il club dei 39 regia di Alfred Hitchcock Gran Bretagna 1935
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il club dei 39 (1935)

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locandina del film IL CLUB DEI 39

Titolo Originale: THE 39 STEPS

RegiaAlfred Hitchcock

InterpretiMadeleine Carroll, Robert Donat, Godfrey Tearle, Peggy Ashcroft

Durata: h 1.27
NazionalitàGran Bretagna 1935
Generethriller
Tratto dal libro "I trentanove scalini" di John Buchan
Al cinema nell'Agosto 1935

•  Altri film di Alfred Hitchcock

Trama del film Il club dei 39

Una donna viene assassinata a Londra. L'uomo che l'aveva ospitata, braccato dalla polizia e dagli assassini, fugge in Scozia e si ritrova ammanettato con una ragazza e prosegue la fuga. C'è di mezzo una banda di spioni.

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Voto Visitatori:   8,09 / 10 (45 voti)8,09Grafico
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Voti e commenti su Il club dei 39, 45 opinioni inserite

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stratoZ  @  31/01/2024 13:12:47
   8 / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

"The 39 steps" è uno dei migliori film del periodo inglese di Hitchcock, attenzione, non che non abbia concorrenza, anzi ne ha eccome "The Lady vanishes", "The Lodger", "Young and Innocent" ma anche quella perla sottovalutata di "Sabotage" ma diciamo che considerata la grandezza del regista, questo primo periodo nonostante la buona quantità di opere di valore sembra un po' sfigurare rispetto ai fasti del periodo americano, in realtà però "The 39 steps", che ha ormai quasi novant'anni, sembra, oltre che inaugurare una florida stagione cinematografica - buona parte dei suoi film più riusciti di quel periodo saranno dopo questo - porre le basi per quelli che saranno gli elementi e lo stile del maestro del brivido anche nelle opere più celebri che realizzerà in futuro.

Di quali elementi parlo? Andiamo per ordine, intanto del plot stesso, non era comune al tempo realizzare spy story come queste, Hitchcock anche tramite la sceneggiatura pone le basi per alcuni archetipi che accompagneranno il genere per buona parte del cinema classico, parlo ad esempio del peculiare elemento dell'uomo comune che per puro caso si trova in mezzo ad una vicenda molto più grande di lui, alla fine il povero protagonista era solo andato a teatro quella sera ed oggi avremmo parlato del fatto che ha approfittato della situazione per portarsi a casa una bella donna e passare una bella serata, e invece no, si da il caso che la donna sia una spia internazionale che gli lascia un segreto importantissimo prima di venire pugnalata a morte con la colpa che ricade su di lui perché unico presente in quel momento in casa, ecco che, sia per discolparsi, - principalmente - sia per una questione di sicurezza interna, o chiamiamolo patriottismo, l'uomo comune si ritroverà a dover risolvere questa importante questione di spionaggio internazionale.

Poi c'è pure la solita inefficienza delle forze dell'ordine, un po' sottostimate da Hitchcock che spesso le descrive con una certa irriverenza, come parla nella sua intervista con Truffaut, dato che aveva avuto un piccolo trauma da piccolo, qui effettivamente vi sono alcuni momenti interessanti correlati a questo, come la scena in macchina, quando il protagonista e la donna che lo aveva denunciato tramite alcuni indizi capiscono che in realtà quelli che li hanno catturati non sono poliziotti, e li stanno portando dal loro capo.

A livello registico è già un Hitchcock con una grande maturità, come si vede continuamente, già la primissima scena al teatro è un colpo da maestro, in cui propone una regia estrosa, vi è di tutto, dal fuori campo, tra gli spari non visti e le sagome che possono ricordare la lezione di Lang di pochi anni prima, addirittura utilizza una panoramica a schiaffo per muoversi tra gli spettatori.
Poi c'è anche qualche scena voyeuristica, altro elemento che svilupperà nel suo cinema, basti guardare quando il contadino che ospita il protagonista spia lui e la moglie dalla finestra, o ancora più avanti quando la donna che lo aveva accusato scopre la verità spiando dal piano di sopra gli uomini sulle sue tracce, o ancora, dopo l'omicidio della prima donna quando il protagonista guarda dalla finestra e vede i due uomini appostati vicino al lampione in una nebbiosa e buia città.

Parlando personalmente, non trovo che il film in questione sia uno degli Hitchcock più tesi, attenzione la tensione comunque c'è, ma viene spesso smorzata da un buon livello di humor che contamina gradevolmente tutta la pellicola - non è mai prevalente, ma insomma ci sono diverse scenette con un buon umorismo di fondo, guardare la prima fuga del protagonista e lo scambio di battute col postino, oppure l'ingenuità della locandiera che pensa i due personaggi siano in fuga d'amore, ma anche i momenti sul treno -, ci sono comunque alcune scene in cui le palpitazioni salgono ad un buon livello, come l'inseguimento tra la brughiera scozzese, in cui ancora una volta Hitchcock ci regala alcuni momenti registici molto alti, basti guardare quel campo largo in cui si vedono i personaggi nascosti sotto quella cascata e gli inseguitori sopra quella roccia sulle loro tracce, già l'autore applicava il concetto di dare più informazioni allo spettatore rispetto ai personaggi, per accrescere l'effetto di suspense.
L'altro stratagemma che crea una forte tensione è basato sul mandato di cattura che è stato emesso nei confronti del protagonista e quella paura di essere riconosciuto come l'uomo accusato di omicidio dalle persone che incontra, e allo stesso tempo quando viene scoperto capire se effettivamente le persone credono alla sua innocenza o è un semplice bluff prima di denunciarlo alle forze dell'ordine, ecco questo elemento si ripete più volte nel corso del film e cattura molto bene l'attenzione dello spettatore.

