la tarantola dal ventre nero regia di Paolo Cavara Italia, Francia 1971
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la tarantola dal ventre nero (1971)

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locandina del film LA TARANTOLA DAL VENTRE NERO

Titolo Originale: LA TARANTOLA DAL VENTRE NERO

RegiaPaolo Cavara

InterpretiRossella Falk, Barbara Bouchet, Claudine Auger, Giancarlo Giannini

Durata: h 1.29
NazionalitàItalia, Francia 1971
Generedrammatico
Al cinema nell'Agosto 1971

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Trama del film La tarantola dal ventre nero

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Voto Visitatori:   5,50 / 10 (15 voti)5,50Grafico
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Voti e commenti su La tarantola dal ventre nero, 15 opinioni inserite

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Alpagueur  @  31/10/2020 14:09:31
   4 / 10
Nonostante la sua interessante premessa, "La tarantola dal ventre nero" (conosciuto all'estero come "Black belly of the tarantula") è un film di tipo slasher di bassa qualità, a volte ridicolo. L'idea di usare un ago da agopuntura intinto in un agente paralizzante (bromuro di vecuronio?) da conficcare dietro al collo per uccidere qualcuno è piuttosto terrificante, ma non c'è niente di terrificante in questo film. L'assassino semplicemente punge le sue vittime con un ago e poi le pugnala allo stomaco tagliandole un po', non c'è un comportamento tortuoso o particolarmente morboso. Inoltre, non si sa bene nemmeno chi siano queste persone che vengono uccise, quindi lo spettatore non può davvero sentire nulla per loro (perché per es. la donna che lavorava nel negozio di abbigliamento dopo che ha visto la mano dell'assassino squarciare la tenda col coltello, poi è stata ad armeggiare intorno a un gruppo di manichini e non ha cercato di andarsene, lei lavorava lì, sapeva dove si trovava, non capisco...purtroppo "Morirai a mezzanotte" di Lamberto Bava sarà girato solo 15 anni dopo, altrimenti Cavara avrebbe potuto imparare parecchio sul come allestire un delitto credibile in un negozio di abbigliamento). L'idea della vespa/tarantola era buona, purtroppo è stata sviluppata male. Ad ogni modo Lucio Fulci ne trarrà beneficio per il suo "Murderock" (1984), in quanto anche lui metterà in mano all'assassino come arma di offesa uno spillone appuntito, anche se forgiato diversamente (più bello da vedere), ma diversamente dalla Tarantola, l'assassino userà preventivamente il cloroformio per addormentare le proprie vittime e solo dopo trapasserà loro il cuore lentamente con lo spillone. In entrambi i casi (ovatta di cloroformio o vecuronio) la malcapitata sarà sempre cosciente ma impossibilitata a muoversi. Dopo una prima mezz'ora concitata, la trama perde lentamente slancio fino a uno zoppo epilogo, con la rivelazione di uno psico dramma che appare però balbettante, in quanto l'assassino (facilmente individuale da subito, assieme al movente) sembra in forma fisica in tutti i sensi. Gli attori sono sopra la media, ma manca una colonna sonora da film giallo "vero"...Morricone ha fatto di molto meglio devo dire. Andando a leggere i nomi di soggettista e sceneggiatore mi sono imbattuto in due perfetti sconosciuti (almeno per me). Non so come faccia qualcuno a ritenere questo film uno o addirittura due gradini sopra a "E tanta paura" dello stesso Paolo Cavara. Michele Placido mi è sembrato molto più a suo agio e attendibile nei panni del commissario di turno rispetto a Giancarlo Giannini, e la trama qui è molto semplificata, ma voglio dire a volte anche trame banali e recitazioni appena passabili per non dire mediocri sono passate in secondo piano rispetto a una magnifica colonna sonora e a delle scene di paura vera, uniche (mi vengono in mente i Gatti rossi di Lenzi e La casa con la scala di L. Bava), ma qui proprio c'è una lentezza anche di "esecuzione" dei delitti, manca un senso di efferatezza. Il killer inoltre fa a meno dei soliti guanti in pelle nera optando per dei guanti in gomma color carne (forse per cercare di depistare i sospetti?). Per concludere una doverosa precisazione: subito dopo il primo terzo di film, l'entomologo dice al commissario Tellini tre inesattezze: la tarantola è un animale terribile (non è vero, è di indole dolce e tranquilla), ha un solo nemico, il "Pepsis hymenoptera" volgarmente detta "vespa delle ali color salume" (falso, il nome è di fantasia, quella vera si chiama "Pepsis formosa pationii" alias "Tarantula hawk wasp" alias "vespa falco della tarantola", vive nelle aree meridionali degli Stati Uniti e così come quella immaginaria del film è in grado di pungere e avvelenare le tarantole, paralizzandole e usandone il corpo come incubatrice vivente per le uova), la vespa è il solo nemico naturale in grado di uccidere la tarantola (falso, anche la scolopendra e lo scorpione sono in grado di uccidere facilmente una tarantola). Un nome di fantasia per l'animale di turno ci può stare (anche Argento si era inventato il famoso "Hornitus Nevalis" o gru delle nevi per il suo primo giallo), ma poi fare disinformazione sul resto lo trovo fastidioso (il ragno che l'entomologo mostra mentre viene torturato dalla vespa non è una tarantola, è un filmato fake, è una tarantola quella che si vede dopo nella scatola di plastica trasparente che viene tirata fuori con le pinze). Il nome di un animale nel titolo è sempre suggestivo, ma non è sufficiente per salvare questo film. Bocciato.

