i compari regia di Robert Altman USA 1971
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i compari (1971)

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locandina del film I COMPARI

Titolo Originale: MCCABE AND MRS. MILLER

RegiaRobert Altman

InterpretiJulie Christie, Warren Beatty, Rene Auberjonois

Durata: h 2.01
NazionalitàUSA 1971
Generewestern
Al cinema nel Novembre 1971

•  Altri film di Robert Altman

Trama del film I compari

McCabe è un millantatore senz'arte né parte. Constance è invece una entraîneuse di carattere decisa a difendere a tutti i costi la sua casa d'appuntamento, che una compagnia mineraria vorrebbe far demolire. I due si alleano per lottare insieme contro il sopruso annunciato.

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Voto Visitatori:   8,18 / 10 (17 voti)8,18Grafico
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Voti e commenti su I compari, 17 opinioni inserite

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TheLegend  @  24/07/2021 13:59:45
   7½ / 10
Western diverso dal salito sulla nascita del capitalismo.
Ottime le musiche.

topsecret  @  18/01/2020 14:25:27
   6½ / 10
Western atipico per certi versi, e non solo per l'ambientazione innevata, che esplora sentieri meno abituali da quelli classici del genere, anche se poi nella mezz'ora finale li riprende in maniera esplicativa, con tanto di sparatoria e caccia all'uomo.
Parte come una sorta di commedia drammatica e per larghi tratti coinvolge poco, proponendo situazioni che si lasciano guardare, ma non esaltano in modo particolare, e che solo le prove degli attori riescono a renderle più accettabili, mentre il ritmo narrativo accelera e rallenta con fastidiosa alternanza.
La parte conclusiva ha più appeal e genera maggiore interesse, tanto da elevarne il voto conseguendo una sufficienza piena.

dagon  @  20/10/2018 14:45:13
   8 / 10
Western sui generis, figlio di un tempo in cui il cinema osava e gli autori davano un'impronta personale ai propri film, spesso stravolgendo o ibridando ii generi. Fotografia assolutamente strepitosa di Zsigmond che anticipa un po' quella incredibile de "i cancelli del cielo", eccellente sceneggiatura piena di sfumature e di psicologie ben tratteggiate e approfondite. Aggiungiamo anche ottime interpretazioni, un film da recuperare.

VincVega  @  01/02/2018 19:42:44
   9 / 10
Un western diverso, lontano dalla tradizione, come solo Robert Altman poteva fare. Lasciata da parte l'epicità dei film con John Wayne, il film parte quasi scanzonato per poi, strada facendo, passare in toni più drammatici e, in alcuni momenti, anche una certa tensione. Non casuale, appunto, il passaggio al clima prima piovoso, poi nevoso, portatore di morte. Ed il rapporto tra McCabe e Costance, rimane così irrisolto, come molti rapporti nella vita di tutti. Finale amaro con la contrapposizione tra la caccia all'uomo, la gente del paese che riesce a spegnere l'incendio della chiesa e Costance stordita dall'oppio.
Grandi interpretazioni di Warren Beatty e soprattutto di una splendida Julie Christie. In una piccola parte c'è anche un giovane Keith Carradine (poi in altri di Altman) che non fa una bella fine. Fotografia stupenda.
Personalmente uno di quei film che la cui durata è troppo poca, poteva andare avanti per un altro paio d'ore e non me ne sarei accorto. "I Compari" è tra i miei western preferiti (proprio perchè atipico) insieme a quelli di Sam Peckinpah e Sergio Leone.

Neurotico  @  20/05/2015 15:27:49
   9½ / 10
McCabe & Mrs. Miller è un western crepuscolare, oscuro, invernale, fatto di fango e neve, solitudine e disperazione.
Tratto da un racconto di Edmund Naughton e diretto dal grande regista Robert Altman, I Compari inquadra un western ribaltato nei suoi elementi cardine rispetto al canone del genere che fino ad allora si era imposto.

McCabe infatti incarna una figura contraddittoria di eroe perchè se da una parte gode di una fama di spietato pistolero (anche se, esclusa la parte finale, non lo vediamo mai all'opera), dall'altra si dimostra un uomo d'affari più bravo a trattare prostitute che a tenere la contabilità della sua impresa o a corteggiare la signora Miller, autoritaria e decisa, (interpretata da una bravissima Julie Christie), che fa entrare come socia in affari della sua casa di tolleranza, e di cui poi si innamora.
Inoltre c'è anche un'ambientazione piovosa, decadente ed invernale a rompere con la tradizione del genere western, che per la maggior parte delle volte era stato immortalato in atmosfere desertiche, aride e bruciate dal sole.

