Dall'atto unico omonimo (1958) di Tennessee Williams: un giovane neurochirurgo ha qualche sospetto sull'ostinazione con cui una ricca vedova gli chiede di fare la lobotomia su una sua nipote malata di mente e scopre un orribile retroscena.
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Film molto affascinante. Bravissimi tutti gli attori, ma Katharine Hepburn mi ha veramente incantato. Un misto tra trhiller e drammatico. La figura di Sebastian, pur essendo nei ricordi degli interpreti, sembra molto presente, viva e affascina grazie alle descrizione minuziose della madre e della cugina. Solo verso la fine si comprende la complessita' e il dramma di Sebastian, i suoi atteggiamenti crudeli... Per lui la natura stessa e' crudele, in cui vede Dio che a sua volta e' l'artefice di questa crudelta'. In natura soccombe sempre il piu' debole e lo mostra alla madre, le mostra il vero volto di Dio. Lui vive su di se questa crudelta', perche' "diverso", si sente piu' fragile rispetto agli altri e usa la madre e poi la cugina per farsi forza, per ottenere cio' che vuole, divenendo crudele egli stesso. Tutto cio' lo portera' ad una morte terribile.