francesco, giullare di dio regia di Roberto Rossellini Italia 1950
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francesco, giullare di dio (1950)

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locandina del film FRANCESCO, GIULLARE DI DIO

Titolo Originale: FRANCESCO, GIULLARE DI DIO

RegiaRoberto Rossellini

InterpretiAldo Fabrizi

Durata: h 1.20
NazionalitàItalia 1950
Generedrammatico
Al cinema nel Luglio 1950

•  Altri film di Roberto Rossellini

Trama del film Francesco, giullare di dio

Prima di dare indicazione ai suoi discepoli di portare nel mondo la parola di Dio, Francesco d'Assisi vive con loro in comunità. Vari episodi, riportati nei "Fioretti", illustrano lo stile di vita del santo e dell'ordine da lui fondato: l'elogio di Frate Fuoco, il bacio al lebbroso, la carità di Frate Ginepro.

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Voto Visitatori:   8,08 / 10 (13 voti)8,08Grafico
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Voti e commenti su Francesco, giullare di dio, 13 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Oskarsson88  @  07/03/2022 16:17:00
   7 / 10
Non il mio genere, fatto bene per essere in quegli anni.

topsecret  @  15/05/2018 17:40:16
   7 / 10
Un film raccontato da Rossellini con semplicità e umiltà.
La presenza (piccola ma significativa) di Fabrizi arricchisce il film di una certa forza, non solo interpretativa dato che Rossellini si avvale di attori non professionisti, ma anche di quella umanità che caratterizzava l'attore romano e che, messa al servizio di una storia quasi surreale nei toni, diviene uno dei punti vincenti che la portano ad acquisire una considerazione positiva.
Insuccesso all'epoca, FRANCESCO, GIULLARE DI DIO ha però avuto il giusto riconoscimento con il cinema di Pasolini in UCCELLACCI E UCCELLINI e VANGELO SECONDO MATTEO.
Sicuramente non esente da difetti, il film però ha una semplicità e una umanità di fondo che non lascia indifferenti.

Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  15/03/2015 20:37:01
   8½ / 10
Un polittico alla Giotto di Bondone fuori dal taglio neorealista ma sulla falsariga della sconnessione episodica di Paisà, San Francesco non è altro che il primo soggetto delle monografie che Rossellini post anni '60 si impegnerà a fare, con la differenza che il regista ancora non imposta il biopic in chiave didattico-scolastica come nel mezzo televisivo stabilirà in seguito - sposando le teorie contemporanee di McLuhan sulla differenza tra media caldi e freddi - permanendo ancora sul versante sperimentale con in nuce un altro cambio di rotta, la trilogia sull'incomunicabilità con la Bergman.

Il suo infatti è un San Francesco sfuggente che non si riconosce neanche come vero e proprio protagonista, in alcuni episodi non compare neanche, nella 2° parte viene persino prevaricato dalla figura di fra' Ginepro, modello di biopic che oltre a Pasolini anche il Rublev di Tarkovskij è palesemente debitore, il quale rinuncia alla prosa per ricercare un corrispettivo filmico del poema letterario. Figlio ancora dell'epoca neorealista il cast è quasi nell'interezza composto da non professionisti dissimile dall'hollywoodianeità della Cavani di qualche decennio dopo.


DarkRareMirko  @  15/08/2014 01:19:37
   9 / 10
L'episodio che mi ha colpito di più è stato quello del lebbroso (quello più breve, per giunta), vuoi per regia, vuoi per i soggetti, vuoi per atmosfera.

Aiuto riguardo il soggetto da Fellini, Rossellini dietro la mdp, presenza di Fabrizi e l'inconfondibile grande tocco del maestro riguardo al raccontare ed al riprendere; questi gli elementi cardine di un film riuscito che mescola neorealismo e religione.

Magari non totalmente apprezzato come altri film dell'artista, merita di sicuro la visione, complice la saggia scelta di limitarne la durata a circa 80 minuti e di raccontarne le parti sottoforma di episodi (tutti riusciti, chi più chi meno).

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  24/05/2014 14:36:50
   7½ / 10
Ricostruzione tipicamente neorealista di Rossellini.
Riuscita in pieno sotto il profilo minimalista, che ha ispirato tanto del primo Pasolini. L'innocenza fanciullesca dei frati, i loro volti, le maschere, il fatto che non siano attori veri e propri ma veri frati è una scelta che rende.
Ma credo che il momento più alto del film sia l'episodio con protagonista Aldo Fabrizi: con il frate maltrattato e sballottato come una pezza, e la mimica di Fabrizi eccezionale.
Anche il finale e tanti altri dettagli, semplici e toccanti, la rendono un'opera lodevole sotto tutti i punti di vista.

Goldust  @  05/05/2014 11:58:16
   7 / 10
Dopo Paisà un nuovo film ad episodi per raccontare da diversi punti di vista le sofferenze e le difficoltà della vita francescana. Come sempre in questo genere di film alcuni episodi spiccano su altri, e allora come non menzionare lo spiritato signorotto interpretato da Fabrizi, o il furbesco stratagemma utilizzato dal Santo per indirizzare i propri adepti alle rispettive "vie del Signore".