E ancora ci sono tanti elementi, dalla fede/fato che casualmente salva il protagonista da una pistolata sul cuore ai tanto cari treni che vedremo comparire sempre più frequentemente nei film del regista, ma in definitiva "The 39 steps" è uno dei film più seminali di Hitchcock che nonostante l'età non mostra segni di invecchiamento, quantomeno stilistico/registici - li può mostrare magari in qualche scena più d'azione, come l'inseguimento velocizzato in scozia o i momenti in cui fugge sul treno, ma è comprensibile - e scorre meravigliosamente tra tensione e un leggero umorismo.

Godbluff2  @  28/04/2022 09:47:00
   6½ / 10
Devo dire che tra quelli da me visti per il momento, questo "The 39 Steps" è uno dei film che mi sono piaciuti meno di Hitchcock. Le vecchie spy-story in generale a me non fanno impazzire, mi sembra un tipo di narrazione "thriller" male invecchiata e ad oggi ingenua in certi aspetti, soprattutto quelle di Hitchcock poi che spesso sono di un forzato allucinante; questo era il suo stile, certo, lo sai fin dall'inizio che affronterai una sceneggiatura coerente al suo tipo di racconto ma con ingenuità e forzature all'interno. Qui però si esagera un po'. La spy-story che è base e struttura dell'intero film non si regge in piedi nemmeno per un momento, nemmeno per un po', nemmeno con tutta la sospensione dell'incredulità del mondo. Non regge. Non torna. La spy-story di questo film è scritta male, è fin troppo vaga, approssimativa, buttata lì e continua a non reggere per tutto il film. Male male. Nei primi venti minuti me ne stavo incredulo di fronte ad un film di un tale maestro di cinema che fosse così raffazzonato, poco credibile (anche per gli standard delle sue spy-story) e così brutto. Persino nella messa in scena e nelle interpretazioni.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER che è l'evento fondamentale che casualmente finisce con l'inserire un uomo ignaro nella solita situazione di complotto straniero contro la patria, è così finta e così brutta da avermi fatto scoppiare a ridere e poi da avermi fatto strappare i capelli dall'incredulità. Ma che è quella roba ? In quel momento e in quel contesto non poteva essere una scena comica e ironica ma giuro per un momento ho pensato fingesse e lo stesse pigliando in giro. Invece no. O forse era davvero concepita con un tocco di leggerezza uscito fuori molto male. Fino a qui, il disastro. Per fortuna, poi, il film comincia ad ingranare con un'altra specialità della casa, che qui tiene in piedi tutta la baracca: lo humor. Il film affianca a questa orrenda trama spy un'impronta quasi da commedia pura, strapiena di momenti simpatici, genuinamente divertenti, umorismo delizioso e dinamiche praticamente da Screwball Comedy. In questo senso, la sceneggiatura funziona bene e i dialoghi e i continui scambi di battute tra i due protagonisti sono gradevolissimi, grazie anche alle interpretazioni frizzanti di Madeleine Carroll e Robert Donat, che ho trovato molto convincenti. La sequenza del "discorso" al comizio è la migliore del film ed è un gioiellino. Ricomincio a respirare e mi godo un film diventato molto più piacevole. Peccato che non rinunci anche ad essere una brutta e confusa spy-story, con soluzione finale frettolosa e rivelazioni vaghe e buttate lì. Forse è proprio questo il difetto maggiore di "The 39 Steps", il suo non esser riuscito a conciliare in maniera fluida l'anima thrilling/spy con quella comedy (come riuscirà molto meglio ad uno degli ultimi film del periodo inglese di Hitch, "The Lady Vanishes", per non parlare di un capolavoro della maturità come "North by Northwest" film nei quali spy e humor si intrecciano indistintamente tra loro), quasi fosse costantemente indeciso su che strada prendere nella narrazione, evidenziando così una differenza netta di qualità tra i due tronconi, a volte tentando di tuffarsi quasi totalmente nella commedia, ma poi tornando a quella trama debole debole che non sta in piedi nemmeno con le stampelle. E alla fine viene proprio da dire di questo film: "Commedia deliziosa, pessima spy-story" e visto che è entrambe le cose e nessuna delle due cose del tutto, nel cervello uno si fa una "media" del film.
Hitchcock ha fatto decine di cose tanto, ma tanto migliori, banale anche dirlo, ne ha fatte di ben migliori anche solo negli anni '20 e '30 in Inghilterra, ma il film si salva abbondantemente grazie alla vivace vena umoristica e alle buone prove in questo senso dei due protagonisti.

