il raggio verde regia di Eric Rohmer Francia 1985
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il raggio verde (1985)

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locandina del film IL RAGGIO VERDE

Titolo Originale: LE RAYON VERT

RegiaEric Rohmer

InterpretiSylvie Richez, Amira Chemakhi, Béatrice Romand, Marie Rivière

Durata: h 1.38
NazionalitàFrancia 1985
Generecommedia
Al cinema nel Luglio 1985

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Trama del film Il raggio verde

Delphine non sa decidere dove passerà le sue vacanze: il mare l'annoia, la montagna la immalinconisce. Un ragazzo riesce a convincerla a passare qualche giorno in un villaggio di pescatori: qui assisteranno al fenomeno rivelatore del "raggio verde".

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Voto Visitatori:   7,81 / 10 (21 voti)7,81Grafico
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Voti e commenti su Il raggio verde, 21 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  24/09/2020 16:24:17
   8 / 10
Pellicola esistenzialista in cui Rohmer si concentra sull'alienazione scatenata dall'imbecille rito delle vacanze di massa. Grande pellicola, cinema semplice ma essenziale.

Matteoxr6  @  11/02/2016 21:35:30
   3 / 10
La protagonista è una persona comunissima, palesemente nelle prime fasi di un periplo depressivo. Il regista la circonda di totali imbecilli che nella nostra società hanno sempre prodotto tanto rumore, ma non sono la maggioranza né, più semplicisticamente, l'altra metà del cielo. Questa delineazione netta e fraudolenta insieme con una regia veramente piatta e scarna (e non venitemi a parlare di bassi costi perché con 190 milioni di Lire, dando due soldi a quei quattro attoruncoli, si può tutto. Le pellicole senza fondi sono un'altra cosa), mi fanno regalare questo tre. Più che sconsigliato.

Vax87  @  19/12/2015 21:18:40
   10 / 10
Pellicola non per tutti, amo lo stile di Rohmer, ci vuole grande sensibilità per cogliere tutti gli aspetti positivi, regia impeccabile , scene inappuntabili, la tristezza del personaggio sembra tormentarla a tal punto da provare quasi ansia per lei,film indimenticabile con una sorta di lieto fine.

Oskarsson88  @  29/08/2015 04:02:43
   7½ / 10
Particolare ritratto di un'anima in pena, una donna dalle tante paure e incertezze che non le lasciano vivere appieno la vita. Tanti dialoghi e pochi fatti, ma comunque interessante.. un ottimo dipinto.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  31/05/2015 23:38:02
   8 / 10
Leone d'oro e credo prima, vera consacrazione internazionale per Rohmer: eppure in precedenza aveva già diretto film migliori di questo.
"Il raggio verde" è comunque riuscito, merito anche di un personaggio, quello di Delphine (Marie Rivière bravissima) che è un piccolo miracolo.

impanicato  @  07/11/2014 17:22:25
   7 / 10
Delphine é una donna sognatrice, spontanea, diretta. Per lei l'amore non é divertimento, ma un impegno. Non riesce ad imporsi delle avventure passeggere.
Ma l'amore, si sa, arriva quando meno se lo aspetta.
Buona commedia di Rohmer, apprezzo molto la regia e la fotografia. La performance dell'attrice principale é ottima, rappresenta bene ció che prova.

"Perché devo impegnarmi a fare qualcosa che non voglio fare?"
Solo questa frase vale la visione. Bisogna sapere dire di no.

Horrorfan1  @  21/01/2014 17:49:03
   6½ / 10
Buon film, con una protagonista sensibile e anche un po' "complessata", che finisce anche bene.

Come film di Rohmer è da consigliare!

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Ciaby  @  26/12/2013 20:13:00
   8 / 10
Una bellissima commedia improvvisata, dove la semplicità e la spontaneità sono funzionali ad un messaggio quasi illuminante.
Da non perdere.

suzuki71  @  15/11/2013 08:53:37
   7 / 10
Intelligente, scritto bene, leggero e drammatico assieme. Chi sono veramente io? Dov'è il mio posto al mondo? Con chi? E Delphine, che crede ci sia risposta....

gaffe  @  21/01/2010 18:35:17
   8½ / 10


Primo film che vedo di Rohmer da poco scomparso.
La protagonista è un'anima in pena,la sua è un'eterna fuga dalla vita ma alla fine troverà serenità e forse l'amore che tanto attendeva.
Ottimi i dialoghi e l'ambientazione estiva.
N.B Nella scena finale del tramonto il raggio verde non si vede.

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Ultima risposta 15/11/2013 08.55.03
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Invia una mail all'autore del commento wega  @  21/11/2009 21:19:33
   9 / 10
Grande Eric Rohmer. "Il Raggio Verde" è uno di quei film che non mi stancherei mai di guardare. Lento, noioso per i più, Rohmer è un Bergman de-....de-....boh..fatto sta che riesce ad abbassare lo sguardo della macchina da presa portandolo sulla stessa frequenza della sensibilità umana mostrandoci la realtà. E la verità. Arte al 100%.