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  01/07/2013 12:35:37
   7½ / 10
La vita di San Francesco sotto forma di neorealismo.
Rossellini si serve di un cast di attori non professionisti (e si nota) per raccontare piccoli intervalli di vita all'interno di questa comunita' fatta di stenti e preghiera.
L'episodio con Fabrizi è quello che rimane piu' impresso proprio perche cozzano quei due Mondi di pensiero differente, cosa che fino a quel momento non si era avuto.
Semplice e forte allo stesso tempo.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  16/03/2009 23:11:06
   8½ / 10
Può sembrare un controsenso, ma l'asciuttezza dello stile di Rossellini privo di quella retorica comune a molti kolossal religiosi, è la carta vincente del film così denso di spiritualità. Importante anche nella misura in cui il personaggio di Francesco, così pieno di "follia" o spontaneo anticonformismo, sia poi riproposto nella variante contemporanea da Irene di Europa 51. L'episodio del lebbroso e l'avventura di Fra Ginepro al cospetto di Nicolaio sono i momenti migliori del film.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  30/12/2007 15:20:42
   8½ / 10
Fra tutti i film di Rosellini che ho visto questo è quello che secondo me ha la migliore resa visiva. La fotografia è magnifica con le sue panoramiche su splendidi paesaggi italiani (ho riconosciuto Sovana) e con dei curati primi piani o piano sequenza dalle perfette geometrie.
Tratto dai Fioretti di San Francesco e riadattato con lo zampino di Federico Fellini, narra lo spirito religioso del Santo tramite piccoli quadretti di vita quotidiana. Non c’è quindi enfasi o scene celebrative, ma emerge un quadro a volte neorealistico di vicende molto semplici o banali. Si ritrae più che altro lo spirito di entusiasmo, letizia, semplicità che sfiora l’infantilismo con il quale un gruppo unito da un ideale affronta i piccoli problemi della vita di tutti i giorni.
Il film mostra una specie di dicotomia fra San Francesco e i suoi discepoli rappresentati da Fra Ginepro. Francesco è il motore del gruppo, tutti pendono dalle sue labbra. L’attore che lo impersona ha l’aspetto di uno qualunque, senza particolari che lo possano distinguere fisicamente. Lui però è l’unico che ha il coraggio di rivolgersi direttamente alla divinità, a volte in modo lieto ma a volte anche drammaticamente, piangendo. E’ il solo che ha ben chiaro il significato e lo spirito di quello che fa. Intende l’agire religioso come qualcosa di estremo e sincero. L’affetto fra le persone si deve esprimere in maniera completamente spontanea anche a costo di forme che offenderebbero un religioso controriformista. Aspira a vivere con gli ultimi e i reietti della società tanto da fargli abbracciare e adorare un lebbroso come fosse il rappresentante di Dio sulla terra. A volte sembra cercare l’umiliazione, tanto che per un miscredente apparirebbe come un masochista.
Il resto del gruppo in genere cerca di “fare come” Francesco e quindi vive di riflesso lo spirito del Santo, mediandolo o adattandolo con sensibilità e modi che hanno a volte poco a che vedere con questo spirito. Fra Ginepro interpreta sempre alla lettera i dettami di Francesco. Pecca spesso di eccesso di generosità, ma il più delle volte ricorre a furbizie o finte ingenuità per raggiungere i suoi scopi. Ad esempio vuole esaudire la richiesta di un fratello malato di mangiare uno zampetto di maiale. Non esita quindi a tagliare la zampa da un animale vivo, compiendo quello che sembra in realtà un furto. Ha bisogno di un grosso mastello e come d’incanto nella scena successiva il mastello gli rotola dietro. La sua umiltà è solo apparente come quando guarda in faccia da pari il tiranno Nicolaio. Le scene che lo coinvolgono sono velate d’ironia e assumono spesso lo stile della comica o della farsa.
Ne viene fuori quindi una rappresentazione molto bella e semplice di un gruppo religioso, con la spiritualità anticonformista e genuina del proprio leader e la traduzione pratica e semplificata di questo spirito da parte dei suoi pittoreschi discepoli.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Marlon Brando  @  08/11/2007 15:27:41
   9 / 10
Credo che il merito più grande di Rossellini sia l'aver mostrato la follia di San Francesco e dei suoi discepoli, la stessa follia di chi crede nei principi educativi ed etici del cristianesimo e si rassegna nel non riuscire a motivare le contraddizioni e gli errori che la più grande religione monoteista si trascina.
Misteri inspiegabili, ma che vanno in secondo piano rispetto all'imprescindibile messaggio d'amore del Vangelo.

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  02/10/2007 17:56:00
   8½ / 10
QUESTO FILM E' UN MIRACOLO, SE SI CONSIDERA CHE E' STATO FATTO CON ATTORI NON PROFESSIONISTI (FATTA ECCEZIONE DELL'ESIMIO ALDO FABRIZI).
INDIMENTICABILE ED INEFFABILMENTE TOCCANTE L'INCONTRO DI FRANCESCO CON L'APPESTATO.
UN FILM CHE SI LASCIA GUARDARE E RIGUARDARE...

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  15/08/2007 20:13:11
   8 / 10
quando c'è un genio dietro la macchina da presa si vede.
Rossellini ha colto nel suo cinema la vera genialità di questo santo: l'umilità.

Dick  @  06/07/2007 00:49:21
   9 / 10
Film a episodi su parte della vita di San Francesco veramente molto bello nella sua apparente semplicità.

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