l'urlo - howl regia di Rob Epstein, Jeffrey Friedman USA 2010
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l'urlo - howl (2010)

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locandina del film L'URLO - HOWL

Titolo Originale: HOWL

RegiaRob Epstein, Jeffrey Friedman

InterpretiJames Franco, Todd Rotondi, Jon Prescott, Aaron Tveit, David Strathairn, Mary-Louise Parker, Jon Hamm, Bob Balaban, Treat Williams, Alessandro Nivola, Jeff Daniels

Durata: h 1.30
NazionalitàUSA 2010
Generedrammatico
Al cinema nell'Agosto 2010

•  Altri film di Rob Epstein
•  Altri film di Jeffrey Friedman

Trama del film L'urlo - howl

Il film sul processo del 1957 sull'oscenità, nato per la pubblicazione del poema in tre parti scritto da Allen Ginsberg, che parla dell'uso di droga e di sesso etero e non.

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Voto Visitatori:   6,21 / 10 (21 voti)6,21Grafico
Voto Recensore:   6,50 / 10  6,50
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Voti e commenti su L'urlo - howl, 21 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  26/04/2012 15:35:50
   6½ / 10
Chi erano gli artisti della beat generation?
Se non lo sapete, questo film potrebbe darvi una piccola indicazione sulla storia di uno dei processi più famosi in ambito letterario del '900, quello che riguardò l'accusa di oscenità al poema "Urlo" di Allen Ginsberg.
Ma le informazioni che può darvi "Urlo" (la pellicola), appunto, non sono poi moltissime e non restituiscono appieno il furore di un'intera generazione come invece vorrebbe dare ad intendere la locandina.
Certo, c'è una certa originalità nell'intricarsi dei tre piani temporali/spaziali dell'opera tra i deliri visionari evocati dalla lettura di "Howl", il processo pubblico al poema, e le interviste a Ginsberg.
Un Ginsberg che è interpretato con la consueta maestria da Franco, sempre più bravo (non c'è che dire). Forse il doppiaggio italiano rovina in parte la sua ottima prova, rendendolo fin troppo intellettualistico e gigionesco...

Però con un materiale cosi importante a disposizione si poteva e si doveva fare di più; andare più a fondo della scossa generazionale di "Urlo" e della generazione beat, ad esempio... eppure quasi allo stile si imprime un taglio documentaristico che nel processo diventa evidente (a proposito, c'è come avvocato difensore Jon Hamm, il Don Draper di Mad Men).
è la parte della storia più interessante ma stranamente anche fin troppo fredda e analitica, piatta di emozioni rilevanti. Difetto che si estende a tutto il resto.
Se si deve spingere verso il disgusto, la disperazione, la speranza, il senso visionario di "Howl" (poema) allora sarebbe stato giusto che "Howl"(il film) lo avesse fatto senza mezzi termini. Cosi ne esce fuori un risultato fin troppo modesto e deludente sotto troppi aspetti.
Ma si lascia guardare con piacere e la brevissima durata la rende anche una visione interessante e che qualcosina (ma poco poco) la lascia.

Solo un appunto: ma dove diavolo è William Burroughs? Parli di beat generation e tieni fuori il vecchio, tossico e fròcio pecora nera di buona famiglia Wild Bill? Non ci siamo proprio.

TheLegend  @  22/11/2011 21:04:57
   6½ / 10
Per sfortuna al film manca qualcosa .
Con il materiale e la storia da raccontare si sarebbe potuto fare di meglio,invece il film si incentra tutto(troppo) sul processo e poco sugli aspetti umani della vicenda.
Opera comunque originale e piacevole.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento pompiere  @  17/11/2011 17:47:41
   8½ / 10
Un urlo esplode improvviso. È un fragore necessario, una reazione istintiva e primigenia. Un bisogno urgente che nasce dalle viscere e, in cerca di una via d'uscita, si manifesta grezzo, contaminato e confuso in un vorticare di idee scomposte. Solo più tardi, dopo il tempo indispensabile alla sedimentazione, ci si può accostare al suo senso, cercando di interpretare, perdonare, comprendere.

Nessun "Urlo" è stato più forte e struggente di quello declamato da Allen Ginsberg. La sua poesia è un'opera complessa, una tra le maggiori esponenti del movimento letterario chiamato Beat generation, che traeva ispirazione da viaggi mentali ascetici e si evidenziava come un flusso di coscienza sincopato, come se seguisse le irregolarità ritmiche proprie del jazz. E gli strumenti a disposizione di Ginsberg prendevano le mosse da una chiusura e da un attorcigliamento sulla propria persona, nuda di fronte al mondo sconosciuto e apparentemente respingente che lo circondava. Barriere apparenti franano sotto il peso della consapevolezza (Allen fu aiutato da una serie di sedute psicanalitiche). Ma la personalità dell'autore rimase confusa e impaurita, la macchina da scrivere non poteva quindi che generare mostri, incubi e sconcezze lessicali.