Jumpy  @  14/09/2009 00:38:13
   9 / 10
“Ah! Que le temps vienne où les coeurs s’éprennent”
Inizia con questa citazione di Rimbaud questo vero e proprio gioello, pur se realizzato con mezzi poveri.
In pieno stile Rohmer, ci sono dialoghi su dialoghi, che, mai come in questo caso danno un senso di intima familiarità con i protagonisti e rendono il film particolarmente coinvolgente.
La protagonista rappresenta in pieno il senso di smarrimento e confusione di questi tempi.
Il finale è tra i più belli che abbia mai visto.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  22/07/2009 20:34:48
   8 / 10
"Chi vede il raggio verde, otterrà il privilegio di leggere più chiaro in se stesso e nei propri sentimenti".
Tanto complessata da apparire così comune e vera, Delphine cerca l'amore, sognato a lungo ricordando questo labile messaggio del romanzo di Verne. E quando si rivelerà davanti a lei quel semplice segno del destino, cederà infine al calore della dolce estate, ed il fioco raggio verde, atteso, risplenderà reale davanti ai suoi occhi, rischiarirà di radiosa luce il mare.. e le colorerà finalmente il cuore.

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Ultima risposta 17/01/2010 09.30.53
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carriebess  @  22/07/2009 10:59:56
   9½ / 10
'perchè devo sforzarmi di fare cose che non mi interessano?'
ritrae bene il disagio e le difficoltà che vivone le persone 'diverse' che sono però costrette ad adeguarsi alla frenesia e dinamicità dell'età contemporanea.

bulldog  @  18/07/2009 23:41:09
   9 / 10
Film delicato,di grande inteliggenza.
Fotografa molto bene la società attuale.

1 risposta al commento
Ultima risposta 24/09/2011 10.54.59
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Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  15/07/2008 19:45:58
   7 / 10
“Le rayon vert” si presenta come una pellicola molto positiva che, accompagnandoci nella descrizione della crisi esistenziale di Delphine, fa un quadro della vita come un insieme di eventi e contingenze inopinati che conducono l’ ”uomo” a imprevedibili e insperate conseguenze.
Delphine è una donna molto semplice ma dotata di una spiccata sensibilità che, da un lato, la porta ad avere un grandissimo rispetto verso tutti gli essere animati (ella è infatti una vegetariana convinta), dall’altro la rende molto fragile, tanto da causare in lei crisi di pianto allorquando entra in conflitto con le altre persone o, più semplicemente, non riesce a comunicare loro il proprio pensiero. Ma ciò che più di tutte la turba è la solitudine, che si traduce non solo nell’assenza di un compagno, di una amante, ma anche nel fatto di sentirsi estranea alla realtà che la circonda e diversa da tutti gli altri: i viaggi che ella intraprenderà allo scopo di raggiungere un ipotetico e inesistente “locus amenus” si riveleranno dei veri e propri fallimenti, che non faranno che acuire la sua depressione nonchè il suo senso di straniamento verso un mondo visto come sempre più mediocre e cinico. Ma a questo punto entra in gioco il Caso. Fin quando Delphine si è affannata nella ricerca itinerante dell’anima gemella i risultati sono sempre stati deludenti; ma proprio nel momento più inaspettato (e forse nel posto più significativo, cioè nella stazione come luogo-crocevia) avviene il tanto sospirato incontro con un uomo che, diversamente dagli altri in cui ella si è imbattututa durante la sua vacanza –fino ad allora- poco propizia, ha qualcosa che finalmente la attrae e la affascina. Cosa può esserci poi di meglio se non condire e sublimare il fatidico momento con un evento allo stesso tempo fausto, romantico e quasi miracoloso? Il raggio verde, quel fenomeno naturale che si verifica in determinate e rare circostanze per un particolare effetto di rifrazione e che, secondo l’omonimo romanzo di Jules Verne dà la possibilità a chi lo contempla di scrutare e capire i sentimenti propri e delle persone che ci sono accanto, costituisce il suggello di un probabile amore nato spontaneamente e senza forzate induzioni.
“Le rayon vert” è una commedia leggera ma tutt’altro che frivola. Con essa Rohmer rappresenta l’insicurezza e la fragilità di un soggetto sensibile e poetico, una sorta di idiota femminile, nel conflitto con la prosaica realtà esterna. Chi si è anche solo un po’ riconosciuto nella protagonista del film sicuramente avrà modo di apprezzarlo; per gli altri vi è il rischio di trovarlo un po’ noioso.