E' un western popolato da minatori, operai, zoticoni, bifolchi e sporcaccioni che alleviano la loro disperazione e solitudine con la compagnia di allegre p.uttane. Dall'iniziale atmosfera goliardica e scanzonata, con battute e scenette dentro una cornice decadente ed autunnale, sino al finale, pessimista, immerso in una soffice nevicata che accompagna una caccia all'uomo dall'esito beffardo.
Le stoccate polemiche alla libera impresa e al mito del self-made man, tipiche del sogno americano, sono evidenti e confermano la visuale anticonvenzionale di un regista unico e dallo sguardo acuto come Robert Altman, non avvezzo a facili concessioni alle logiche commerciali dell'industria cinematografica hollywoodiano.

Resta solo il sibilo del vento che soffia a rompere il silenzio di un west miserabile, lurido, fangoso, ostile. Le struggenti note di Leonard Cohen sottolineano l'aura malinconica, mentre la fotografia "sgranata" di Vilmos Zsigmond, che illumina stupendamente di rosso molti interni, riflette la cupezza che percorre tutto il film. E' emblematica la sorte, spietata e beffarda, del cowboy interpretato da Keith Carradine, in un duello insensato che ha poco di spettacolare o cinematografico.
E' un film magnifico, con un epilogo che, nella sua disperazione, comunica una solitudine che lascia un'amarezza infinita.


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Filman  @  18/03/2015 00:01:14
   7½ / 10
Con la sua consuetudinaria atipicità ed amarezza, Altman travolge anche il genere western, rielaborandolo con proprio spirito e carattere fino ad ottenere MCCABE AND MRS. MILLER, un dramma umano catapultato in un determinato contesto storico, il quale esalta il lato romantico dell'opera, anch'esso infelice e malinconico, per custodire quel naturalismo semplice ma al contempo raffinato e sensibile che il regista ha cercato di raffigurare.
Adoperando su uno stile parallelo a quello post-moderno della sua commedia tipica, più accademico ma comunque risoluto sia tecnicamente che narrativamente, Altman pone ancora al centro di tutto l'anima americana, in forma decisamente generale e sentimentale tuttavia, per disperdere quelle sfumature che sempre caratterizzano i suoi messaggi sociali e politici, seppur il fine narrativo della pellicola risulta essere qualcosa di meno alto.

_Hollow_  @  24/02/2015 14:56:16
   9½ / 10
Un western atipico ed esistenzialista come forse poteva (ri)uscire solo ad Altman (ah, e a Jarmusch). Sporco, realista ed ambientato in mezzo alla neve invece che tra le dune del deserto.
Magnifica e totalmente azzeccata la colonna sonora composta da canzoni prese da "Songs of Leonard Cohen". In particolare trovo stupendo l'utilizzo di The Stranger Song, dai secondi iniziali di arrivo del personaggio fino a quelli finali su una Constance versione Noodles (anche se è vero il contrario, li separano 13 anni).

It's true that all the men you knew were dealers
who said they were through with dealing
Every time you gave them shelter.
I know that kind of man
It's hard to hold the hand of anyone
who is reaching for the sky just to surrender
who is reaching for the sky just to surrender.

And sweeping up the jokers that he left behind
you find he did not leave you very much, not even laughter.
Like any dealer he was watching for the card
that is so high and wild
he'll never need to deal another.
He was just some Joseph looking for a manger
He was just some Joseph looking for a manger.

And leaning on your window sill
he'll say one day you caused his will
to weaken with your love and warmth and shelter.
And then taking from his wallet
an old schedule of trains, he'll say
I told you when I came I was a stranger
I told you when I came I was a stranger.

But now another stranger seems
to want you to ignore his dreams
as though they were the burden of some other.
O you've seen that man before
his golden arm dispatching cards
but now it's rusted from the elbows to the finger
And he wants to trade the game he plays for shelter
Yes he wants to trade the game he knows for shelter.

Ah you hate to watch another tired man
lay down his hand
like he was giving up the holy game of poker.
And while he talks his dreams to sleep
you notice there's a highway
that is curling up like smoke above his shoulder
And suddenly you feel a little older.

You tell him to come in sit down
but something makes you turn around
The door is open you can't close your shelter.
You try the handle of the road
It opens do not be afraid
It's you my love, you who are the stranger
It's you my love, you who are the stranger.

Well, I've been waiting, I was sure
we'd meet between the trains we're waiting for
I think it's time to board another.
Please understand, I never had a secret chart
To get me to the heart of this or any other matter
When he talks like this, you don't know what he's after
When he speaks like this, you don't know what he's after.

Let's meet tomorrow if you choose
upon the shore, beneath the bridge
that they are building on some endless river.
Then he leaves the platform
for the sleeping car that's warm
You realize, he's only advertising one more shelter
And it comes to you, he never was a stranger
And you say, Ok the bridge or someplace later.

