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Direi che l'idea è ottima, caustica però sul lungo andare del minutaggio e quindi questo può creare problemi allo spettatore. Il punto di vista del serial killer rende bene l'approccio minimale/sperimentale, come anche l'uso del sonoro, ma per me tutto il senso del film è negli ultimi 15 minuti, perchè ti fa compredere il meccanismo della tensione nel genere Slasher, un genere che è ancora vivo e vegeto dopo tutti questi anni. Si potrebbe definirlo come un Jason formato A24, o anche una versione di "Elephant" di Gus Van Sant mista all'estetica di Terrence Malick della saga di Venderdì 13, resta comunque il fatto che il regista Nash conosce bene il genere e lo dimostra a tutto campo, tra sperimentazione, richiami classici e solito massacro (una morte, in particolare, è davvero spettacolare).