Il film racconta della poesia "Urlo" e gira intorno a un'intervista nel quale l'inviato non si vede mai. Il colloquiare di James Franco (un Poeta pertinente) sembra più un soliloquio sull'orlo di un deliquio, una confessione psicoanalitica delle sue prime pulsioni omosessuali, di una vita vissuta tra fumi di marijuana, alcol e droghe generanti abbaglianti quadri fatti di cartoni animati, di frenetici passaggi di paesaggi, alternati in uno scartabellare di stati d'animo prima estatici poi tetri e profondamente riflessivi.

Il processo all'accusa di oscenità di "Howl and Other Poems" è un ottimo pretesto per affondare la lama a squarciare l'ipocrisia tutta a stelle e strisce degli anni '50 e per riaffermare l'importanza della libertà di pensiero ed espressione, in un paese ancora troppo ancorato a un modello sociale imposto. Fondato su una serie di idoli (grandi industrie, grattacieli, supermercati, pubblicità, religioni) costruiti mirando a un'apparente felicità, lo Stato Unito d'America cede il passo alle parole di Ginsberg, il quale smonta questi totem, additandoli come un ammasso di inutilità percettive, di spaccature affettive. Mai tanta maniera di scrivere fu lungimirante. Quello a cui aspira l'autore, in un disperato bisogno di farsi ascoltare dall'umanità tutta, è un mondo costruito sulla fratellanza, sul riconoscimento del diverso, necessario a un quieto vivere che ancora oggi è assente.

Alternando bianco e nero a colore, immagini nitide ad altre sgranate, esplicativi e affascinanti disegni animati e montaggio incalzante che contribuisce alla forma fantastico/alienata, la pellicola resta una delle più belle uscite lo scorso anno. Con Gus Van Sant alla produzione esecutiva e Rob Epstein e Jeffrey Friedman alla regia (già realizzatori dell'ottimo "Lo schermo velato"), "Howl" è un piccolo prodigio cinematografico che, nonostante la veste di sceneggiato, scorre sotterraneo e ribelle, regalandoci una graditissima sorpresa proprio negli ultimi fotogrammi.

Durante la visione siamo partecipi di una insurrezione fortissima, di un annuncio fatto a nudo davanti a tutti, di turbamenti inconfessabili, eccitazioni sessuali, affetti, tendenze. Alla fine vediamo come una gigantesca pietra sia stata lanciata nelle acque calme del lago del puritanesimo. Che rimane intontito, incredulo, ancora attaccato al significato singolo delle parole. Perché "non si può tradurre la poesia in prosa. Ecco perché si chiama poesia".

Lory_noir  @  04/10/2011 22:54:59
   6 / 10
Un po' pesante ma ne ho apprezzato l'originalità e il messaggio.

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  09/03/2011 00:41:21
   7 / 10
Un film-inchiesta di pregevole fattura sul processo per oscenità al poema "Howl" di Allen Ginsberg.
L'ho trovato interessantissimo, sia per il racconto di un periodo di profondi mutamenti culturali, sia per come riesce a rendere viva una sceneggiatura che fa largo affidamento alla (complessa) pagina poetica, attraverso immagini animate fortemente evocative. Resta il rammarico per il mancato approfondimento biografico di Ginsberg, in realtà piuttosto scarno, e per lo sviluppo processuale fin troppo stringato.
Un film utile per chi desiderasse un infarinatura generale di beat generation, esteticamente curatissimo (magnifica la fotografia) e con l'ennesima conferma recitativa dell'ottimo James Franco.

5 risposte al commento
Ultima risposta 20/04/2011 09.16.15
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furstemberg  @  11/02/2011 01:58:52
   7 / 10
Per analizzare il film bisogna dividerlo nelle sue tre parti. La parte della vita giovanile e la prima lettura di "Howl" sono certamente toccanti e cariche di passione date dalla perfetta interpretazione di Franco, però mancano alcune parti importanti della vita. La parte dell'animazione del poema è fatta veramente bene e proietta nel piano della realtà la follia della mente di Ginsberg e del suo poema. La terza parte(quella del processo) per me è fatta in maniera molto superficiale e abbassa inevitabilmente il giudizio

paride_86  @  20/01/2011 02:42:28
   5 / 10
Non sono un fan della beat generation, e forse questo mi rende di parte; posso dire però, con una certa obiettività, che questo film sia poco riuscito, indipendentemente dalle tesi che porta avanti.
La storia è costituita dal processo che subì l'opera di Ginsberg "Urlo", ed è inframezzato da parti animate che tentano - con scarso rsultato, a mio parere - di restituire la visionarietà della sua poesia.
Se James Franco è piuttosto bravo nel rendere il personaggio, non si può dire lo stesso della qualità e dell'efficacia della sceneggiatura, che rende "Urlo" una pellicola facilmente dimenticabile.

