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Un altro film che parla di fuga dal proprio paese, ci stiamo abituando a queste dure visioni che noi Occidentali capiamo davvero poco. Gente che lascia tutto e se gli va bene perde solo cose materiali...
A meta' tra il documentario e il film di denuncia sociale si racconta comunque una storia vera, una delle tante.
Coinvolgente emotivamente anche se l'animazione in se non è proprio il massimo.
Drammatico e interessante quanto basta per garantire una visione empatica e coinvolgente ma, sinceramente, non è un film che si rivede con piacere. Curioso il binomio animazione-documentario, per una storia altamente drammatica, ma aperta alla speranza, raccontata con un discreto impatto emotivo.
Gran bel film d'animazione con brevi tratti di filmati di repertorio, che raccontano la triste e dura vicenda dell'Afghanistan e nello specifico della fuga dal paese del suo protagonista attraverso un racconto nel passato tramite diari e apertura all'amico regista. Fatto benissimo, toccante.
Prodotto piuttosto interessante, questo docufilm d'animazione, dove a un disegno semplice si alternano immagini documentaristiche d'archivio, il tutto ripercorrendo le vicende di un giovane uomo afgano testimone del suo tempo.
Un arco temporale molto ampio, dalla infanzia sino alla maturità di Amin. Ci si concentra "solo" sull'aspetto della migrazione. Avete in mente quando leggete un testo, un augurio, una condoglianza, una qualsiasi cosa scritta personalmente, ma vi accorgete che quelle parole nella loro semplicità, scritte di proprio pugno, vi emozionano perchè sentite che sia stato il cuore a scriverle? Ecco il film riesce in questo aspetto con parole e immagini semplici. Tanta roba a mio parere.
In Flee le coordinate geografiche offrono lo sfondo per mostrare nel suo intimo lecoordinate emotive di un rifugiato di guerra. I rocrdi sono vividi, dallo sradicamento delle sue radici afgane, l'abbandono di un posto semplice e sicuro come la propria, per essere costretto a vivere nella temporaneità delle situazioni, soprattutto quelle dure in una Russia in completo disfacimento post-comunista e le vicissitudini interiori nel convivere con la propria omosessualità, concetto talmente sconosciuto che nell'Afghanistan non esiste una parola per definirlo. Un documentario d'animazione molto potente dal punto di vista emotivo che riesce a stabilere una forte empatia con lo status del rifugiato di guerra e tutto ciò che ruota intorno: dal traffico di esseri umani, alle speranze disilluse e nel vivere attraverso la menzogna. Nella sua semplicità del racconto, racchiuso nei ricordi del protagonista, un film bellissimo e straordinariamente intenso.