Dom Cobb  @  30/04/2018 15:04:46
   7 / 10
Richard Hannay, canadese appena giunto a Londra, ospita una sconosciuta incontrata in un Music Hall; quando la donna, un agente segreto, viene ritrovata morta nel suo appartamento, Hannay è in fuga dalla polizia, e l'unico modo per scagionarsi è smascherare un complotto ordito da una subdola organizzazione di spie...
Nonostante avesse già avuto numerose esperienze dietro la macchina da presa negli anni precedenti, si può dire senza troppe esitazioni che è con questo "The 39 Steps" che Alfred Hitchcock, futuro maestro della suspence, si impone sulla scena del cinema internazionale, l'opera nella quale ritroviamo la maggior parte degli elementi che diventeranno caratteristici del suo unico e peculiare modo di fare cinema. Appartenente al periodo inglese del cineasta, questo film rappresenta ancora oggi un modello per il genere thriller, ma a vederlo per la prima volta oggi, ammetto di non esserne rimasto entusiasta.
Di per sé, non è che ci sia qualcosa di brutto o di malfatto, né a livello tecnico, né a livello narrativo; anzi, fin dall'inizio la vicenda si dipana a un ritmo molto spedito e brioso, e non ci mette molto a ingranare la marcia e a spedirci nella frenetica fuga del protagonista che lo porta fin nelle campagne scozzesi. Come già accennato, qui sono presenti tutti gli stilemi tipici del cinema hitchcockiano: l'uomo qualunque in fuga da nemici senza volto e senza una vera identità, solo contro il mondo intero e perfino contro la legge stessa, le donne misteriose o scettiche nei suoi confronti, una corsa contro il tempo per impedire un complotto di qualche tipo e così via. Si fa notare inoltre una costante vena di umorismo nero, che emerge soprattutto nella seconda parte, assumendo a tratti i toni semi-satirici di una screwball comedy.


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Allo stesso tempo, però, non c'è niente di straordinario nel modo in cui il film viene diretto, scritto o interpretato: tutto è esattamente nella norma, e per quanti misteri, intrighi e situazioni di pericolo la vicenda presenti, la tensione vera latita, e in alcune parti è del tutto assente. Inoltre, è qui che una delle più caratteristiche tendenze di Hitchcock gli si ritorce contro: i suoi film infatti si concentrano tutti sul momento, sul presente, sull'attimo in cui si consumano precise azioni. La trama generale non ha importanza, sono soltanto un pretesto per imbastire scene capaci di far scorrere l'adrenalina e di sollevare l'ansia il più possibile. Ma alle lunghe, questa tecnica stanca, e dopo un po', la mancanza di risposte e il concentrarsi solamente sulla fuga in atto diminuisce l'ansia, perché non si sa bene neanche da cosa si sta scappando.


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Si salva, da questo punto di vista, solo la parte finale, che riserva anche un discreto colpo di scena e finalmente ci offre alcune risposte che, forse, si sarebbe dovuto dare un po' prima nel corso della narrazione, anche se il tutto si risolve in maniera forse troppo veloce.


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In definitiva, questo "The 39 Steps" è un film importante per il modo in cui ha contribuito all'ascesa di Hitchcock più di altri suoi film precedenti, e per il modo in cui, da questo punto di vista, costituisce una sorta di punto di partenza nella sua carriera cinematografica. Ma l'Hitchcock presentato qui è ancora acerbo, e i veri, maturi capolavori per i quali è ricordato verranno soltanto molto dopo.

Filman  @  13/03/2017 15:57:13
   9 / 10
La velocità con cui Alfred Hitchcock prende di peso uno schema preciso, quello che diventerà fondamentale per il consolidamento della commedia romantica, basato sull'attrito di un uomo e una donna come attrazione amorosa, è proporzionale alla capacità intellettiva di spostarlo sull'asse del genere thriller, e insieme al potenziamento del protagonista, carismatico, sfavillante e intraprendente nelle situazioni più avverse, tale da diventare motore comico in una vicenda visceralmente asfissiante, per la prima volta intenta ad esibire la fuga dalle autorità (e non solo) di un innocente, è automatica la creazione di un'ulteriore versione del mistery cospirativo, quella del capolavoro THE 39 STEPS, fondata come al solito sul predominio delle maschere e sulla soppressione della verità, concetti che diventano sostanza grazie alla forma professionale del regista inglese, enfatico, costruttivo e, soprattutto, in continua evoluzione.

DitaAppiccicose  @  21/06/2016 19:06:02
   6½ / 10
Nonostante questo film abbia ottant'anni e li dimostri tutti, nella prima metà riesce a mantenere la tensione e ad appassionare lo spettatore alla vicenda.
Nella seconda parte, però, la tensione cala e subentra non poco la noia.
Hitchcock dimostra quindi di essere già, alle prime esperienze, di una bravura fuori dal comune ma allo stesso tempo di avere ancora molta strada da fare...

