l'uomo con la macchina da presa regia di Dziga Vertov URSS 1929
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l'uomo con la macchina da presa (1929)

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locandina del film L'UOMO CON LA MACCHINA DA PRESA

Titolo Originale: CELOVEK S KINOAPPARATOM

RegiaDziga Vertov

Interpreti: -

Durata: h 1.07
NazionalitàURSS 1929
Generedocumentario
Al cinema nel Giugno 1929

•  Altri film di Dziga Vertov

Trama del film L'uomo con la macchina da presa

Un cineoperatore si aggira per Mosca riprendendo la vita della città, dalle prime luci dell'alba al tramonto: la città si sveglia, le persone, le strade, i mercati, mentre l'uomo con la macchina da presa arriva fin dentro le case. A sera, dopo che anche la spiaggia si è andata sfollando, la macchina da presa sfugge alle mani dell'operatore e improvvisa un ironico balletto in una sala cinematografica: a ritmo accelerato si rivede tutto il materiale girato. Alla fine il Bol'soj è in frantumi.

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Voto Visitatori:   8,83 / 10 (20 voti)8,83Grafico
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Voti e commenti su L'uomo con la macchina da presa, 20 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

cort  @  20/12/2020 19:43:57
   7 / 10
impressionante il montaggio di questo vecchissimo film con tutti i trucchi conosciuti del tempo. La versione che ho visto è ottimamente musicata dalla alloy orchestra(il film nasce muto e nel tempo è stato musicato in più versioni).
Il film è stato, ai tempi, criticato per l'ecessiva velocità di montaggio e siceramente credo che se fosse andato a vederlo mio nonno sarebbe rimasto scioccato. Nonostante ormai ci siamo abituati ai montaggi veloci verso la fine sconsiglio la visione a chi soffre di epilessia(e mal di testa :)

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  11/10/2019 12:10:06
   7½ / 10
Film-documentario di importanza storica per il mondo del cinema. In primis chi lavora al montaggio non puo' non passare dal lavoro fatto da Dziga Vertov, un vero portento.
Tecniche di ripresa all'avanguardia per l'epoca con svariati trucchi, immagini sovrapposte e stop-motion.
Cosi difficile per l'epoca che perfino il grande Sergej M. Ejzenstejn lo boccio' come "confusionario".
Visto oggi ha sicuramente un altro valore, malgrado non ci sia in effetti una storia che colleghi il tutto, nemmeno una didascalia, ma c'è la magia...

Crabbe  @  25/04/2017 15:32:32
   8 / 10
Un montaggio frenetico in un documentario d'avanguardia che a 90 anni di distanza non ha perso ancora il suo splendore.

david briar  @  30/01/2016 13:13:11
   10 / 10
Sperimentazione oltre su un linguaggio cinematografico che mira a essere universale. Metafora del rischio di alienazione di una società caotica e ripetitiva, frenetica, ma mai che qualcuno abbia un capello fuori posto. La presenza di tantissime figure circolari o con movimento circolare esprime in maniera inquietante questa coazione a ripetere. Fantastica l'immagine della macchina da presa che domina sul mondo, eccezionale l'uso di sovrimpressioni e il meta-cinema. Senza questo film il documentario non sarebbe lo stesso, e azzardo la stessa ipotesi per il videoclip(influenzato anche da Ejzenstein). Fra le righe, inizia a vedersi una fiducia nel progresso femminile attraverso alcune immagini.
Da studiare, da analizzare, da imparare per chiunque voglia capire il cinema dall'interno. Capolavoro assoluto..

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  06/10/2013 17:49:40
   7 / 10
Frutto dell'ideologia comunista del tempo e in reazione al cinema di finzione dell'epoca, questo documentario è un notevole esperimento cinematografico. Utilizzando tutti i trucchi possibili per l'epoca, il regista ci mostra un mondo perloppiù frenetico, con soluzioni originali ed un montaggio serratissimo (penso che Godfrey Reggio debba parecchio a questo film). Devo però dire che la mancanza di una trama e il susseguirsi di immagini tanto slegate tra di olro mi ha annoiato parecchio.