calso  @  22/12/2010 18:42:47
   6 / 10
UN film un pò visionario come l'artista d'altronde...lka storia in realtà è anche bella e glki spezzoni animati sono molto particolari, inquietanti allo stesso tempo...Anche la regia ha qualcosa di innovativo e quindi riesce comunque a creare qualcosa di nuovo...l'unico difetto è che pè veramente noioso, non finisce più...e pensare dura solo un'ora e venti...comunque da vedere per la sua particolarità...agli amanti del genere potrebbe piacere molto...comunque Franco mi è piaciuto...

vale1984  @  22/12/2010 12:10:16
   6 / 10
questo film appare noioso e banale ma racchiude qualcosa di più di quello che si vede...viene trattato come una cronaca fatta di spezzoni del processo contro il libro, racconti dell'autore e pezzi di interviste fatte da un giornalista, spezzoni in cartone animato dai colori vividi e folli, con immagini alla The Wall (Pink Floid)...
insomma una storia estraniata dal contesto con l'autore che espone con enfasi le proprie poesie nei bar...solo che queste poesie sono decostruite, di non facile lettura e a volte confondono..eppure sono anche molto nette e dichiarano le angosce di una generazione, le difficoltà dell'essere omossesuale e liberale.
Il finale è banale ma essendo una storia vera la cosa è piuttosto normale. Insomma non è male ma è lento e forse non è esattamente la tipologia che mi piace...anche se devo dire che non conoscevo l'autore e le poesie mi hanno molto incuriosito.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  13/12/2010 14:00:47
   6 / 10
Boh, non so valutare bene quest'opera… diciamo che si fa seguire.
Il film si sviluppa su tre aspetti: innanzitutto sull'intervista del poeta Allen Ginsberg, interpretato dal magnifico James Franco; poi sulla declamazione della poesia accompagnata dall'animazione di Drooker, e infine sul processo. La parte animata è quella più interessante, i cartoni sono bellissimi e di ispirazione cubista, e danno vita all'opera letteraria "Urlo". Le parti con l'intervista e il processo (Ginsberg è stato accusato di aver scritto un poema troppo osceno negli anni '50) sono troppo verbali e appesantiscono un po' la visione. Il fatto è che questo film è sicuramente adatto alle persone che conoscono bene questo scrittore, io invece non l'ho mai sentito, per cui sarà anche per questo motivo che non mi sono addentrato bene nel film (ma poi ho letto nei commenti che non è piaciuto neanche a chi lo conosce, allora…).
Altro personaggio gay per Franco =)

McLovin  @  13/12/2010 12:30:00
   6 / 10
"Howl" fu una raccolta di poesie scritte nel 1956 dal poeta statunitense, di origine ebraica e dichiaratamente omosessuale Allen Ginsberg. Considerate oscene per via del linguaggio esplicito in esse contenuto, oltre che per le tematiche trattate, fu bandita subito dopo la pubblicazione perchè accusata di oscenità. In seguito a questa decisione si avviò una dura battaglia legale volta a riconoscere la grande importanza sociale di tale pubblicazione e a rivendicare quanto affermato dal primo emendamento della costituzione americana.

Il film si pone per metà come un vero e proprio legal drama in cui vengono ricostruite le principali fasi del processo, la battaglia tra accusa e difesa, le accorate arringhe da parte degli avvocati di ambedue le parti, le testimonianze di esperti chiamati a giudicare l'importanza dell'opera di Ginsberg. Parallelamente una serie di inserti in cui viene descritta la poetica dell'autore mediante la ricostruzione di interviste e l' enunciazione poetica di estratti da "Howl" accompagnati da una serie di brevi sketch animati per rappresentare visivamente e in questo modo rafforzare l'impatto delle parole di Ginsberg dandone così una dimensione maggiormente cinematografica.

Il film è di forte impatto e di grande efficacia. La soluzione della rappresentazione visiva delle poesie mediante frammenti animati in computer grafica è assolutamente riuscita, così come le fasi della riscostruzione del processo (anche potendo contare su un cast di attori assolutamente di prim'ordine, tanto per citarne alcuni: Mary-Louise Parker, Jon Hamm, Jeff Daniels, David Strathairn). James Franco come protagonista invece è molto penalizzato dal doppiaggio, piuttosto piatto anche nelle fasi in cui vengono recitati i componimenti poetici. La regia è sobria, come già detto, molto riuscite le parti in computer grafica, ma anche il resto del film, girato con stile semidocumentaristico ed ha il grande merito di non appesantire il tutto, anche grazie ad una durata insolitamente inferiore alla media (rispetto gli standard attuali).