GianniArshavin  @  16/01/2016 16:59:06
   6½ / 10
Il club dei 39 è uno dei thriller per periodo inglese di Hitchcock, secondo molti uno dei migliori della parte di carriera in patria.
Devo dire che mi è moltissimo la prima parte di film (fino al ritorno di Pamela in pratica)molto tesa e intrigante , mentre la seconda mi ha deluso perché troppo intrisa di humour e sentimento , una scelta che stempera il climax raggiunto fino a quel momento. Il titolo si riprende nel finale a sorpresa , un bel colpo di scena che risolleva la vicenda.
Tecnicamente spicca la fotografia , buone anche le prestazioni attoriali.
Dunque un lavoro amatissimo da critica e pubblico ma che personalmente non ho apprezzato al massimo.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  05/12/2015 19:01:12
   7½ / 10
Un buon thriller velato di humour. La sceneggiatura risulta un po' forzata in alcuni passaggi, ma nel complesso la storia è avvincente. Molto buono.

topsecret  @  02/09/2015 19:59:37
   7½ / 10
La cosa più importante per Hitchcock non era rendere le sue storie perfette fin nei minimi dettagli ed infatti il finale di questo IL CLUB DEI 39 non lo è affatto, anzi appare fin troppo ingenuo e semplice, ma quello che premeva al regista britannico era l'immediatezza della storia che riuscisse a colpire fin da subito e regalare grandi e varie emozioni a coloro che si avvicinavano al suo cinema.
Non è da meno questo suo prodotto del 1935, forse uno dei meno conosciuti, che presenta ritmo elevato, immediatezza dell'azione e una discreta dose di humor che accontentano tutti e regalano una visione avvincente e godibilissima.

william sczrbia  @  29/01/2015 00:05:02
   8 / 10
pak7  @  08/04/2014 20:57:19
   8 / 10
Pochi riescono a collimare così bene humor, azione thriller. Hithcock fu forse il più grande, i 39 scalini ne sono un esempio, magari non un capolavoro ma sicuramente siamo a livelli molto alti.

marcogiannelli  @  28/02/2014 11:22:09
   8 / 10
humour, azione, passione e il solito imprevisto..grande Hitch

tereuno  @  02/10/2013 17:01:26
   9 / 10
Equilibrio d'azione, dialoghi brillanti, cambi di scena, suspance e umorismo. Fosca e suggestiva fotografia della Scozia. Niente è come sembra. Ottimo inizio, Hitchcock!

ZanoDenis  @  21/04/2013 14:12:36
   8 / 10
Questo è il promo lavoro di grande spessore per Hitchcock, si vede il suo stile anche se ancora un po acerbo, ottimo film!

Lucignolo90  @  15/04/2013 22:22:34
   8½ / 10
Spy story classica , uno dei primi successi al botteghino per Sir. Alfred, una trama con molte analogie rispetto a quella che si vedrà in "Saboteur" con un uomo che viene a conoscenza di un piano messo a punto da un gruppo di spie per portare all'estero documenti importanti concernenti un sistema difensivo per gli aerei inglesi.
La fonte rivelatrice di questo piano però verrà subito uccisa e l'uomo si troverà costretto a fuggire da polizia e spie contemporaneamente e inizierà una furibonda caccia all'uomo che durerà tutto il film.
Film di breve durata ma di gran compattezza, senza punti morti e con un ottimo protagonista quale Robert Donat (quello di Addio Mr. Chips, l'originale), di scene di azione vera e propria un paio solo, però tutto funziona alla grande perchè c'è più di un colpo di scena davvero inaspettato e per l'umorismo che si viene a creare in molte scene nonostante la precaria situazione nella quale si trova il protagonista; uno spiccato umorismo, inedito nei lavori futuri del regista, ma che rende questo film davvero frizzante e godibile

7219415  @  17/04/2012 00:34:36
   8½ / 10
Hitchcock non delude mai!!!

Invia una mail all'autore del commento anthonyf  @  15/02/2012 18:49:23
   8½ / 10
Uno straordinario film di Hitchcock, tra lo spionaggio e il thriller con risvolti gialli, interpretato magistralmente da Roger Donat e Madelein Carroll, nonché contornato da un'ambientazione prevalentemente notturna, terribilmente suggestiva, e da una splendida fotografia (specie nelle sequenze tra i monti della Scozia). Bellissima è la storia, che cattura strepitosamente lo spettatore, facendo ricordo a luoghi tipicamente britannici e a dialoghi asciutti e sagaci; notevole è la colonna sonora; fine e di alto livello è la recitazione; e molto bello l'epilogo, specie per la presenza del personaggio 'risolutivo' di Memoria.
Grandioso.

Invia una mail all'autore del commento camifilm  @  27/08/2011 22:42:19
   8 / 10
Un film fatto benissimo.
Un continuo incastro di elementi che portano ad una conclusione.
Forse nel finale ho trovato la parte meno riuscita, un poco sbrigativa rispetto allo sviluppo del film stesso, ma comprensibile.
Da vedere assolutamente, per chi ama sul serio il genere.

barbuti75  @  27/08/2011 22:16:04
   8½ / 10
Probabilmente considerato dalla critica (a ben vedere) il miglior film di Hitchcock del periodo inglese, Il club dei 39 (altrimenti conosciuto come I trentanove scalini), è tuttora un piccolo gioiello nella produzione del maestro del brivido.
Considerati i quasi 80 anni della pellicola in questione è impossibile evitare paragoni con film prodotti ad altissimo budget oggi, che dovrebbero scomparire al cospetto di questo.
La classica spy story Hitchcockiana viene introdotta nella prima parte grazie ad un calibrato meccanismo ad incastro fatto di flashback e ricostruzioni, per poi proseguire con il macguffin (espediente attraverso il quale si fornisce dinamicità alla trama) che sfocia nell'accusa all'innocente.
Le bellissime atmosfere scozzesi (delineate da una fotografia superba) ci fanno entrare a far parte del delicato meccanismo costruito dal regista.
La pellicola si affloscia un po' nel finale, risollevandosi incredibilmente e meritando ampiamente il plauso di pubblico e critica.
Una situazione simile verrà poi riutilizzata dal regista nella versione americana de "L'uomo che sapeva troppo".
Imprescindibile per chi volesse cimentarsi nell'espansione al periodo inglese del grande regista di Leytonstone.