Lucignolo90  @  08/11/2012 18:23:00
   10 / 10
L'opera nacque dal volere di Vertov di dare una totale autonomia e universalità all'arte cinematografica. Autonomia perchè i film sceneggiati e che seguivano una narrazione erano per il regista mero fumo negli occhi che la propaganda propinava alle masse; universalità perchè lo scopo fu quello di diffondere quest'opera senza il bisogno di utilizzare didascalie. Il cinema Vertoviano infatti, è arte che non vuole spartire nulla con quella del teatro e della letteratura, concetto che perderebbe inevitabilmente se usasse sottotitoli o copioni scritti. Il cinema vive di sole immagini e riesce a diffondersi solo e soltanto grazie alla forza espressiva di quest'ultime.

E' una delle teorie che seguirà il filone che fà fede al "cineocchio" sperimentato e nato in Urss proprio grazie a Vertov nei primi anni 20 e che qui trova la sua massima espressione.
Il film non segue una vera e propria storia: inizia con un operatore che proietta di nascosto in un cinema pieno di ignari spettatori, uno spettacolo di vita quotidiana nell'arco temporale di 24 ore, dall'alba al tramonto: riprese di strade, traffico, lavoro, tempo libero, eventi come matrimoni, divorzi, nascite, morti in 3 città diverse: Mosca, Kiev e Odessa. Una proiezione dove persino il regista, o meglio, il "supervisore dell'esperimento" come ha tenuto a precisare Vertov nei titoli di testa, viene a sua volta ripreso mentra sta filmando le varie scene (c'è comunque da dire che l'operatore che vediamo nel film non è Vertov ma Mikhail Kaufman, assistente e improvvisato attore del film), che si trovi esso in mezzo a una strada per riprendere da vicino autobus e tram, in cima a una gru sospesa sopra a un fiume a riprendere la gente che brulicante popola le strade come piccole formiche in un nido, in cima a una collina, a bordo di automobili e treni in movimento, all'interno delle fabbriche per seguire da vicino le produzioni a catena e la loro progressiva disumanizzazione (tema che affronterà anche Chaplin anni dopo in tempi moderni) qualunque cosa pur di carpire il possibile e anche l'impossibile, laddove neanche l'occhio umano potrebbe arrivare in condizioni normali, in quello che è forse il più alto esempio di metacinema mai visto su schermo.

Passiamo al capitolo nettamente più importante del film: IL MONTAGGIO. Vedere un'opera del genere e pensare che si ha di fronte materiale di 83 anni fà è assolutamente scioccante. 1775 shots, uno ogni 2,3 secondi. Una specie di antologia di tutte le tecniche cinematografico allora conosciute: Slow-motion, fast forward, reverse, sovraimpressione, freeze frame, dissolvenza incrociata, split screen sia verticale che orizzontale, stop motion (da citare assolutamente la scena della camera che si monta da sola sul treppiedi e si muove autonomamente, una delle sequenze più strabilianti che abbia mai visto), movimenti di camera ipercinetici e mirabolanti a volte a ritmi sostenutissimi sino ad arrivare a singoli frame alternati in una vera e propria esplosione dinamica. Tutto questo, si noti bene, con la camera sempre fissa sulla propria attrezzatura, o sul pavimento, avrò contato si e no 2-3 movimenti come una panoramica e una carrellata. Ma non è solo il montaggio in quanto tecnicamente all'avanguardia a fare il film straordinario, ma anche come viene usato: c'è pochissimo montaggio classico come lo intendiamo noi...è piuttosto "analogico", và appunto per analogie, perciò ci capiterà di vedere una donna che si stà lavando i capelli e subito dopo gente che pulisce le strade con idranti, oppure viene inquadrato un cartello con una figura con l'indice sulla bocca a mò di silenzio e subito dopo ci viene mostrata una donna che dorme. Altra tecnica per esempio è quella del montaggio metaforico: il cine-occhio che sembra quasi diventare reale e umano grazie a ingegnose sovraimpressioni (guardare foto che ho messo sotto al titolo) oppure con la stessa tecnica la figura ingigantita dell'operatore che sovrasta le folle nella sua opera di osservatore del tutto, ovunque.
Va da sè che una tale sequenza di immagini perdono buona parte della loro natura senza il comparto musicale, per questo è un'opera che và visionata direi quasi obbligatoriamente col sottofondo orchestrato (io ho visto la versione del 1995 per DVD e credo sia la migliore perchè crea una simbiosi totale con le immagini e il ritmo è assolutamente fedele al ritmo del montaggio, c'è un'altra versione più recente ma io la eviterei tranquillamente).