And sweeping up the jokers that he left behind
you find he did not leave you very much, not even laughter.
Like any dealer he was watching for the card
that is so high and wild
he'll never need to deal another.
He was just some Joseph looking for a manger
He was just some Joseph looking for a manger.

And leaning on your window sill
He'll say one day you caused his will
To weaken with your love and warmth and shelter.
And then taking from his wallet
An old schedule of trains, he'll say:
I told you when I came I was a stranger
I told you when I came I was a stranger.

Capolavoro.

2 risposte al commento
Ultima risposta 24/02/2015 15.20.49
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  15/09/2013 23:06:38
   8½ / 10
Fantastico antiwestern, destrutturato dall'interno con sapienza da Altman.
La bellissima fotografia fa da sfondo ad un ambientazione innevata, i protagonisti terribilmente umani si infrangono contro il mito dell'eroe: non ci sono eroi, sono solo dei fanfaroni ma forse anche per questo ci si affeziona a loro con tanta forza e il finale colpisce tantissimo: quella doppia analogia di abbandono totale ad un passo dal trionfo, la morte del cinema (western), una simmetria che ricorda con forza da una parte (maschile) Jack Nicholson in Shining congelato dal ghiaccio e immobile, l'altra parte (femminile) un Robert De Niro che sorride ambiguo alla macchina da presa dopo essersi oppiato al punto giusto. Ma qui non ci sono sorrisi o ghigni diabolici, solo la malinconia.
Malinconia che invade tutta la pellicola, complici anche le musiche di Leonard Cohen con la sua voce che sembra provenire da lontano e accompagnare una commedia umana di grande sensibilità e realismo, forse da qualche ghiacciaio sperduto. Solo lui e una chitarra, come fossero una eco proveniente da lontano che ti sorprende all'improvviso intristendoti. Cosi ho sempre immaginato Leonard Cohen mentre canta, cosi sento la sua musica, cosi si adatta alla perfezione a questo gioiellino sconosciuto di Robert Altman.

Goldust  @  12/05/2013 16:08:44
   7 / 10
Per ambientazione e caratterizzazione dei personaggi è certamente un western fuori dai binari consueti, che parte come una commedia grottesca sulla vita di un Paese di frontiera in costruzione, per poi trasformarsi repentinamente in un lucido dramma ed un'amara lezione di vita, dove gli scaltri sopravvivono e gli stolti ci rimettono. Fa riflettere comunque che in due ore di film non vi sia neanche l'ombra di un personaggio completamente positivo. Ritmo altalenante.