3 risposte al commento
Ultima risposta 29/08/2011 18.34.24
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vehuel  @  29/03/2011 08:58:35
   8 / 10
Bellissimo, e se penso che la pellicola è del 1935, circa 86 anni fa, se ne deduce che Hitchock è stato un genio del cinema, un maestro del thriller.
Ottime le scenografie londinesi e scozzesi, pervare da un'atmosfera quasi gotica. Il finale è davvero originale.
Non perdetelo

Goldust  @  31/01/2011 17:58:14
   7½ / 10
Uno dei migliori Hitchcock inglesi, un capolavoro di ritmo che presenta già i temi tipici del grande regista britannico ( l'innocente ingiustamente accusato, la bionda fatale). Seppur datato è ancora godibile e la drammaticità delle situazioni è stemperata da una buona dose di sano humor. E' forse uno dei rari casi dove il film supera il libro. La scena dei coniugi scozzesi che ospitano il protagonista in fuga è da antologia.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  03/01/2011 13:16:22
   8 / 10
Forse d'ispirazione langhiana, per ritmo e fluidità dell'intrigo è un Hitchcock sicuramente maturo. I protagonisti non possiedono ancora la complessità psicologica di cui saranno dotati nei lavori successivi, ma è una dimostrazione di fine bravura, quel tratto leggero che li descrive, la vivacità ironica che li circoscrive.

A mio parere il brano più bello è forse quello meno hitchcockiano: la donna scorta appena, però fondamentale, nella sua modesta esistenza casalinga; la moglie infelice presa da un marito duro e bigotto che intravvede, nel latitante di passaggio, un'avventura, l'amore, un amante, il sogno di una passione che la tenta; fugge via, e sparisce nuovamente la donna dentro casa dal racconto.

Il personaggio migliore? Non il protagonista, non il grande nemico dal mignolo tagliato, non la bella. Per me, il più enigmatico, quell'uomo o artista, Mister Memory, che si esibisce all'inizio e alla fine del film, in ombra: egli è figura chiave..
Ma chi è quell'individuo quando è fuori dal palcoscenico? Quale verità nasconde la sua "trance"? E' dono o disgrazia, realtà o finzione?

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Ultima risposta 06/01/2011 11.49.14
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guidox  @  13/12/2010 20:30:08
   8 / 10
una spy story che riesce ad essere appassionante a distanza di 75 anni e che nonostante tutto questo tempo passato, ha al suo interno momenti di cinema che risultano moderni ancor oggi (l'urlo della donna-fischio del treno è qualcosa di inconcepibile nella sua bellezza).
però concordo con coloro i quali, precedendomi nel giudizio, dicono che sia più attraente lo humour che non la storia spionistica in sè, che seppur valida, pecca un po' di inverosimiglianza nello svolgersi della storia in diversi punti, per poi arrivare ad un finale un po' troppo frettoloso.
comunque più che godibile, uno dei film del grande Hitch che un vero appassionato dovrebbe avere nella sua videoteca (e nelle nuove edizioni del dvd, c'è anche la locandina...fantastica!)

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR 1819  @  18/04/2010 20:58:42
   7 / 10
Di gran lunga migliore rispetto a tanti filmacci senza senso che troviamo oggi nei nostri cinema. Una storia particolare e ben congegnata, che cattura l'interesse dello spettatore. Finale un po' frettoloso, ma nulla di grave.
Ottima la prova del protagonista, Robert Donat.

Invia una mail all'autore del commento marcocorsi  @  19/07/2009 16:16:07
   9 / 10
E' il materiale grezzo (ma di che qualità) che poi andrà a contribuire agli ingredienti che hanno fatto di Intrigo Internazionale un capolavoro assoluto. Già qua ci sono tutte le caratteristiche che precedono il film con Cary Grant: trama intrecciata alla grande, con il protagonista alle prese inconsapevolmente con una vicenda estremamente complessa. Anche qui grandi dosi di humour, mescolate sapientemente a suspence la fanno da padrone

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  08/07/2009 20:45:38
   8 / 10
Splendido. Una fotografia bestiale che acquista la sua più grande espressione disegnando una lugubre ma straordinaria brughiera scozzese. Personaggi all'altezza della sceneggiatura come al solito molto spionistica e di ricerca alla Hitchcock maniera. Pur essendo un film del '35 rivederlo adesso fa ancora un certo effetto.

gei§t  @  28/02/2009 13:17:43
   6½ / 10
funziona più come commedia che non come film di spionaggio. Ci sono troppe forzature qua e là per la storia. Mentre i personaggi sfornano sempre qualche gag simpatica.

