fortuna (2020)

Fortuna ha paura dei giganti, ma questi sono pura fantasia di una bambina persa in un casermone squallido quanto anonimo, dove l'infanzia viene subito spezzata da un mondo adulto cinico per non dire crudele. Ed il mondo adulto sono i vweri giganti che Fortuna deve fronteggiare ogni giorno, tra una madre frustrata e l'omertà di un luogo che sa ma tace. Tutto a discapito della parte più debole del contesto, cioè i bambini. Un bell'esordio quello di Gelomini: immagini raggelate come se vivessimo dentro una bolla, una cura formale dell'inquadratura ben studiata che sicuramente va a discapito del realismo e di una narrazione lineare, ma che rende tangibile un'angoscia quotidiana difficle da sostenere per un bambino.

Chi (come me) non ha letto nulla sul film, prima di addentrarsi nella visione, troverà la prima ora e mezza di una noia e di una pesantezza palpabile, con i continui cambi di registro che rendono il tutto confuso, incerto e raccontato in maniera approssimativa, per di più con un montaggio sonoro tra i più irritanti mai sentiti. Tuttavia, negli ultimi 15/20 minuti si riesce a intuire dove il regista voglia andare a parare, esplicitandolo anche con i titoli finali che ci riportano alla memoria i terribili fatti del 2014 nella palazzina degli orrori a Napoli.
Per essere un'opera prima la regia non è male, purtroppo la sceneggiatura alterna momenti di paurosa staticità con delle dinamiche astratte che cambiano in maniera disinvolta senza un perchè, rendendo il tutto abbastanza fiacco dal punto di vista delle emozioni.
Questo FORTUNA certamente merita una visione, anche a fronte delle buone intenzioni che lo animano, ma forse non tutti riusciranno ad apprezzarne la realizzazione e tra questi c'è sicuramente la famiglia della piccola vittima a cui il film si ispira.

Pellicola atipica, originale; con una lentezza che non annoia, anzi cattura l'interesse ed il desiderio di scoprire cosa succede, la sceneggiatura si srotola cominciando da una storia che parte in maniera surreale, dove non sappiamo se tutto sia vero o frutto dell'immaginazione della protagonista. Abbiamo delle tragedie, dei capovolgimenti di fronte, dei momenti emozionanti ed anche spaventosi. Gelormini è bravo a rimaneggiare la vicenda facendocela vedere quasi come fosse un film di fantascienza, portandoci ad immedesimare nella fantasia in cui i bambini si rifugiano nei momenti più bui, pieno di metafore come quella dei giganti senza volto. Perchè alla fine arriva la cruda realtà di quello che è il film: la rappresentazione di uno dei fatti di cronaca più atroci e tristi del nostro paese...e forse troppo presto dimenticati. Ottima e spiazzante l'idea di non realizzare il classico film dossier, ma un'opera che arriva al punto dando l'impressione che parli di tutto tranne che...di quel determinato argomento, quasi come a dire: "Pulcinella scherzando dice la verità". Eppure è comunque un pugno nello stomaco.
Vediamolo tutti e non dimentichiamo Fortuna, Antonio e tutti gli altri.