edmond90  @  03/01/2013 18:17:45
   9 / 10
Eccellente prova autoriale di Altman,che rivolta il genere western come un calzino,privandolo di tutte le canoniche caratteristiche.
L'eroe è un meschino cialtrone,l'ambiente sordido e dilaniato dalla miseria,le donne in scena sono tutte prostitute,l'unico scopo della vita quotidiana è la sopravvivenza,il duello finale ridotto a una confusionaria lotta senza regole per rimanere in vita.Non c'è onore ne gloria.
Fondamentali per la riuscita la fotografia di Zsigmond,l'uso del sonoro che sottolinea il caos e il degrado di una società senza più punti di riferimento e la strepitosa prova di Warren Beatty.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  08/12/2011 12:04:02
   8 / 10
Western atipico dove Altman racconta il passaggio di un'America rurale di fronte al capitalismo avanzante. Non ci sono personaggi mitici da demolire, non c'è niente di mitico in questo film. Altman ci presenta due protagonisti destinati alla sconfitta, impossibilitati a ricrearsi un percorso nuovo perchè in fondo già "marchiati" dalla vita stessa, chi fra piccole ambizioni di uomo d'affari che si scontrano con la pochezza di capacità pratica, chi invece possiede tale capacità ma troppo indurita dalla vita precedente. Un sogno che non si concretizza, un sogno perso tra l'oblio dei fumi dell'oppio.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  09/10/2009 23:19:12
   7 / 10
Fra i rivolgimenti avvenuti negli anni a cavallo fra 60-70, ce ne fu uno che riguardò gli stili e i generi cinematografici del cinema americano. I vecchi modelli erano considerati sorpassati e i registi si sentivano adesso liberi, anzi in dovere, di inventare nuovi modelli, rovesciando stereotipi, utilizzando nuove tecniche, aggiornando i contenuti. Non sempre i risultati sono stati però all’altezza e spesso i film “nuovo stile” erano assai inferiori (nella resa emotiva e tecnica) rispetto ai vecchi classici.
Uno dei “revisori” del genere western fu Altman. Con questo film cercò di adattare il genere al realismo e alla verità, facendo a meno dei miti, delle forme visuali e delle categorie etiche e sociali usate fino ad allora. Lo si vede fin dai primi fotogrammi. C’è un paesaggio cupo, invernale, per nulla affascinante (si smitizza la grandezza del paesaggio). Si ha a che fare poi con gente di bassa lega, mediocre se non meschina, per lo più viziosa (niente a che vedere con i vecchi coloni, rozzi sì ma attaccati ai valori di lavoro e famiglia).
L’eroe (un Warren Beatty senza infamia né lode) poi è uno sbruffoncello volgarotto, anche lui mediocre e poco intelligente, attaccato al piccolo guadagno (apre un bordello, cosa inaudita in un film americano solo qualche anno prima). Tutto si tratta fuorché di un pistolero tradizionale.
L’unico personaggio “con le palle” è una donna (la brava Julie Christie), dello stesso stampo della mitica Vienna di Johnny Guitar; solo che fa la prostituta e non si perita della natura morale di quello che fa, anzi, il mondo delle prostitute è quello fatto apparire in migliore luce nel film.
Il film si trascina quindi per tre quarti senza colpi di scena, in una cronaca quasi prosaica della costruzione e del funzionamento del salone-bordello. E’ un misto di finzione filmica e tentativo di riproduzione senza filtri del reale. All’improvviso poi la situazione si vivacizza con l’intervento dei “cattivi”, che stavolta hanno il volto delle grandi compagnie commerciali, il grosso capitale, il quale non esita a ricorrere a qualsiasi mezzo pur di raggiungere i propri fini.
L’ultima parte ricalca così lo scontro fra il protagonisti e i pistoleri, descritti però in maniera un po’ smitizzante (rozzi, brutali) e prosaica. In questa parte si crea tensione nello spettatore e in qualche modo l’eroe viene fatto riscattare mostrando il suo animo sentimentale e un inaspettato coraggio. Il finale però non è lieto, anzi molto malinconico e fatalista. Il cinema non era più ormai un facile dispensatore di illusioni e speranze, ma uno specchio delle difficoltà e degli scacchi del reale.
Oltre ai vuoti narrativi e alla lentezza, il film soffre di uno scarso approfondimento dei caratteri principali, di cui sfuggono le ragioni e la genesi dei sentimenti.
Di positivo c’è invece la tecnica filmica con diversi esperimenti o “sporcizie”, come le riprese in luoghi bui o controsole, che danno la sensazione di presa diretta. Belle e suggestive le riprese con la neve. Il film non è un gran ché ma Altman dimostra veramente grande bravura.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  26/07/2009 09:25:18
   8 / 10
Western singolare, dolcissimo nel raccontare la storia d’amore tra un pistolero fanfarone ed una prostituta. Delizioso nel descrivere la costruzione d’un bordello. Tenero anche nell’estenuante sparatoria finale, sopra uno scenario immenso foderato dalla neve.
Le canzoni di Cohen, piene di malinconia, forse le avrei trovate maggiormente adatte ad uno sfondo, come dire, più “metropolitano”; ma sono talmente graziose e delicate, che non possono che infiorare soavemente questo bel film di Altman.

Dick  @  12/09/2007 13:24:11
   8 / 10
Western con un simpatico protagonista fetecchione ed una donna all' apparenza decisa che in realtà che ha anche lei delle fragilità che vogliono mettere su un' attività che per altro riesce salvo poi venire soffocati dall' industrializzazione.
Oltre a questo tema dove alla prima parte abbastanza allegra e spensierata ed ironica sulla costruzione del bordello

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER se ne pone una dcisamente più drammatica c' è anche quello della storia d' amore contraddittoria in un ambiente squallido e della reputazione che il protagonista s' è costruito con furbizia.
A proposito di questo, ma quando

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  02/06/2007 12:33:32
   7½ / 10
riuscito wester che viene accompagnato da ottimi paesaggi e buone musiche!
dopo una prima parte che non mi ha convinto molto il film parte(dalla costruzione del bordello in poi)e tocca alcuni temi originali e li affronta con freddezza e precisione!
molto bravi i due protagonisti!
il finale mi è parso un po oscuro!

Tony Montana  @  05/04/2007 22:50:15
   9½ / 10
Bellissimo antiwestern.
Il maestro Altman dimostra di poter affrontare qualsiasi genere, anche quello dove in molti hanno provato a brillare, ma in pochi ci sono riusciti. E lo fa privandolo di ogni figura eroica, romantica, umana, ma ,soprattutto, di ogni speranza. Belle le musiche e la fotografia. Ottimi i protagonisti.

4 risposte al commento
Ultima risposta 21/01/2008 12.48.37
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  13/08/2006 16:01:09
   9 / 10
Uno dei migliori Altman di sempre, un western lirico influenzato dagli echi post-beat e progressisti del 68".
Un western atipico e affascinante (occhio alla splendida fotografia) che racconta le origini e le contraddizioni del capitalismo nell'America rurale e nella storia pioneristica degli stessi Usa.
Bellissima colonna sonora di Leonard Cohen

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