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L'ultimo lungometraggio cinematografico di Jean Renoir riprende la struttura della sua filmografia precedente ed in particolare La Grande Illusione. In questo caso in chiave più vicina alla commedia, perchè sia pur in presenza del tragico contesto della guerra, non rinuncia a dare una comica a i maldesftri tentativo del caporale e dei suoi sodali di fuga, i cui piani falliscono per dabbenaggine, sfortuna ed eccessiva improvvisazione del piano stesso. Ben assemblato il cast in un film che forse soffre di una canovaccio ripetitivo (i continui piani di fuga, estemporanei o meno) ma mostra quella qualità di non demordere mai ad una condizione di prigioniero. Bello il finale, semplice ed asciutto.
Tardo Renoir - anzi credo l'ultimo per il grande schermo - e commedia quasi grottesca che torna sulle orme de "La grande Illusione". Dovrebbe esserci qualcosa di poetico nella fissazione del testardo Caporale che insegue la libertà attraverso piani d'evasione improvvisati o sbilenche fughe mozzafiato, eppure alla pellicola manca un preciso senso d'insieme, accontentandosi forse di essere episodicamente profonda e/o divertente. Bel finale comunque.