la ballata di cable hogue regia di Sam Peckinpah USA 1970
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la ballata di cable hogue (1970)

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locandina del film LA BALLATA DI CABLE HOGUE

Titolo Originale: THE BALLAD OF CABLE HOGUE

RegiaSam Peckinpah

InterpretiJason Robards, James Amderson, R.G. Armstrong, Gene Evans, Max Evan, Kathleen Freeman, L.Q. Jones, Darwin W. Lamb, Strother Martin, William Mims, Felix Nelson, Susan O'Connel, Slim Pickens, Stella Stevens, Vaughn Taylor, David Warner, Peter Whitney

Durata: h 2.03
NazionalitàUSA 1970
Generewestern
Al cinema nel Marzo 1970

•  Altri film di Sam Peckinpah

Trama del film La ballata di cable hogue

Abbandonato in mezzo al deserto mezzo morto, senza viveri né soldi dai due compari Bowen e Taggart, l'anziano cercatore d'oro Cable Hogue sopravvive miracolosamente grazie all'imprevisto ritrovamento di una sorgente d'acqua. Adibita la sorgente a stazione per le diligenze di passaggio, Hogue scopre che l'affare rende meglio dell'oro. Fa amicizia con il vagabondo Joshua e si innamora della prostituta Hildy. Così, quando tre anni dopo i compari tornano per derubarlo di nuovo, è pronto a consumare la sua vendetta.

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Voto Visitatori:   7,91 / 10 (32 voti)7,91Grafico
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Voti e commenti su La ballata di cable hogue, 32 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

stratoZ  @  28/08/2024 12:55:10
   7½ / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Peckinpah dopo aver raggiunto il massimo del cinismo in "The Wild Bunch" realizza un western crepuscolare dal mood più tranquillo, pieno di una forte autoironia nei confronti del genere stesso e allo stesso tempo con un'accentuata componente malinconica data dallo scorrere del tempo, che mostra il mondo del west diventare desueto e venire travolto dalla modernità, non è casuale il modo in cui muore il protagonista, forse una delle morti metaforiche per eccellenza, ma non è solo una morte fisica, quanto ideologica, di quello che rappresenta, l'automobile schiaccia il vecchio e selvaggio west, in cui un'oasi con una sorgente d'acqua in un punto strategico era meglio di aver trovato l'oro, ora non ci sono più i cavalli da abbeverare ma serve carburante per i nuovi mezzi, ci sta molto bene infatti il paragone spesso portato con "C'era una volta il west" di Leone, di cui questo film potrebbe essere il fratellino minore a cui piace divertirsi un po' di più, d'altronde condividono anche lo stesso attore protagonista, un attempato Robards nel ruolo di Cable Hogue che ha vissuto l'epoca del vecchio west e ora vede la modernità farsi spazio, è però uno sguardo comunque compiaciuto, colmo di ironia e con un mood scanzonato, pieno di personaggi decadenti, come si vede nel predicatore, che diventerà uno dei migliori amici di Cable, poco devoto alla fede e approfittatore delle donne in difficoltà, un bel depravato che predica e basta, di razzolare non ne parliamo, oppure la stessa Hildy, sinceramente innamorata di Clable ma che lo abbandonerà per andare alla ricerca di un uomo facoltoso in una grande città come San Francisco, lei sembra la prima ad aver intuito il cambiamento dei tempi, abbandonando le sperdute cittadine da dieci case nel bel mezzo del deserto, o ancora, i villain per eccellenza del film quali Taggard e Bowen, ex soci di Cable che lo abbandonano fin da subito nel bel mezzo del deserto senza acqua e lo ritradiranno successivamente quando scopriranno il suo successo grazie alla sorgente, loro sono forse il ritratto più decadente di uomini che ormai hanno perso tutto il valore e l'etica e sono privi di ogni qualsiasi scrupolo, non sono personaggi tanto lontani da quelli di "The Wild Bunch" ma qui Peckinpah li descrive con una scanzonata ironia, splendida è a tal proposito la scena in cui sono nel fossato a scavare per rubare le monete a Cable e lui li metterà in trappola, anche tirandogli i serpenti a sonagli che usa per fare i suoi stufati.