In ogni caso un'opera abbagliante, anticonvenzionale all'epoca, meravigliosa fonte storica di uno spaccato dell'Unione Sovietica di quegli anni, l'opera che nacque grazie all'idea del regista che volle farsi precursore del puro cinema, estraneo ad altre forme artistiche preesistenti, fruibile indistintamente da tutti.
Oggi divenuto il film capostipite del genere documentario, con ogni probabilità il suo più alto esponente.

Ciaby  @  07/06/2012 18:59:11
   10 / 10
Capolavoro assoluto.
Un anti-documentario che gronda di cinema, di immaginario, di carezze e schiaffi visivi. Delirante e ironico nel suo combattere il labile confine tra realtà e finzione, tra il fare e guardare cinema. Splendido.

Teo_Kubrick  @  08/02/2012 19:34:08
   10 / 10
L'Avanguardia per eccellenza. Capolavoro.

_Hollow_  @  04/10/2011 20:08:56
   10 / 10
Che ****ta di documentario. Geniale nel montaggio. Originale nell'idea di vedere il mondo con rinnovata attenzione grazie al punto di vista, il filtro, della camera da presa. I primi piani delle macchine che lavorano sono fantastici. Un film che, anche visto a distanza di 90 anni, si conferma ottimo. Storico.

Invia una mail all'autore del commento Elly=)  @  17/08/2011 22:00:03
   10 / 10
L'UOMO CON LA MDP non é solo un film, é un cimelio storico, un resto dello spaccato della società sovietica del 1929.

Non é un film ambientato nel 1929.

Non é una storia del 1929.

É il 1929.

Nel futuro, se mai questa pellicola finirà nelle mani delle generazioni future, non avrà solo un valore storico o cinematografico, ma sarà come per noi, il discobolo. É un documentario che filma la vita integra di tutti i giorni, che riprende a tutto tondo la società sovietica del 1929. Se mai qualcuno si chiederà com'erano quelli del 2011 nessuno lo saprà con certezza. Ma se qualcuno si domanderà come erano i sovietici nel 1929 avrà una risposta certa.

Il film unisce un'estetica rivoluzionaria a una politica radicale. Qui vengono ripresi i principi marxisti e dove l'evolversi della società sovietica viene messo in risalto. Varie scene furono girate a Mosca, Odessa e Kiev riprendendo la vita di ogni giorno tramite un magnifico montaggio che utilizza tutte le tecniche cinematografiche allora conosciute. Così L'UOMO CON LA MDP non fa solo da inno allo Stato sovietico ma é anche un manuale cinematografico. Il film presenta una narrazione non lineare che in questo modo crea un tributo a tutto ciò che può essere il cinema.

pinhead88  @  02/03/2010 16:45:19
   8 / 10
Una significativa testimonianza dell'epoca,seguita da un montaggio frenetico e suggestivo.esteticamente molto all'avanguardia.

DarkRareMirko  @  29/10/2009 22:28:25
   10 / 10
Vertov e il cineocchio, Vertov e la scuola del montaggio sovietico.

Uno tra i (tutto sommato) non pochi lungometraggi che svela esplicitamente il cinema, i suoi trucchi (presempio in una scena, grazie ad un rallenty, ci viene mostrato come l'arte cinematografica stessa faccia perno sul fatto che in realtà le immagini che vediamo in movimento sullo schermo sono formate da tante fotografie, quindi da tante immagini fisse), il modo di realizzare il montaggio stesso ed uno dei pochi film in cui viene inquadrata una persona che stà filmando il lungometraggio stesso che si stà guardando.

Un film quindi molto moderno ed innovativo.

Indibbiamente un capolavoro nella storia del cinema, sopratutto dal punto di vista registico; visione piacevole, breve tra l'altro, che consiglio.

bulldog  @  16/07/2009 16:50:13
   8 / 10
Il capolvaoro di Vertov

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Ultima risposta 05/09/2009 10.20.22
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Invia una mail all'autore del commento wega  @  15/09/2008 14:01:00
   8 / 10
La principale riflessione che non ho potuto non fare guardando questo documentario sperimentale è quanto sia importante -anzi il più importante- il montaggio, come componente cinematografico. Nei titoli di testa infatti scorrono "assenza di sceneggiatura, attori, scenografie...", ma non è stato possibile omettere l' assistente al montaggio. Vertov non ha voluto far altro che inventare un nuovo linguaggio cinematografico, creando un non-linguaggio che annulla completamente quello già presistente. E' l' esperimento precursore di tutti i metafilm degli anni a venire ed il maggiore rappresentate del "cine-occhio", l' occhio come obiettivo cinematografico, in grado di catturare la realtà circostante, l' unica, secondo l' autore, che ne valga la pena trasporla su grande schermo. Difficile dare un giudizio oggettivo, le lotte tra le classi, uno sguardo socialista verso il futuro, la frenesia della società accanto l' imminente collasso -probabilmente questo significa l' uso del fermo immagine- ne fanno un' opera di una straordinaria forza espressiva.

