sessuale. La Ramazzotti firma un discreto esordio, non privo di difetti che deviano sul clichè, ma che non toglie la sincerità e l'nestà dei suoi intenti. Si percepisce che è un film molto sentito e grazie ad un bel cast dove sia Tortora che la Galliena impersonano due genitori che neanche la persona più bigotta si sentirebbe il dovere, come biblicamente raccomandato, di onorare.