La regia di Peckinpah dona alla pellicola un discreto ritmo, capace di regalare diverse gag carine, cambiando totalmente lo stile rispetto all'estetizzazione che sarà poi il suo marchio di fabbrica, non ci sono più i rallenty come in "The Wild Bunch", anzi vengono sostituiti da scene velocizzate che danno un certo effetto comico, ma il regista sa dosare bene le sensazioni e alterna la comicità al melodramma, con anche un'ambigua storia d'amore tra Cable e Hildy e allo stesso tempo inserendo elementi da revenge movie, che sarebbe poi la base su cui parte il plot, con l'ossessione di Cable nei confronti dei due ex compagni che l'hanno abbandonato a morte - quasi - certa nel deserto, ossessione che però verrà mitigata dal tempo e dalla rinascita di Cable prima di quello che appare un definitivo passaggio di consegne tra il vecchio west e quello moderno, con una buona dose di malinconia di fondo.

Thorondir  @  21/11/2020 18:18:45
   8 / 10
Forse il film più poetico e nostalgico di Peckinpah, non a caso all'inizio degli anni '70. Il western, come genere e "mito fondativo" stava ormai declinando e La ballata mette in scena proprio questo: un mondo di deserti ormai superati, di predicatori inventati e imprenditori fai da te che lascia il passo all'arrivo della civiltà. La scena finale, forse addirittura didascalica nel raccontare il trapasso del western, serve però a chiuedere un cerchio anche nella carriera di Peckinpah nel western, che non vi tornerà più per declinarlo come mondo ormai perduto. E splendida la storia d'amore tra Robards e la Stevens: c'è la poesia, la teneressa, l'aspetto comico e anche quello gretto. Un meraviglioso Peckinpah.

VincVega  @  28/04/2018 18:19:27
   7½ / 10
Peckinpah cambia tono rispetto all'amaro "Il Mucchio Selvaggio". "La ballata di Cable Hogue" è decisamente più scanzonato, ma la qualità dell'opera resta alta, anche se non al top di altre sue pellicole. Le scene divertenti che fanno sorridere non mancano e anche la parte drammatica incide. Un bel western dolce amaro e atipico.

topsecret  @  19/04/2018 18:32:06
   7½ / 10
Non ho ben capito la necessità di un finale così malinconico e inaspettato visto l'andamento da western-comedy che aleggia su tutto il film. Ma a Peckinpack non gli si poteva certo imputare di non sapere quello che faceva, perciò va bene così, dato che LA BALLATA DI CABLE HOGUE è un film gradevolissimo, ben diretto e ben interpretato, che certamente non si fatica a seguire e premiare come merita.

Dick  @  23/09/2016 13:20:18
   8 / 10
Peckinpah mette da parte violenza e amarezza per girare un western più "leggero" tra malinconia e ironia sull' evoluzione e il tramonto del west. Grande come sempre Robards!

Goldust  @  23/12/2015 09:32:26
   8 / 10
ATTENZIONE SPOILER PRESENTI

Reduce dal successo de "Il Mucchio selvaggio", Peckinpah gira questo nuovo western e pare ammansirsi, lasciando da parte la violenza che l'aveva contraddistinto per puntare su di una storia dai tratti comici. E' una riflessione amara e scanzonata su di un'epoca ai titoli di coda, schiacciata dal progresso proprio come - ironia della sorte - il suo protagonista Cable Hogue, un casuale pioniere dell'acqua dall'ingegno fuori dal comune. Jason Robards porta in giro per il west una faccia da cane bastonato che è tutta un programma ma sono anche i tratti profondi dei personaggi secondari a decretarne il successo; ed il finale, in un primo tempo apparecchiato per il più classico degli happy-end, trova la sua naturale ragion d'essere nella morte grottesca del protagonista, celebrato nell'elegia del predicatore Joshua come si celebrerebbe appunto la fine di un'era.
Nonostante qualche perdonabile lungaggine descrittiva di troppo è una pellicola malinconica e bellissima. Stella Stevens sa sprigionare un sex appeal pazzesco.

Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  24/05/2014 17:08:47
   7½ / 10
Giusto 2 anni lo separano da 'C'era una volta il West', potrebbe tranquillamente serbarne il continuum, un Jason Robards che non fa in tempo a svestire i panni di Cheyenne che il suo Cable Hogue ne rammenta una fresca reincarnazione, e i toni del film facilitano questo accostamento, anche qui come nel successivo 'L'ultimo Buscadero' sono le opere più malinconiche, crepuscolari, quelle che segnano lo spartiacque di un Far West ormai schiacciato dal progresso.
Tra homour ed erotismo di una generosa Stella Stevens, Peckinpah inizia a filmare le prime scene osé della sua carriera, che con l'andare della New Hollywood saran sempre meno cariche di eros e più di carnalità.

chem84  @  26/12/2013 21:01:10
   7½ / 10
Interessante western settantiano di S.Peckinpah, costruito attorno alla figura dell'ottimo Cable Hogue.
Una volta superata una parte centrale un po' noiosa e lenta, si riprende bene fino alla convincente parte finale.
Da riscoprire.

leonida94  @  02/07/2013 00:12:05
   7½ / 10
"Se non si riesce a entrare in paradiso, tanto vale adattarsi all'inferno. "

Non conosco il genere western e non conosco Peckinpah, ma ho appena finito di vedere questo film e addosso sento sensazioni piacevolissime.
Una storia ricca di riflessioni e situazioni divertenti, ironia e poeticità: non ci si annoia proprio !
Anche le facce dei protagonisti, le loro personalità, le loro storie e i loro comportamenti; tutto sa molto di favola, tutto parla e sempre con diversi linguaggi.
Intrecci amorosi, critiche lanciate alle società, desideri sessuali e di vendetta, piccole perle di saggezza e sentimenti agrodolci compongono questa sfaccettata quanto leggera pellicola d'altri tempi.
Troppi temi in ballo, troppa carne al fuoco, eppure il film riesce a girare senza risultare macchinoso e confusionario.
Consiglio vivamente.

"Hai mai provato a riflettere quanto saggio e quanto benevolo sia stato il Signore Iddio a dotare le donne di due poppe?"

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Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  25/03/2013 08:55:45
   7 / 10
Incredibilmente girato dopo "Il mucchio selvaggio" e prima di "Cane di paglia", questo film dimostra la bravura di Peckinpah, capace di spiazzare tutti con un vero anti-western. Sorprende più volte per i cambi di registro: a volte è un classico western basato sulla vendetta, altre sembra un film di Bud Spencer e Terrence Hill, altre volte è una bella storia d'amore. Il tutto non sta sempre insieme alla perfezione (anzi, sembra abbastanza pasticciato, come il finale) ma è comunque uno dei migliori western sulla fine di quell'era.

Nudols85  @  17/02/2013 03:33:09
   6½ / 10
Buon film, piacevole e spensierato con attori formidabili che aleggia su una falsa riga di humor che termina con un finale grottesco che annuncia anche la fine di un epoca quella del far west. Pieno di humor e satira senza sbilanciarsi mai dalla storia a stampo western! Il ritmo del film è buono è sempre incalzante anche se a dire la verità la storia è un po...incollata! Non entrerà nella top ten dei migliori western, però va ricordato come u buon film!

daniele64  @  06/02/2013 12:43:12
   7½ / 10
Un notevole trio di protagonisti per un film che non mi ha lasciato soddisfatto appieno. C'è chi dice che sia il film più personale di Packinpah,che avrebbe messo parecchie sue caratteristiche nel personaggio del protagonista. Personalmente io,che preferisco i "classici" di questo autore,riesco a vederci "solo" una pellicola fortemente ironica che vuole celebrare amaramente (come già "C'era una volta il west" ) la fine di un'epoca:quella del Far West,soppiantato dalla nuova era delle automobili,

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER Grande gruppo di caratteristi (Pickens,Martin,Jones...),ottimo Warner nella parte di un predicatore lussurioso,sensualissima la Stevens,rara femmina forte in Peckinpah,ma,sopra tutti, un immenso Jason Robards ( se possibile ancora più bravo che nel capolavoro leoniano! ) il cui volto riesce ad esprimere a perfezione tutte le numerose sfumature dell'animo umano. Molto belle le musiche e le canzoni di Goldsmith ed ottima la fotografia.
"Ed io? Io non valgo niente?" (al banchiere che non vorrebbe finanziarlo,ma che,a queste parole,cambia idea).
"Le automobili...Vanno senza cavalli...Non mi danno affidamento...Se le godranno le nuove generazioni!"