aLe B. Goode  @  26/08/2008 12:31:04
   7½ / 10
Indubbiamente un film difficile da seguire, per capirlo ed apprezzarlo forse bisognerebbe essere più esperti nel campo. Ci sono riprese geniali e molto belle, che lo rendono un film particolare e sicuramente con un suo valore

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  20/03/2008 10:11:47
   9½ / 10
Mirabolante lungometraggio d'avanguardia, in cui Vertov sperimenta con risultati strabilianti riprese ardite, montaggi innovativi ed effetti speciali che lasciano letteralmente esterrefatti, considerato l'anno di produzione. Strepitose le azzardate inquadrature del treno ai margini dei binari, così come eccezionali, per esempio, sono gli effetti volti a riprodurre lo sgretolarsi della facciata di un Teatro o a ricreare la sensazione del battito delle palpebre associandolo al movimento convulso di apertura e chiusura di una veneziana. Memorabili la sequenza in cui il cineoperatore si ritrova all'interno di un boccale immerso nella birra, nonchè quella che mostra la cinepresa muoversi da sola sul trepiedi.
Ma L'UOMO CON LA MACCHINA DA PRESA non è solo un esemplare esercizio di stile. Esso è innanzitutto un documentario di stampo "futurista" incentrato sull'idea del meta-cinema: è il cinema che riflette su se stesso, che si guarda attraverso un occhio che fagocita tutto ciò inquadra, compreso il cineoperatore, senza quasi omettere nessun aspetto della quotidianità e dello scorrere del tempo. E da questo fluire ininterrotto ed esasperato di riprese, emerge una società convulsa immortalata nel suo frenetico e compulsivo sciamare finalizzato a mettere in rilievo gli aspetti più deteriori del modello capitalistico (è risaputo che Vertov fosse un comunista convinto nonchè anti-stalinista): dalla usurante catena di montaggio e dall'insostenibile lavoro in maniera agli aspetti più frivoli della vita borghese, secondo una stridente dissonanza atta ad evidenziare le più ingiuste sperequazioni sociali.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  16/12/2007 00:47:10
   8½ / 10
Un saggio sull'arte del montaggio cinematografico, sui suoi linguaggi e simbolismi.

Ch.Chaplin  @  14/02/2007 14:15:41
   10 / 10
favoloso film-documentario sulla vita di una città nel pieno della sua evoluzione..la gente ke trova il proprio compimento nelle cooperative, ke trova la propria libertà nel lavoro..geniale a dir poco il montaggio, perfetto e azzeccato in ogni sequenza.grnade vertov..arte pura

Sig. Chisciano  @  21/08/2006 21:56:31
   8½ / 10
Documentario russo del 29', innovativo per l'uso del montaggio e per il posizionamento della camera.
Ritmo frenetico e immagini accelerate, grande colonna sonora che però potrebbe essere differente a seconda delle versioni.
Il documentario ha come tema principale la frenesia della città, ma soprattutto il lavoro delle macchine nelle fabbriche, con l'inizio della catena di montaggio Vertov vuole porre l'occhio sulla alienazione del lavoro sulla macchina, ripetitivo, veloce e alienante.
Forse una sorta di protesta al capitalismo e alla sovraproduzione anche se parlare di questo sarebbe riduttivo nei confronti di questo bellisimo film che strizza l'occhio al Futurismo

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Zazzauser  @  20/06/2006 19:15:58
   9 / 10
Un autentico capolavoro del film muto, girato nel 1929 da uno Dziga Vertov che ha partorito un lavoro di montaggio straordinario aggirandosi la mattina per le strade di Mosca mentre la città si sta lentamente svegliando. Uno dei migliori documentari mai realizzati. A volte Vertov si serve di una seconda telecamera che riprende lui stesso mentre riprende: si vede che opera delle inquadrature eccezionali, la più bella di tutte quella in cui si posiziona fra due tram che passano. Ogni tanto il montaggio delle immagini viene accelerato quasi fino all'esasperazione, a sottolineare la frenesia della città nelle ore di punta. Assolutamente da vedere

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Ultima risposta 13/09/2008 15.19.12
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