Su una nave in rotta da Amburgo verso un porto canadese nei primi anni '60, Liza (A. Slaska), già sorvegliante nel lager di Auschwitz, incontra un'ebrea polacca (A. Ciepielewska) che fu tra le sue vittime e con la quale, spinta anche da un'attrazione omofila, cercò inutilmente di avere un rapporto “umano”. Ne parla col marito (J. Kreczmar) in due confessioni, la prima in modi di autogiustificazione e la seconda con un vero scavo di sé stessa.
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