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  18/10/2012 14:37:34
   6 / 10
Dopo il violento e rivoluzionario "mucchio selvaggio" Peckinpah esce con un altro western ma molto diverso dal precedente.
Pochissima violenza e una buona dose di humor...
Forse questo secondo punto stride troppo con il film e la carriera del regista...le classiche sequenze rallenty sostituite da azioni con velocita' doppia piuttosto ridicole e un finale che è un pasticcio di situazioni al limite del grottesco.
Ci sono alcune cose buone ma vengono sopperite da alcuni eccessi ironici altamente fuori luogo.
Buona la prima parte fino a quando non conosce la prostituta...

deadkennedys  @  03/09/2012 11:06:47
   8½ / 10
Questo è per me l'ottavo film di Peckinpah e non mi ha affatto deluso. Western decisamente anomalo sotto molto aspetti, divertente, irriverente. Non ci sono eroi nè furiose sparatorie ma l'atmosfera di decadenza che sempre caratterizza i suoi film quì tocca una vetta. La solitudine, la speranza di cambiare vita, i paesaggi e la colonna sonora decisamente ben abbinati. Divertentissimo il personaggio di Joshua.


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Manu90  @  01/09/2012 14:43:12
   7 / 10
Del regista, ora come ora, ho visto "Sierra Charriba", "Il Mucchio selvaggio" e Cable Hogue....bè, dei tre quello che mi è piaciuto più di tutti è proprio quest'ultimo. Una favola a sfondo western, dove Peckinpah abbandona del tutto la violenza e la carneficina, raccontando invece una storia ricca di sentimenti e ironia.
Davvero un buon film, niente da dire. Parte benissimo e finisce ancora meglio; peccato per la parte centrale un pelo troppo lunga e noiosa, altrimenti gli avrei dato di più. Grande Jason Robards.

clint 85  @  07/07/2012 18:07:48
   6½ / 10
Una favola ambientata alla fine del west, Hogue è un uomo buono che costruisce una fortuna da quella che era stata una sua sfortuna. Gli attori sono bravissimi, buona la regia di Peckinpah. L'inizio e la fine sono ottimi, purtoppo la parte centrale del film è a tratti lenta e spesso monotona.E' un buon film ma siamo lontanissimi dal capolavoro o dai grandi film....come spesso però succede nella media voto incide la longevità della pellicola e il nome del regista.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  31/07/2010 18:43:01
   7½ / 10
Chi si aspettava un'ennesima dissertazione violenta e machista dopo Il mucchio selvaggio rimarrà deluso e non poco da questo western che ha più i toni ora da commedia,ora riflessivi.
Molto divertente e anche molto lento,i temi cari a Peckinpah ci sono tutti (o quasi): la vendetta,il western crepuscolare che qui giunge alla propria fine,la fine gloriosa di un altro perdente qui rappresentato perfettamente da Cable Hogue.
Tutto ha un'atmosfera disincantata quasi favolistica,a tratti con musichette e velocizzazzioni alla Benny Hill ma con un finale riflessivo e che più malinconico non si potrebbe.
Fantastici i personaggi,sensualissima Stella Stevens.
Forse nella parte centrale si perde di pathos e ci si annoia un pò ma è una bella sorpresa da un regista conosciuto più per la sua violenza che per la sua poetica personale fatta anche di lavori delicati,e forse la Ballata di Cable Hogue è sotto questo punto di vista il massimo raggiunto da Peckinpah.

