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Commissionato come di consueto dallo stato sovietico per favorire l'industrializzazione, il film, iniziato dopo "La corazzata Potemkin", è stato interrotto e ripreso successivamente a "Ottobre", e infine distribuito solo nel 1929. Se per Lenin stesso, che ha bloccato di persona la produzione, era "necessario trasformare il paese da agricolo ad industrializzato", Ejzenstejn non ha fatto altro che denunciare la scarsa reale volontà del nuovo regime affinchè ciò accadesse. La contadina, di questo film-documentario, sarà infatti l'unica persona realmente intenzionata a cambiare le cose. Il regista mostra chiaramente, con la rottura immediata del trattore riuscito ad avere dopo una vera e propria odissea, ed accostato simbolicamente, alle immagini degli animali da traino che invece continueranno il loro lavoro, che serve cooperazione per riuscire veramente nell'impresa. E' sicuramente il film meno teorico per quanto riguarda il montaggio, tra le sue pellicole degli anni '20 direi anzi che in questo caso abbandonò proprio questo tipo d' avanguardia, ma possiamo trovare probabilmente quelli che sono i primissimi utilizzi della profondità di campo, e celebre, come sempre, l'espressività dei primi piani. Da vedere.