CyberDave  @  02/05/2020 01:19:18
   5 / 10
Giallo all'italiana che cerca di sfruttare il successo dei primi film di Argento con i titli animaleschi, l'operazione direi che non è riuscita del tutto.
Storia abbastanza debole, noioso, con pochi dialoghi e che arriva stancamente al finale.
Non ci sono scene di nota o particolari cambi di rotta, un film tranquillamente evitabile tra i tanti facenti parte di questo ottimo filone.

albert74  @  14/06/2017 02:52:32
   5 / 10
La tarantola dal ventre nero è uno dei tantissimi film triller ispirati alla trilogia degli animali di Dario argento. Questo è stato girato un anno dopo l'uccello dalle piume di cristallo e riprende gli stessi stilemi.
Buona la fotografia, la pregevole cura per gli ambienti sia interni che esterni. Purtroppo i paragoni con Argento finiscono qui. Si tratta pur sempre di un film che si rifà a Dario Argento ma l'apparenza è solo esteriore. La sostanza qui manca totalmente. Manca la tensione, la suspense, le geniali costruzioni registiche argentiane; la trama è piuttosto banale e anonima. Gli omicidi non sono niente di particolare, gli attori sembrano spaesati e il finale è particolarmente affrettato. Si tratta dunque di uno dei tantissimi film degli anni '70, anonimi e totalmente privi di originalità. Girati per imitare il successo di Dario Argento e cavalcarne l'onda, senza riuscirvi minimamente.
Intendiamoci, complessivamente è guardabile ma si dimentica facilmente e inoltre l'ho trovato pochissimo coinvolgente. Un prodotto che non arriva alla sufficienza, come molti altri di questo periodo.

Dario Argento (il primo Dario Argento) è tutta un'altra cosa.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  15/08/2011 22:50:52
   4 / 10
Un thriller anonimo in tutte le sue componenti, dalla trama poco originale senza un auslio visivo che la renda almeno accattivante. Anonimi i personaggi anche se a scorrere tutto il cast era perlomeno doveroso sfruttare gli attori in gioco. La sceneggiatura non aiuta di certo e fra buchi e illogicità si crea il pastrocchio qui presente.

Gruppo REDAZIONE Cagliostro  @  08/02/2011 11:30:24
   3 / 10
Pellicola insulsa dal titolo pretestuoso volto a sfruttare il successo dei primi film di Dario Argento senza averne la classe, i virtuosismi di regia né la solidità narrativa. Giancarlo Giannini fa come sempre il suo lavoro muovendosi fra i meandri di una sceneggiatura sciocca, mal scritta e con una progressione narrativa ridicola.
Non c'è pathos né tensione. Un film perdibilissimo, malgrado l'interessante cast femminile.

pinhead88  @  20/08/2010 23:38:59
   4 / 10
Ennesimo giallo italico zeppo di debiti tecnico-stilistici baviani e argentiani, qualche pregio, ma anche molti difetti. i pregi sono sicuramente il buon (e il bel) cast arricchito da una fotografia vintage, come anche l'originale, ma neanche troppo entusiasmante, modus operandi dell'assassino. i difetti invece sono le solite banalità del genere, scene allungate e una totale mancanza di tensione o suspance, il che la dice lunga su quello che dovrebbe nascere come un giallo. insomma, in fin dei conti rimane una delle tante ******lle noiose destinate esclusivamente agli amanti del genere.

LEMING  @  30/06/2009 08:22:07
   4½ / 10
A me questi film thriller italiani degli anni '70, mi sembrano tutti uguali, della mal riuscite imitazioni dei film di Dario Argento, ma non raggiungono neanche lontanamente l'arte del Maestro,.....dialoghi banalissimi (e poi criticate Argento!), interpretazioni dilettantesche al massimo, tensione solo per under 15, insomma questi film non valgono un'unghia della tanto bistrattata (in parte giustamente) Terza Madre argentiana. Non li sopporto e sopratutto non mi spiego la media sul sito .....7!! ma scherziamo, allora Profondo Rosso che gli diamo 13!
Bocciato!
Lemming

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Ultima risposta 14/06/2017 02.31.11
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