Pekisch  @  08/02/2010 18:08:04
   8 / 10
Sono rimasto piacevolmente colpito da questo film, nonostante l'abbia visto per puro caso, seguendo per sbaglio il consiglio di uno sconosciuto.
Un film davvero piacevolo sulle avventure di un one-self man del west, che nonostante il ritmo lento riesce a coinvolgere per tutto il tempo.
Avevo già provato a vedere un altro film di Peckimpah, ma l'eccessiva cruenza mi fece lasciar perdere - ma forse ero solo troppo giovane. Gli darò un'altra possibilità.
Sta di fatto che questo film, invece, non è per nulla confusionario o cruento come mi aspettavo, e ha inoltre il pregio di avermi fatto scoprire un attore straordinario, che è il protagonista Jason Robards.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  01/01/2010 17:06:19
   8 / 10
Un film piacevole che ruota quasi totalmente su di un unico personaggio. Sembra quasi che Peckinpah, dopo il Mucchio Selvaggio, si sia voluto prendere come una pausa o forse abbia tentato di esprimere le sue idee con un stile un po’ diverso.
Certo, anche questo film è di genere western, si svolge negli stessi anni del Mucchio Selvaggio; però a differenza di questo non si basa sulle azioni avventurose di gruppi di persone, non ha l’ambizione di dipingere uno stato sociale collettivo esemplare. La Ballata di Cable Hogue si dedica più che altro all’approfondimento sentimentale e morale di un singolo abitante del West. Qui lo sguardo del regista è più concentrato che diffuso. Ne risente anche lo stile del film che ha un ritmo molto più lento, molte pause liriche (con bella musica) e sentimentali, numerose scene di sapore comico e ironico (si usano le accellerazioni invece che i ralenti), l’uso di frequenti primi piani, split-screen, dissolvenze, proprio per arricchire e complicare i punti di vista.
Il primo quarto d’ora del film è secondo me il più bello. Appare all’improvviso un uomo solo assetato e sperduto nel deserto; di lui non sappiamo niente, come mai si trova lì. Finisce per trovarsi a tu per tu con altre due persone sperdute e assetate che cercano di rubargli l’acqua. Sorge il dilemma se rispettare la propria coscienza morale (comandamento cristiano: non uccidere) o il proprio istinto di sopravvivenza. L’uomo sceglie di avere fiducia, la quale viene però malpagata. Vaga per giorni nel deserto (bellissime immagini di paesaggi) senza un goccio d’acqua e dialogando spesso con Dio. Viene salvato da una casualità/miracolo.
In queste scene Peckinpah sembra irridere ai comandamenti religiosi e ai buonismi, mentre dà credito a una forma di “fede” pratica e personale.
L’uomo in questione diventa quindi possessore di una fortuna (una polla di acqua) e la riflessione si posta sul concetto di proprietà privata e di commercio, visto come base essenziale per la sopravvivenza del singolo/unità indipendente.
In questa fase iniziale il protagonista sconosciuto, senza passato, diventa un po’ il prototipo di “chiunque”, le sue avventure hanno quasi valore astratto e universale. Il film però cambia strada e va in direzione del racconto delle vicende di Cable Hogue (l’uomo non è più uno qualsiasi), un amante della vita nel deserto (rude e primitiva, dura, solitaria ma meravigliosa). La sua è una scelta voluta, visto che si trova più a suo agio nella natura ostile, piuttosto che nella “complicata” civiltà.
Questo tipo di vita (visto con molta simpatia da Peckinpah) non è però sufficiente; mancano due cose fondamentali: l’amicizia maschile e l’amore femminile. La prima Hogue la trova in Joshua, un avventuriero vagabondo che si spaccia per reverendo (altra frecciata ironica alla religione costituita), mentre il secondo lo trova in Hildy, un’avvenente prostituta (altra frecciata al perbenismo e altra lode del “commercio”) di belle maniere e dal cuore tenero.
La donna “ideale” di Peckinpah è una donna sensuale, pronta ai desideri dell’uomo e dedita alla sua cura. C’è però come la sensazione che un’idillio del genere non possa durare a lungo: la civiltà delle macchine è in arrivo e presto non esisteranno più rifugi isolati nella natura; c’è poi la triste costatazione che la felicità con una donna non può che essere di breve durata e destinata a finire o a interrompersi presto.
Il finale (un po’ forzato – la parte più debole del film) ci lascia perciò con molta malinconia, tristezza, rimpianto e nostalgia dei bei tempi trascorsi, gli eterni sentimenti dei film di Peckinpah.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  05/09/2009 07:48:05
   8½ / 10
Dopo l’autodistruzione del film western a cui abbiamo assistito nel finale de “Il mucchio selvaggio”, un film che ha il sapore d’una rievocazione sofferta ma divertita, dissacrante, grottesca, irriverente seppure rispettosa, nuova. Probabilmente, quella devastante sparatoria del precedente film di Peckimpah, s’è fatta sfuggire qualche superstite. Cable Hogue soprattutto, un nuovo antieroe perdente, che incontra la fortuna nel mezzo del deserto; trova l’amore, un socio, la ricchezza, perfino la vendetta: perderà tutto quasi per caso. Ma con ancora il sorriso sulle labbra.
Agli storici rallenti, qui si contrappongono scene accelerate da vecchie comiche. Un commovente inno alla proprietà e alla storia pionieristica dell’America settentrionale. Fotografia sempre bellissima, finale ancora una volta magnifico.
Curiosa la somiglianza con “I compari” di Altman che uscirà soltanto un anno dopo, e significativa del destino d’un genere che ha fatto il suo tempo e che, probabilmente, ha ora necessità e voglia di cambiare.

