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All'inizio pare il solito filmetto coreano-americano sulle arti marziali e sul bullismo giovanile (complice anche un allusivo ma truffaldino titolo italiano), invece la sceneggiatura tenta di essere molto più profonda. Al di la della immancabile, squallida trovata, degli attori trentenni che si spacciano per liceali, la storia si basa molto sui problemi di integrazione razziale di una famiglia asiatica che, anzichè il sogno ha trovato l'incubo americano. Ma la vita non è facile nemmeno per i bianchi, come si vede dal punto di vista di quello che dovrebbe essere il cattivo di turno, con alle spalle una storia familiare disgregata. Tra cadute, risalite, voglia di riscatto e destino in agguato dietro l'angolo come un brigante da strada, il film scorre in maniera drammatica e credibile rivelandosi infine più che decente. Si, nel complesso poteva anche meritarsi un voto superiore ma realizzazione e recitazione sono troppo di serie B!