l'uomo di aran regia di Robert J. Flaherty Gran Bretagna 1934
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l'uomo di aran (1934)

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locandina del film L'UOMO DI ARAN

Titolo Originale: MAN OF ARAN

RegiaRobert J. Flaherty

InterpretiPat Mullen, Michael Dillane, Maggie Dillane, Colman 'Tiger' King

Durata: h 1.17
NazionalitàGran Bretagna 1934
Generedrammatico
Al cinema nel Dicembre 1934

•  Altri film di Robert J. Flaherty

Trama del film L'uomo di aran

L'isola di Aran è uno scoglio inospitale al largo delle coste occidentali irlandesi. Qui vive una piccola comunità di pastori e pescatori la cui esistenza è condizionata e ritmata dai cicli della natura e dalla perenne lotta contro l'oceano.

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Voto Visitatori:   8,05 / 10 (11 voti)8,05Grafico
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Voti e commenti su L'uomo di aran, 11 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

stratoZ  @  06/12/2025 23:57:36
   8 / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Altra grande opera di Flaherty, qui al largo delle coste irlandesi in quest'isoletta lontana dalla terraferma e con delle condizioni estremamente ostili per la sopravvivenza umana, ed alla fine il significato è tutto qua, nella sua breve durata il racconto ci porta nei meandri della sfida tra l'uomo e questo contesto selvaggio, un'ambientazione nella quale sia per mare che per terra le difficoltà sono abnormi, il suolo è povero di nutrienti e non permette di coltivare quasi nulla, il mare è spesso agitato e pieno di pericoli in agguato, a valorizzare il tutto vi è la regia di Flaherty, capace di dosare sapientemente il secco realismo che vuole donare alla pellicola con una componente ben più vicina alla finzione, che dona al film quella sensazione di struggente epicità, con svariate sequenze stilisticamente molto interessanti, basti vedere i momenti in cui il mare è in tempesta, in una prima parte in cui il regista tende a mostrare inquadrature ravvicinate, che donano un forte senso del pericolo, con la camera anche a filo d'acqua che si fa sovrastare da queste imponenti onde, salvo poi ripresentare il momento da un punto di vista diverso, sul finale, nel quale queste inquadrature ravvicinate vengono alternate con dei campi larghi dell'altissima scogliera, nella quale il mare si infrange, restituendo l'imponenza della natura, tra bellezza e crudeltà.

Vi è anche un grande uso del montaggio, con diverse sequenze straordinarie nel trasmettere quella sensazione di dinamicità dell'azione, molto inusuale sia per il periodo che per la tipologia di film, mi viene in mente la scena nella quale vi è l'uomo che spacca le pietre, col montaggio che propone una sorta di mosaico in cui si alternano velocemente tre inquadrature molto simili, tutte strette, ad enfatizzare la fatica e la violenza dell'atto, così come la successiva caccia allo squalo elefante, bramato dalla comunità per ottenere l'olio che serve per le loro lampade, con una splendida alternanza tra i colpi inflitti allo squalo, la corda che si srotola velocemente, i dettagli della pinna e del viso, un momento di una grandiosa dinamicità, ed un concept che probabilmente è stato influenzato dalle avanguardie russe.

Come già successo con Nanook, Flaherty si dedica a descrivere la dura quotidianità del posto, i punti di contatto tra i due film sono tanti, dall'ambiente ostile alle pratiche rudimentali della comunità, vi è anche la scena di pesca da sopra la scogliera che può ricordare quella di Nanook sopra il ghiaccio, aggiungendo tuttavia una componente di pathos e dinamicità che da nuova linfa al film.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  13/08/2019 16:31:02
   7 / 10
Uno dei posti piu' inospitali del pianeta è il set perfetto per girare un film/documentario sulla lotta per la sopravvivenza. Uno di quei casi dove non ci si spiega il perche la gente non migra verso porti piu' sicuri.
Il mare continuamente in burrasca su scogli frastagliati e appuntiti, un terreno dove è impossibile coltivare eppure...c'è vita anche li.
Nessun lamento, nessuna protesta se dopo giorni di caccia allo squalo non si prende nulla, solo l'eterna lotta dell'uomo contro le avversita' della natura.
Immagini spettacolari anche se l'assenza di dialoghi rende il film un po' pesante visto il continuo ripetersi delle stesse situazioni.