dobel  @  27/08/2009 15:03:56
   9½ / 10
Che meraviglia... che poesia... che grande lirico fu Peckinpah (grande come Hamingway)!!!!!!. E' inutile: quello che in Peckinpah sgorga dal cuore in Leone sgorga dalla mente.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  20/12/2008 12:36:41
   9 / 10
Mamma mia un altro bellissimo western di Peckinpah. Dopo "Il Mucchio Selvaggio" continua la parabola crepuscolare, non violento come il precedente, nè altrettanto barocco (anzi), ma spingendosi oltre nel contaminare il genere con la commedia; e questo film è divertentissimo. Il west era cambiato, ma Cable Hogue no. Un uomo ancora dallo spirito del fai da te, tenero, leale, buono e innamorato, che bellissimo personaggio. Ci si commuove perché è anche una storia d' amore romantica (come scordarsi del fiore regalato in pieno deserto), con un finale spiazzante che lascia l' amaro in bocca. Chissà, forse la frase "..non mi fa paura la morte, ho solo paura di quello che dirà la gente dopo." è realmente il sentimento che provava Sam Peckinpah in quel difficilissimo momento della propria vita, e purtroppo poi si sa come andarono le cose. Inutile, uno dei momenti più significativi in questi film sono la comparsa delle prime automobili, fa sempre un effetto straniante come lo è per i protagonisti. Il film sarebbe perfetto, peccato che lo split-screen e i montaggi accelerati lo invecchino un pochino rispetto agli altri. Comunque grandissimo zio Sam.

Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  16/12/2008 13:03:47
   7½ / 10
Ecco il western, ecco la sua lenta fine. Nemmeno dieci colpi di fucile per un film ambientato nel vecchio west, più una storia d'amore e una riflessione politica che un vero e proprio film di spari e rivalità.
A tratti si sente la pesantezza di una sceneggiatura che punta forse troppo su un amore impossibile e rischia di diventare sin troppo didascalico.
Comunque bellissimi personaggi, ben caratterizzati (anche se la sensuale Stevens calca troppo la mano sulla sua testardaggine e risulta noiosa) e un finale veramente ben costruito e molto riflessivo.
Non mi sono piaciute le esagerazioni: mentre in un film di Leone quest'ultime sono di gran lunga consentite, quasi un marchio di fabbrica, nei lavori puntigliosi e realistici di Peckinpah risultano fuori luogo (soprattutto le corse velocizzate alla Benny Hill e le canzonicine da musical anni '50-'60).

L'arrivo della tecnologia, con le auto assetate di benzina ("quanta acqua consumerà quel coso?") porterà lentamente al declino di quel bellissimo affresco chiamato Western.

2 risposte al commento
Ultima risposta 19/12/2008 22.22.03
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Dan of the KOB  @  28/09/2008 12:35:36
   8 / 10
Un Peckinpah diverso dal solito!
Non ci sono le sue classiche impennate di violenza, non ci sono i suoi rallenty ad enfatizzare momenti drammatici, ma c'è un velo di malinconia che ricopre questa pellicola a tratti divertente, a tratti romantica!
Un film dove gli alti valori e le nefandezze dell'uomo vengono messi in mostra gli uni accanto agli altri!
Un western atipico, diretto con maestria come al solito da questo immenso regista e interpretato in modo scanzonato da un fantastico Robards!
Non finirò mai di ringraziare questo regista!

harold  @  13/08/2008 14:41:11
   10 / 10
Realizzato subito dopo il grande successo del Mucchio Selvaggio, spiazzò chi si attendeva un film similare al precedente. Romantico, divertente, privo di scene di violenza, narra la storia di un anziano cercatore al crepuscolo della vita. Solidissimo, privo di sbavature, con personaggi perfetti e alcune scene memorabili, tipo il sermone finale. Interpreti memorabili. Robards in una delle sue prove più belle; Splendida e brava la Stevens; Warner un irresistibile prete donnaiolo. All'epoca non ebbe il successo che meritava. Oggi andrebbe riscoperto.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  11/05/2008 17:28:29
   7½ / 10
Lontano dalla violenza del Mucchio selvaggio, questo film di Peckinpah è una malinconica favola permeata di un certo umorismo sul self-made man. Cable Hogue costruisce intorno alla sorgente d'acqua il suo mondo personale, dove la frontiera è ancora tangibile. Particolarmente ispirato Robards, fra il drammatico ed il poetico.

earp80  @  03/04/2008 10:12:04
   9 / 10
Film malinconico e struggente ma anche dissacratorio e profondamente critico verso l'idea di progresso incarnata dallo Stato e dalle sue leggi.
C'è tutto l'anarchismo di destra di Sam Peckinpah in questo capolavoro da non perdere.