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Ultima risposta 01/03/2009 01.26.33
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Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  23/02/2009 15:15:01
   8 / 10
Già in questo film del 1935 è presente quella superba struttura diegetica che si ritroverà quasi 15 anni più tardi, e in maniera ancora più sviluppata, in “Intrigo internazionale”. Ma “39 Steps” è già di per sé un film esemplare, nel quale ironia, sarcasmo, leggerezza, ritmo, “suspence” e colpi di scena sono impeccabilmente amalgamati tra loro. Hitchcock racconta le traversie patite da un uomo, suo malgrado coinvolto in una questione di spionaggio internazionale immensamente più grande di lui, con uno stile narrativo ineccepibile, dando ancora una volta prova della sua eccellente capacità di catalizzare l’attenzione dello spettatore. Al centro della trama vi è la vicenda singolare di Richard Hannay, il quale si ritroverà invischiato in una rocambolesca sequela di guai e peripezie; ma l’epilogo di “39 Steps” (forse uno dei migliori lieto-fine di sempre) sembra suggerirci che un evento, per quanto estremamente infausto, non è mai totalmente negativo, e che da un male può nascere un bene.
Eccezionali i momenti di salacità, in cui Hitchcock mette causticamente in risalto i difetti e l’ottusità sia della borghesia che degli uomini di provincia.
Una nota di merito anche alla ottima fotografia firmata da Bernard Knowles.

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Ultima risposta 23/02/2009 15.48.02
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Neu!  @  18/02/2009 22:47:36
   8½ / 10
molto probabilmente, il miglior film del primo periodo di Hithcock (quello inglese)

godfa982  @  12/01/2009 20:43:23
   8 / 10
gran bel film "i 39 scalini"...avvincente. hitchcock anticipa quelle che saranno tematiche a lui molto care..la spy story, la fuga, la suspense di cui lui ne è "maestro". tutti "ingredienti" che poi ritroveremo nei suoi capolavori americani.
hitchcock ha cambiato le carte in tavola...si è discostato dagli stilemi del cinema clssico si può dire sin dall'inizio, creando uno stile tutto suo..ispirato certo ad alcuni film di lang e non solo..ma scrivendo la storia del cinema e diventando uno dei più grandi...un vero genio!!!

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Ultima risposta 12/01/2009 21.10.43
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Invia una mail all'autore del commento wega  @  25/12/2008 16:16:08
   10 / 10
Eccolo il secondo capolavoro di Hitchcock, una deliziosa Spy-story che è l' anticipazione di "North by Northwest". Con uno sguardo alla campagna di Murnau -unico autore ad avere realmente influenzato il Maestro- è una tappa importantissima nella filmografia del regista perchè da qui in poi -come Lubitsch- le inquadrature in dettaglio inizieranno a parlare da sole. E importantissimo cinematograficamente, dettando gli stilemi della Spy-story archetipica, inquadrature oblique anni prima la consacrazione del genere noir, e credo sia vero che Hitchcock influenzò Orson Welles nel linguaggio; solo qui ad esempio il protagonista al comizio viene inquadrato dal basso mentre parla dando un vero senso di potere al personaggio, ed è proprio quello che è stato fatto con Kane da Welles, al quale però viene attribuita quest' innovazione specifica nel linguaggio cinematografico, quindi non capisco, forse perchè il personaggio di Hitch il potere non l' aveva realmente. Boh. Anche se la verosimiglianza viene trascurata un pochettino questo film è un trionfo delle contraddizioni e delle non-certezze dell' essere umano: il lattaio crede solo davanti ad una menzogna, un miscredente viene salvato dalla Bibbia, Mister Memory, usato da "I 39 Scalini" come fattore essenziale e determinante, si rivelerà determinante invece per la loro sconfitta. Uno script che rappresenta una delle strutture preferite dal Nostro, un innocente ingiustamente colpevolizzato di omicidio che tenta di discolparsi, una latente sfiducia nel prossimo, e la figura dell' eroina (categoricamente bionda) indispensabile per i risvolti romantici che tutti noi conosciamo di questo regista. Sensazionale Humor inglese, e l' ultima inquadratura dei due protagonisti che si tengono per mano e lui con ancora la manetta al polso, la dice lunga sul pensiero di Hitchcock riguardo i legami sentimentali. Certo, "Intrigo Internazionale" che è un capolavoro, è senz' altro superiore a "Il Club dei 39", ma ci sono ben 25 anni di differenza, se diamo un' occhiata ad una trentina d' anni prima di questo, troviamo che un capolavoro di riferimento -esclusivamente come valore artistico- poteva essere ad esempio "Il Viaggio nella Luna" di Meliès, decontestualizzato, "The 39 Steps" è un capolavoro assoluto di questo genere.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  14/06/2008 22:12:45
   7½ / 10
Dopo il grande successo de “L’uomo che sapeva troppo”, Hitchcock insiste sulla strada che gli ha portato fortuna. Da innamorato del suo lavoro, non si limita solo a riprodurre la formula di successo, ma la elabora, la sviluppa, la migliora.
Anche qui la posta in gioco è un segreto militare che non deve finire in mani nemiche (sottinteso naziste). I nemici però non hanno un ruolo netto e definito, sono molto sfuggenti, non ben intendificabili e quindi possono essere dappertutto. C’è quindi suspense in chi guarda. Ci si immedesima nel protagonista e si condivide i suoi dubbi se si può fidare o no. Anche qui il protagonista è una persona della middle class, intelligente, abile, furbo e dal sangue freddo. Si aggiunge il fatto che è anche bello e affascinante. In questo film la presenza femminile è più composita e rispetto all’”Uomo che sapeva troppo” c’è una discreta componente erotica. L’eroe esprime la voglia amorosa ma la sa ben dominare, come voleva lo stereotipo dell’epoca.
Altra novità è la frequente ironia e l’accentuato humor britannico di molte scene. Infatti alcuni crimini avvengono in palcoscenico. Ebbene, appena avvenuti, subito il direttore cerca di sedare il parapiglia facendo suonare all’orchestra motivetti allegri e facendo riprendere lo spettacolo. Un altro segno di come Hitchcock intenda la materia che tratta. I delitti, i crimini sono solo scuse per fare spettacolo, per divertire. Non vanno presi troppo sul serio.
Altro piccolo segno di novità è il fatto che vengono introdotti caratteri particolari che incuriosiscono lo spettatore. In questo caso fa la sua breve comparsa Mr Memory, un personaggio dalla memoria prodigiosa ma che non sa mentire. Lui sarà in fondo la chiave del film, quello che scioglierà gli enigmi nel finale.
Il film ha un ottimo ritmo e discreta tensione ed è ben girato, ma per il resto la trama è molto inverosimile e molti accadimenti rimangono inspiegati o troppo coincidenti. A ciò si aggiunge il fatto che i caratteri sono trattati in maniera stereotipa e superficiale. Insomma ce n’aveva ancora Hitchcock di strada da fare per giungere ai capolavori.

