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Piccolo gioiello di un cinema, quello francese, capace di eccellere in questi ultimi 10 anni in tutti i generi, dalla commedia ( Veber, Giù al Nord e il recentissimo Nicholas) all'Horror (vera e propria nuova scuola), dall' azione (36, L'Ultima missione) al drammatico. Opera prima. Clement Mathieu è un musicista, ma viene assunto come sorvegliante in un severissimo istituto di rieducazione per bambini. Il cattivissimo direttore ha un solo credo, azione-reazione per il quale ogni piccolo errore o malefatta dei ragazzi deve essere severamente punita. Mathieu invece ha un altro credo, la musica, e tramite essa, con la crezione di un coro, ridare speranza, felicità, vita ai piccoli "ospiti" dell'istituto. Film misurato come pochi in cui niente è esagerato, nè la violenza nè l'amore, nè la condanna nè la retorica. Sono i bambini, le loro emozioni, le loro paure, le loro speranze ad essere protagoniste, a ricordarci che mai, mai, un bambino può essere segregato o inibito nelle proprie passioni o potenzialità. E qui viene in soccorso la musica, l' altra grande protagonista del film. E' attraverso essa che i ragazzi "migliorano", una musica educatrice che li compatta, che li rende più responsabili, che fornisce un appoggio nel caotico mare delle loro pulsioni frustrate. Le regole ferree non servono, un bambino circondato da regole si comporterà sempre, appena ne avesse la minima possibilità, come una tigre uscita dalla gabbia. La musica è il collante, la passione che li farà tornare vivi e, in un certo senso, "puri". Ed è sempre attraverso la musica che viene fuori lo straordinario personaggio di Morhange (eccezionale il giovane attore), ragazzo ribelle dalla voce meravigliosa, talento purissimo che rischiava di appassire tra le mura asfissianti dell'istituto.E lui diventa il simbolo di tutti, il simbolo della bellezza, della meraviglia, della dolcezza che OGNI bambino dovrebbe avere la possibilità di vivere e dimostrare. Il sorvegliante Mathieu non è un eroe, è solo una persona che conosce l'importanza dell'infanzia, e sa che quando questa viene corrotta o inibita rovina irrimediabilmente la vita futura. Film che commuove e a volte diverte, ma sempre sotto le righe, con garbo. Film permeato fortemente da un'atmosfera neorealista per ambientazioni, anni (siamo nel 1949), protagonisti, tematiche. E ovvio il rimando del cuore allo "Zero in condotta" di Vigo. Forse non siamo di fronte a un capolavoro, ma a uno di quei film "veri" che per un'ora e mezza, forse, ci rendono persone migliori.
L'ho visto in lingua originale e quindi non l'ho capito del tutto. Ma quanto ho visto (e tradotto) mi ha fatto capire che senz'altro non è un capolavoro. Da quanto mi è parso credo che sia troppo legato a "L'attimo fuggente", gli attori (non i bambini) sono troppo imbalsamati e le musiche, che in un primo momento possono senz'altro piacere, dopo un analisi un po' più dettagliata sono state troppo "morriconiane". Dunque mi è sembrato che a salvarsi siano stati i bimbi, non (troppo) impacciati davanti alla camera.
solo un film francese poteva poteva creare una commistione tra la vera essenza malinconica di questo film( derivata dalla situazione dei ragazzi educati con la massima durezza dal preside ) e le situazioni buffe che strappano un sorriso al pubblico angosciato da questo film non proprio leggerissimo.commuvente la scena in cui il professore\musicista abbandona il collegio ed i bambini che non possono vederlo gli lanciano aereoplanini con scritti messaggi di addio e di rigraziamento. toccante anche la scena in cui sembra che il piccolo peppinot sia abbandonato sia destinato a rimanere abbandonato per una seconda volta ,questa però dal maestro.falso dunque un commento che lo definisce un film che non riesce a suscitare emozioni. un bellissimo film che non è però il mio genere....
Favoletta noiosa e irreale. Una trama molto interessante e importante, sebbene un pò inflazionata, questa dell'educazione e dell'abuso, purtroppo solo accennata senza alcuno sviluppo concreto. Superficiali e marginali tutti i personaggi; unica figura di rilievo appare il sorvegliante musicista che con un dolce sorriso rimette in riga una moltitudine di scatenati scapestrati, e con lo stesso imperturbabile approccio accetta i rifiuti dell'amore e le mancate riconoscenze, un esempio sociale di benefattore dell'umanità, figura piuttosto rara quanto insolita...
Che meraviglia !! Film poco pubblicizzato nato alla "chetichella" ma un vero CAPOLAVORO !!! GRANDE figura quello del sorvegliante interpretato da Gérard Jugnot che da "ometto semplice, semplice" riesce ad avere la genialità di aiutare dei ragazzi disaddatati, attraverso la musica, le sue parole ed i suoi gesti; meravigliosi i ragazzi tutti "non attori" sopratutto quello che interpreta Jean Marais da giovane "scovato" in un coro di Lione; a volte sono le persone semplici che lasciano un "segno" nella storia, eroi sconosciuti ai più ma, indimenticabili....