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Ultima risposta 04/12/2009 21.19.28
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Gruppo REDAZIONE amterme63  @  04/01/2008 23:05:51
   8 / 10
Devo dire che sono rimasto colpito dalla capacità che ha questo film di ritrarre una condizione umana molto comune nella società di oggi, di farcela quasi toccare con mano. Ci fa capire che i drammi non sono solo sociali o collettivi, ma che anche le persone più banali nel loro piccolo si possono trovare ad affrontare problemi cruciali come la solitudine, l’insicurezza in se stessi, l’estraneità con il modo di vivere comune. A suo modo il film continua la tradizione del cinema esistenzialista, come pure testimonia la capacità tutta francese di riuscire a sviscerare e a descrivere i più sottili e vivi meccanismi dell’animo umano in maniera logica e razionale (l’esprit de finesse). Il pericolo del film sta nell’essere a volte forse troppo accademico e ripetitivo nei lunghi dialoghi, anche se comunque c’è sempre il sentimento vivo e bruciante dietro ogni parola o situazione di circostanza. Peccato solo per il finale forzatamente lieto e per i rimandi a coincidenze e fantasticherie (compreso il famigerato raggio verde) che tolgono drammaticità e banalizzano la storia.
Fin dalle prime battute si vede l’intenzione del regista di dare l’impressione di quotidianità e normalità. La protagonista Delphine è una donna sola, non ricca ma senza preoccupazioni economiche, non è né brutta né bella, non ha quindi particolare charme o attrattiva. Possiede però un animo molto sensibile e contraddittorio, che vive i problemi, ma che non sa come agire e venirne fuori. Il problema più grosso che si trova ad affrontare è quello della solitudine, legato a doppio filo con la sensazione interiore di essere “diversa” dai modelli comuni, quasi “inferiore” e inadatta. Vorrebbe aprirsi, ma il senso di inferiorità e di insicurezza la bloccano e lei reagisce frapponendo fra sé e il mondo tutta una serie di ostacoli autodifensivi: vuole e non vuole. I timidi e maldestri tentativi finiscono ovviamente per fallire, aumentando così la propria disistima e insicurezza. E’ come se si agitasse nelle sabbie mobili. I colloqui con gli amici che cercano di farla sfogare, di spronarla ad agire di petto non fanno altro che accentuare il suo chiudersi a riccio e il suo rifugiarsi nella “diversità”. Sembra facile, ma per chi soffre di malattia della volontà, di depressione, diventa un’impresa collossale e penosissima venirne fuori. Per fortuna ci pensa il pietoso regista che regala a Delphine l’incontro decisivo che lei riuscirà stavolta a non sciupare. Certo che è fin troppo facile affidarsi al destino, a una carta o ad un oroscopo, ma del resto chi soffre di queste malattie dell’animo si aggrappa a tutto pur di salvarsi.
Rohmer tratta questo argomento in maniera dimessa, senza enfasi, ma con grande acume e realismo. La macchina da presa resta spesso ferma in primo piano sui personaggi proprio per captare qualsiasi espressione o movimento banale e conoscere così come si comportano o si atteggiano, scavando a fondo nel carattere. La vicenda si svolge con successione di momenti topici, con ritmo lento e privilegiando appunto i dialoghi; comunque l’argomento rimane sempre lo stesso: la situazione interiore di Delphine.
E’ facilissimo quindi identificarsi in lei. Certamente chi si trova a vivere in una condizione di solitudine o “diversità” rispetto ai modelli comuni, vede sullo schermo se stesso e tutti i propri problemi sbattuti in faccia. Diventa quindi una visione che rimane dentro, che segna. Chi non ha condiviso questo stato d’animo troverà certamente il film noioso e prolisso. Io sono nella schiera di quelli che hanno “vissuto” il film e capito bene quello che provava Delphine.

lupin 3  @  21/12/2007 18:32:14
   7 / 10
Film carino che riesce nel suo intento, semplice e delicato nello stesso tempo.

addicted  @  10/09/2007 22:53:41
   10 / 10
Abbiate pazienza, ma non riesco a dare meno di 10 a Rohmer. A volte ho un dubbio (in questo caso ero partito pensando ad un 9), poi mi rimorde la coscienza e penso: come faccio a dare meno di 10 all'autore del "Ginocchio di Claire", di "Le notti della luna piena" e di "L'amore il pomeriggio"???
Ogni film di Rohmer richiama alla memoria i precedenti. Lo spettatore affezionato prova ogni volta lo stesso appagamento dei sensi e della mente. Così non resisto e appioppo il mio 10 tondo tondo.
Alla faccia dello spirito critico!!!

ds1hm  @  24/07/2007 15:24:06
   7 / 10
finalmente....è arrivato il raggio verde.
visto per la prima volta anni fa, è insieme a tanti altri film uno dei riferimenti personalissimi di come sono cambiato, di come psichicamente si trapassa verso altre prospettive. il film mi colpì notevolmente, anche se dopo l'ultima visione lo trovo un pò troppo ristretto, un omaggio al solo continente femminile, troppo romanzato, a tratti isterico...ma è inevitabile e forse anche giusto che il film sia così, perfetto come pochi, quasi un abito buono per tutte le stagioni e per tutte le donne. purtroppo.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  24/07/2007 13:33:12
   7 / 10
Leone d'Oro al cinema di Venezia, anche se forse non è il miglior Rohmer. I temi sono sempre gli stessi, tuttavia credo che molte donne si ritroveranno nel personaggio di Delphine, ed è incredibile vedere quanto un uomo come Rohmer riesca a descrivere perfettamente questo mondo femminile, fatto di ritrosie, di solitudine, di diffidenza o anche di partecipazione.
Un bel film, dunque, fotografato splendidamente, anche se un pò altezzoso e sofisticato: è facile emozionarsi per la sequenza finale

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