ju-on: white old lady (2009)

Nulla a che vedere con il successivo e improponibile "Ju-On:Black Girl",il lavoro di Ryuta Miyake qualche brivido lo regala grazie ad un paio di sequenze in cui tensione e irrinunciabile apparizione soprannaturale sono ben gestite.Piacevole anche lo sviluppo con i soliti disordini cronologici determinati da vari sbalzi temporali ,in cui le vicende dei vari personaggi si fondono o sfiorano tra loro con precisione.
La storia è sempre la stessa,con questo livore assassino che come un virus soprannaturale condanna a morte chiunque entri in contatto con esso,annidato nell'ormai nota villetta in cui Kaiako e il figlio Toshio ( presente in un cameo) vennero massacrati.
Azzeccato il personaggio della donna anziana,per quanto sia ancor più sinistra da viva che in versione fantasma.Come suggestivi sono gli episodi riguardanti Fumiya e Chiho,quanto un finale in cui viene mostrata una certa violenza,cosa che nella saga difficilmente si è potuta riscontrare oltre un'accennata ma sgradevole storia di abusi domestici che lasciano un certo senso d'amarezza.
Per i fans della serie ora non resta che attendere l'annunciato "The Grudge 4",i precedenti non fanno ben sperare,anche se la scelta del regista ricaduta su Adam Green lascia aperto qualche spiraglio ottimistico.

Ennesimo episodio della serie in tipico stile ju-on... Anche questo capitolo mi ha appassionato molto anche se, la storia di fondo non è il massimo della fantasia... Insomma, una storia semplice però messa giù nel modo giusto che mi ha regalato un'oretta di buon cinema orientale.
Promosso.

Quando ho scoperto che questo film è di Ryuta Mitake mi è tornato in mente il bellissimo Full Length Mirror, cortometraggio del regista, facente parte dell'antologia horror Tales Of Terror From Tokyo. Ho anche notato la somiglianza delle carriere di Mitake e Shimizu: entrambi hanno iniziato con un corto horror in cui "esponevano" i loro fantasmi, e poi hanno sfornato degli ottimi, o comunque buoni film. Notevoli sono infatti le scene di Shiroi Roujo prese pari pari da Full Length Mirror (la scena dello specchio, la figura del fantasma rugoso e con la palla da basket).
Do lo stesso voto che ho dato a Ju-On 2 (che, per ora, reputo il migliore di tutti).
In Ju-On 2 c'era una trama molto più articolata, ma meno paura e magari anche un pochino di noia. La trama di questo Shiroi Roujo è invece un po' più sempliciotta, ma il film è impregnato di ansia e paura! Insomma i due film si compensano a vicenda!
In ogni caso, da fan accanito dei Ju-On, sia giapponesi che americani (tranne il terzo che non è diretto da Takashi e infatti è brutticino!!), mi sento di consigliare questo film!
.....il cameo di Toshio è troppo kawaii!!! :3

pessimo, realizzato con i piedi. insomma, ancora peggio dei primi ju on di shimizu

Il regista cerca chiaramente di fare un film sullo stile dei gloriosi fasti di Ju-On ma, nel caso della saga di Shimizu parliamo di un capolavoro, qui di un buon film per cui non farò paragoni.
Buon film anche se un pò incompleto, forse per la corta durata (1h), le idee non mancano di certo e l'uso della tecnica già vista appunto in Ju-On, ovvero mostrare le storie dei vari personaggi una ad una è sempre molto affascinante.

Il finale non mi ha entusiasmato e non è stato degno, a mio avviso, del resto del film. Miyake direi che deve aver visto moltissimi J-Horror e di fatti in questo film ha preso un pò i canoni classici dei film di qualche anno fà e li ha messi insieme per creare scene di puro terrore, direi che c'è riuscito molto bene anche se alcuni erano molto telefonati.

In sostanza direi che si tratta di un buonissimo film che merita di essere visto a patto che non ci si aspetti di vedere un nuovo Ju-On.
Carino anche il cameo di Toshio (protagonista dei film di Shimizu).

è davvero difficile, con il nome "Ju-on", fare un film che sia lontamente paragonabile ai leggendari primi 2, ma questo film ce la fa alla grande. Mi aspettavo un prodotto, anche buono, ma che non fosse al livello della saga Ju-on; e invece...
Bellissimo, mette davvero angoscia e paura. Il fantasma nella copertina poi è davvero terrificante. La storia è triste, ma ben strutturata.
Questo film va visto, perchè merita molto molto e molto.

Sono partito molto prevenuto da questo film in base ai suoi predecessori.
Che dire, Shiroi Shojo è tutto l'opposto da quel che ci si potrebbe pensare. Una breve durata per una tensione che si taglia a fette di secondo in secondo. Persino nelle prime scene si può dedurre questo. Una fotografia non perfetta ma comunque godibile e in certi momenti adatta e convincente.
La musica, forse, lascia un pò a desiderare in particolar modo in determinati momenti della seconda parte.
Mi è piaciuto, da guardare con attenzione ...

bello bello ma dura solo un'ora...cmq il titolo originale è shiroi roujo (donna anziana) non shoujo (ragazza).

sempre meglio di cessate tipo la casa dei 1000 corpi

Ryuta Miyake, venuto dal circolo televisivo e soprattutto dal film horror episodico "Tales Of Terror" (2004)- di cui ha realizzato uno dei migliori cortometraggi del lotto- si ritrova a girare quello che dovrebbe essere un seguito dell'ormai storica ed infinita serie ideata da Takashi Shimizu. E invece, il suo racconto si basa solamente sulla concezione di rancore e non tanto sulla figura di Kayako (Toshio invece appare in un fugace quanto inaspettato e insensato per la storia, cameo). Come era accaduto per il brevissimo, ma efficace, episodio da lui diretto per "Tales Of Terror", anche in questo "Ju-On: Shiroi Roujo" Miyake dimostra un'innata maestria in fatto di incutere terrore, grazie alla sapiente alternanza della tensione a spaventi improvvisi (mai banali e mai con impennate di dolby) e riesce, proprio come nel capostipite cinematografico dei "Ju-On" : piccoli shock ad effetto.

Ma al contrario di Shimizu, Miyake non riesce a tenere in piedi la storia: forse complice la durata fin troppo breve (un'ora) e un covo di attori incapaci (da cui si salva praticamente solo l'ormai nota Mihiro, più conosciuta nel campo pornografico e un paio di attrici-bambine), eppure la sceneggiatura del film non riesce a elettrizzare come Shimizu sapeva fare, ma anzi pare scimmiottare proprio l'ermetismo del maestro horror giapponese. I continui salti temporali si miscelano, con flashback, flashforward, ritorno al presente fino ad impazzire in un finale che non lascia il segno.

Un film horror girato come si deve e che, seppur low budget riesce a spaventare dando almeno un brivido ogni due minuti, grazie a parecchie scene ad effetto, nate sicuramente dalla mente geniale del giovane regista, eppure non coinvolge, non emoziona e alla fine la terribile sensazione che si sarebbe dovuto fare di meglio è impossibile da cancellare.