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  22/03/2008 12:36:17
   7½ / 10
Ancora un film intriso di una struggente e delicata anima dissacratrice. Splendida ricostruzione del pionerismo e del self made man, non banale e manieristica, ma acida e triste. Solo il finale, un pò rapido e forse poco drammatizzato, non mi ha colpito favorevolmente.

Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  23/09/2007 01:37:10
   8½ / 10
Che filmone, ragazzi! Si trova il tempo per appassionarsi, per divertirsi, per commuoversi... Proprio una pellicola d'altri tempi.

colonkurtz  @  22/11/2006 22:10:00
   7½ / 10
diciamo che nn m ha entusismato...vuoi mettere con mucchio selvaggio...xrò nn è male e roboards e stevens nn sono male.. simpatico il prete

benzo24  @  23/12/2005 18:30:35
   10 / 10
capolavoro di Peckinpah che gira un film profondo e toccante come pochi, con una mano meravigliosamente infantile e leggera. Grande il protagonista Robards con il capellaccio che fu di Bogart nel tesoro della sierra madre. ottime le musiche.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  17/03/2005 14:27:46
   9 / 10
La fine del west raccontata da un maestro del cinema.
Assolutamente fantastico!

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Speciale SHOKUZAISpeciale SHOKUZAI
A cura di The Gaunt

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ANYWHERE ANYTIME
Locandina del film ANYWHERE ANYTIME Regia: Milad Tangshir
Interpreti: Ibrahima Sambou, Moussa Dicko Diango, Success Edemakhiota
Genere: drammatico

Recensione a cura di The Gaunt

HIT MAN - KILLER PER CASO
Locandina del film HIT MAN - KILLER PER CASO Regia: Richard Linklater
Interpreti: Glen Powell, Adria Arjona, Austin Amelio, Retta, Sanjay Rao, Molly Bernard, Evan Holtzman, Gralen Bryant Banks, Mike Markoff, Bryant Carroll, Enrique Bush, Bri Myles, Kate Adair, Martin Bats Bradford, Morgana Shaw, Ritchie Montgomery, Richard Robichaux, Jo-Ann Robinson, Jonas Lerway, Kim Baptiste, Sara Osi Scott, Anthony Michael Frederick, Duffy Austin, Jordan Joseph, Garrison Allen, Beth Bartley, Jordan Salloum, John Raley, Tre Styles, Donna DuPlantier, Michele Jang, Stephanie Hong
Genere: azione

Recensione a cura di The Gaunt

archivio


LA ZONA D'INTERESSE
Locandina del film LA ZONA D'INTERESSE Regia: Jonathan Glazer
Interpreti: Christian Friedel, Sandra Hüller, Medusa Knopf, Daniel Holzberg, Ralph Herforth, Maximilian Beck, Sascha Maaz, Wolfgang Lampl, Johann Karthaus, Freya Kreutzkam, Lilli Falk, Nele Ahrensmeier, Stephanie Petrowitz, Marie Rosa Tietjen, Ralf Zillmann, Imogen Kogge, Zuzanna Kobiela, Julia Polaczek, Luis Noah Witte, Christopher Manavi, Kalman Wilson, Martyna Poznanski, Anastazja Drobniak, Cecylia Pekala, Andrey Isaev
Genere: drammatico

Recensione a cura di Gabriele Nasisi

MARILYN HA GLI OCCHI NERI
Locandina del film MARILYN HA GLI OCCHI NERI Regia: Simone Godano
Interpreti: Miriam Leone, Stefano Accorsi, Thomas Trabacchi, Mario Pirrello, Orietta Notari, Marco Messeri, Andrea Di Casa, Valentina Oteri, Ariella Reggio, Astrid Meloni, Giulia Patrignani, Vanessa Compagnucci, Lucio Patané, Agnese Brighittini
Genere: commedia

Recensione a cura di Severino Faccin

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