dave89  @  08/04/2011 18:38:26
   7½ / 10
Mi aspettavo di più.

pinhead88  @  05/06/2010 19:53:34
   8 / 10
Un meraviglioso documentario.
intenso e vissuto.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  14/01/2010 13:04:40
   8½ / 10
Da quel che ho capito sarebbe proprio Flaherty, ad essere stato decisivo per Werner Herzog (raccontò della costruzione di un igloo, molto probabilmente vedendo "Nanuk l' Eschimese"). Nell' Uomo di Aran ovviamente troviamo l' Uomo e la Natura, ma se Nanook sembrava trovarsi in armonia con la Natura stessa, in questa storia raccontata nelle isole irlandesi prevale un senso di conflitto, con un climax finale preannunciato in realtà sin dall' inizio. Era un vero e proprio drammaturgo Flaherty qundi, esperto anche nel montaggio e nella direzione degli attori. Stupenda la fotografia e le immagini.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  29/06/2009 08:58:13
   10 / 10
Poema sulla lotta per la sopravvivenza dell'uomo. E' un opera monumentale, dove la natura è rappresentata come forza onnipotente. Nel suo rigoroso ascetismo, sublimato da immagini d'inarrivabile bellezza, questo film si eleva dalla fredda rappresentazione documentaristica, divenendo spunto di riflessione mistica.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  02/02/2009 17:57:17
   8 / 10
Non avendo studiato cinema ho difficoltà nel riuscire ad apprezzare pellicole di cinema muto o pezzi da museo, nello stesso tempo "l'uomo di aran" mi ha veramente molto colpito.

Potrei liquidare dicendo che essendo stato in quei posti questo fosse il motivo, invece è la sensibilità di Flaherty a stupire.
Chi conosce quelle terre irlandesi sa le emozioni che danno e raramente un film riesce a trasmettere allo spettatore la potenza della natura ma sopratutto la suggestione dei luoghi che descrive.

Poi sicuramente c'è tutta la riflessione sull'uomo e la vita che è bellissima e profonda ma dove è unico questo film è proprio su come riesce a stare sui luoghi, come riesce ad entrare in contatto con la terra e il mare che descrive.

Flaherty ha una sensibilità unica.
Certo è un film di quasi 80 anni fa con tutti i limiti della pellicola, però tiene

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  26/03/2008 17:14:01
   8 / 10
La continua lotta per la sopravvivenza contro i capricci della natura in questo ottimo documentario dalla grande tensione drammatica di Flaherty ambientato in un' isola al largo delle coste irlandesi.

Dreamboss  @  19/05/2007 19:37:58
   8 / 10
Un bel documentario

2 risposte al commento
Ultima risposta 29/08/2007 12.12.03
Visualizza / Rispondi al commento
ds1hm  @  18/01/2007 15:13:38
   8½ / 10
film molto bello che conferma una linea artistica comune a tutti i primi grandi autori di cinema, ossia l'individuazione di soggetti di estrema difficoltà narrativa rispetto alle attrezzature all'epoca presenti e la continua "noncuranza" rivolta al pubblico, alla "commercializzazione" di un prodotto.

devis  @  03/01/2007 20:38:35
   7 / 10
Ho deciso di vederlo un pò per curiosità visto che sono stato alle isole Aran in villeggiatura. Sinceramente pensavo meglio. Più che un film, un documentario sulla vita nell'isola agli inizi del 900.
Primi 45 minuti un pò sonnacchiosi , l'ultima mezz'ora più movimentata con le bellissime immagini delle onde del mare in tempesta che si scagliano sulle rocce alte 100 metri.
Mezzo voto in più per le emozioni che mi ha suscitato il vedere come erano un tempo i posti che ho visitato.

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