xxxgabryxxx0840  @  21/03/2008 15:20:39
   8 / 10
Non è assolutamente il miglior Hitch del periodo americano, ma resta comunque un'ottima pellicola.

Delfina  @  10/03/2008 16:27:35
   9 / 10
Davvero delizioso, un gioiellino che si fa apprezzare per la calibrazione perfetta della fotografia, della sceneggiatura e dei colpi di scena.
Incantevoli e magiche le scene in bianco e nero nella campagna scozzese.
La storia e la sceneggiatura ci immergono in un'epoca ormai lontana ma tanto "british": da assaporare piacevolmente!

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Ultima risposta 11/03/2008 09.39.37
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Bomber&Bionda  @  29/02/2008 11:50:10
   8½ / 10
Davvero un gran bel thriller targato Hitchcock. Bello e coinvolgente fino alla fine: da non perdere!

Gruppo COLLABORATORI Marco Iafrate  @  18/02/2008 18:56:24
   8 / 10
I capolavori di Hitchcock risalgono prevalentemente nel periodo nel quale il grande regista inglese ha lavorato negli Stati Uniti, intorno agli anni '50, è in quel periodo che dà alla luce lavori del calibro di "La finestra sul cortile", "Caccia all'uomo", "L'uomo che sapeva troppo", "Vertigo", "Gli uccelli", "Psyco" ecc. è qui che si costruisce la tessitura di matrice Hitchcockiana con, da una parte il palese, l'esibito attraverso i fatti, dall'altro l'occulto, i falsi ingressi che trasformano una situazione apparentemente normale e familiare, in qualcosa di inquietante e destabilizzante; l'orchestrazione della suspense all'interno della struttura del film è quanto di meglio è riuscito a fare un regista nel fascinoso genere thriller, l'appellativo di "maestro" non gli è stato dato per caso.
Nel periodo precedente a questo (o ancora meglio prima degli anni '40) quello definito "periodo inglese" il regista ha comunque "sfornato" opere di indiscusso valore, tra le quali "L'uomo che sapeva troppo" e questo "Il club dei 39" dove, alla suspense, Hitchcock riesce a coniugare anche una giusta dose di sottile humor che insieme alla struttura "a inseguimento" crea un connubio delizioso ed altamente godibile. E' incredibile come una pellicola risalente a più di 70 anni fa riesca ancora ad essere così coinvolgente; l'azione e la suspense si mescolano con la classe, l'ironia, l'educazione; non ricordo un altro film di spionaggio dove i personaggi principali in un contesto del genere riescano a darsi del voi.
Il susseguirsi degli avvenimenti creano una tensione piacevolmente sottile; brillante il cast, soprattutto si nota nella mimica la provenienza degli attori dal cinema muto, o almeno la sua influenza, regia e sceneggiatura pressochè perfetta; anche qui è confermata la tradizione del regista di comparire, anche per pochi secondi, sullo schermo, non sono mai riuscito a capire con esattezza i motivi di questa scelta, una firma d'autore?, una superstizione?, un capriccio o semplicemente una recondita esigenza di protagonismo? Beh, qualunque sia la motivazione va ammirata la singolarità della cosa, anche in questo è stato maestro.

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Ultima risposta 19/06/2008 13.23.41
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Max78  @  24/01/2008 17:40:24
   8½ / 10
Ottimo Thriller del mai troppo lodato Hitchcock, molto intrigante fin dall'inizio, una buona dose di Humor che tende a sdrammatizzare la situazione
coinvolgendo abilmente lo spettatore.

Peccato per il finale che non rende giustizia a questa pellicola, l'idea non era male ma viene chiuso un pò troppo frettolosamente .

Davvero bravo Robert Donat nella parte del fuggiasco,
ho detto giusto?

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  06/09/2007 01:27:01
   8½ / 10
"I 39 scalini" è un film leggendario, venato di humour e caratterizzato da una formidabile fotografia (cfr. certi paesaggi lugubri e suggestivi della Scozia) che ne risalta la sua particolarità anche all'epoca (mai come in questo caso il b/n gioca un ruolo determinante).
Uno dei migliori Hitchcock del periodo inglese.

Dick  @  28/07/2007 00:21:26
   8½ / 10
Coinvolgente thriller che si muove a passo di commedia dove non manca lo humor giocato sui colpi di scena e sullla diffedenza tra gli uni e gli altri.

Pink Floyd  @  26/05/2007 15:14:08
   9 / 10
Tratto dal romanzo "the thirty-nine steps" di John Buchan, "Il club dei 39" vanta due remake ('58 e '78) prodotti con il nome "i 39 scalini".
Considerato da molti come uno dei titoli di spicco del periodo inglese del maestro, è un thriller intriso di elementi tipici dello spionaggio e del poliziesco.
In 87 minuti di bianco e nero si sviluppa la storia di un giovane che viene fortuitamente a sapere dell'esistenza di un segreto internazionale e allo stesso tempo accusato in maniera ingiusta dalle autorità per aver freddato la donna che ne era a conoscenza; da qui la fuga dell'uomo dalla polizia verso la Scozia correlata da numerosi imprevisti.

Sceneggiatura interessante, ritmo incalzante sostenuto da continui colpi di scena che rendono la storia particolarmente avvincente. A contribuire alla riuscita del soggetto è l'ottima caratterizzazione del ricercato resa unica da una prova magistrale di Robert Donat. Ambientazione da mozzafiato: i selvaggi paesaggi naturali della Scozia donano un qualcosa di epico alla fuga dei due protagonisti, i quali si ritrovano legati tra di loro giocoforza in quanto ammanettati l'un l'altra per buona parte della storia.

Già nel lontano 1935 Hitchcock mostrava al mondo intero cosa volesse dire fare cinema!

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Ultima risposta 28/06/2007 17.57.25
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  15/04/2007 12:45:56
   7 / 10
un Alfred quasi al meglio ci regala una commedia che schiaccia l'occhio al giallo!
a mio avviso il film è perfetto fino quasi alla fine...poi quando tutto è stato servito e veniamo a conoscenza dei fatti scade un po'...
il cattivo del film non è ben caratterizzato secondo me!

The Monia 84  @  29/12/2006 11:52:03
   9 / 10
Leggero, spassosissimo, veloce senza mai perdere colpi, uno dei film più famosi dell'Hitch inglese.

Robert Donat, ironico e brillante, interpreta il personaggio principale che vede la sua esistenza sconvolta da un incontro casuale, e per forza di cose, deve trasformarsi in agente segreto e affrontare situazioni estreme e confuse (tema caro al regista e ripreso in seguito nello splendido Intrigo Internazionale e nel grande L'uomo che sapeva troppo).
Da mettere nel lettore DVD ad ogni occasione.

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  03/07/2006 22:47:48
   7 / 10
E' vero che ci sono alcune scene indimenticabili (urlo che si sovrappone al fischio della locomotiva e scena in albergo dei due "sposini" su tutte) e che il thriller è mischiato ad un sottile ma riuscito umorismo inglese, però alla fine manca qualcosa a livello di sceneggiatura...

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Da qui il 7 e non un voto più alto.

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Ultima risposta 28/07/2007 00.37.26
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Crimson  @  13/03/2006 15:23:04
   8½ / 10
Una meraviglia questo film, davvero incredibile. Uno dei più belli del periodo inglese del regista, e il mio preferito insieme a "la signora scompare". Un mistero fitto, un viaggio intrigante.
Spiccano i personaggi di mister memoria, dell'uomo senza una falange (da brividi la scena in cui si rivela..) ma soprattutto l'eroina femminile, simpaticissima. La scena del pernottamento in albergo è una delle più divertenti del cinema di Hitchcock. Da vedere assolutamente, specie se si è amanti dei cocktail storia d'amore-humour-mistero-spionaggio tipo "Intrigo internazionale", giusto per citarne uno.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR barbara  @  29/12/2004 12:36:18
   9 / 10
ammirazione sconfinata per chi, negli anni trenta, riusciva a fare un film così divertente con pochi mezzi.
sono rimasta colpita dalla scena dell'urlo che si sovrappone col fischio della locomotiva e da quella in macchina che passa dall'interno della vettura all'esterno: per quei tempi mi sono sembrate delle trovate davvero ingegnose.
Dopo averlo visto io e i miei amici, per un mese, ogni volta che rispondevamo a qualche domanda dicevamo: "ho detto giusto?" proprio come mister memory...

Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Lot  @  02/09/2004 17:15:56
   10 / 10
Capolavoro dell'hitch inglese. Sceneggiatura labile e azione continua, genio e humour inglese (la sequenza del puritano è da imparare a memoria).

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