Beefheart  @  03/12/2010 00:28:32
   5½ / 10
nei commenti precedenti leggo una ricorrente delusione per la non riconosciuta importanza del sig.Burroughs W. nell'ambito beat pur essendone il fautore. e in effetti è così. ma è normale che lo sia in un film che non parla di beat generation. non parla dei suoi "mitici" protagonisti e, in sostanza, non parla nemmeno di Ginsberg o di "Howl". non particolarmente almeno. in particolare non parla di nulla, e questo è il problema, nel senso che non andiamo più in là di un mero manifesto gay formattato intorno ad una banale carrellata di nomi leggendari presi in prestito e mal-sfruttati dall'intento speculativo degli autori.
in sostanza direi che in quello che altro non è che un'insieme di accenni, anche l'obiettivo principale, il mondo omosessuale, è stato centrato si, ma innocuamente.
dicasi: film inefficace.

1 risposta al commento
Ultima risposta 03/12/2010 00.32.54
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Rand  @  14/11/2010 17:07:05
   7 / 10
Film che descrive in maniera sintetica e coinvolgente le vicende che portarono Allen Ginsberg alla ribalta sulla scena letteraria alternativa. Ben congegniato, l'interpretazione di James Franco è discreta, un pò anonima, ma comunque accettabile, le animazioni sono fantasiose e semplici, ma evocano bene il testo. Un piccolo film per una piccola vicenda che denota il conformismo america di quegli anni. A latere ci sono tutti i grandi della scena beat, da Keruak a Neal...
Bella la fotografia in bianco e nero, cattura bene l'atmosfera dell'epoca.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  06/11/2010 00:23:04
   5½ / 10
Howl, il processo per oscenità e il poeta Allen Ginsberg. Sono le tre direttrici su cui si muove il film di Epstein e Friedman. Direttrici che si alternano e si mescolano con una certa disinvolura e fluidità. Vuoi per la breve durata, questo film può destare un certo interesse per un primo approccio verso Ginsberg e tutta la Beat Generation. Per lo stesso motivo tuttavia, il film risulta alquanto superficiale, come dire "di tutto un po'". Inoltre come detto in un commento sottostante, parlare di Beat Generation e citare nel film solo una volta William Burroughs, fa veramente storcere il naso.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  31/10/2010 10:04:36
   6 / 10
Purtroppo HOWL è stata un po' una delusione.
Innanzitutto il processo non è ben analizzato e pare essere solo una scusante per far conoscere una corrente letteraria rivoluzionaria del Novecento e soprattutto un poeta dell'importanza di Allen Ginsberg.
Il film è inframezzato da stralci di lettura del poema oggetto di scandalo e sono brani estrapolati quasi a caso per stupire lo spettatore non tanto per fargli conoscere la vera natura creativa di tale filone letterario.
James Franco è davvero molto bravo, un attore che migliora ad ogni interpretazione, piacevole anche il montaggio e il film ha un buon ritmo, peccato rimanga sempre tutto in superficie, non c'è alcun approffondimento.

Gruppo REDAZIONE K.S.T.D.E.D.  @  08/10/2010 12:58:45
   6½ / 10
Più che un film sul processo, rappresentato effettivamente in maniera un po' troppo semplicistica, Howl mi sembra diretto più ad un pubblico che, come il sottoscritto, non conosce a fondo la corrente artistica in questione. Attraverso un montaggio che personalmente ho assai apprezzato, infatti, "Howl" alterna la lettura dei versi del poema, così come si svolgeva allora, a spezzoni di interviste allo stesso Ginsberg (interpretato da James Franco), passando per parentesi animante particolarmente suggestive, perché in grado, per ovvi motivi, di trasformare in immagini i salti semantico/terminologici tipici del genere e che a loro volta individuano quello spirito libero, critico, confusionario e provocatorio che la beat generation cavalca e racconta.

Tuttavia, va detto, non c'è poi tantissimo in questa sorta di documentario. Inquadra il genere, ne inquadra bene lo spirito attraverso alcune parentesi, ma non si va molto oltre, a causa, a mio avviso, e di una superficialità di fondo e del fatto che molto spazio viene dedicato alla recitazione dei versi e alla ripetizione degli stessi e che, quindi, regia e sceneggiatura non ci abbiano messo molto del loro.

willard  @  28/09/2010 12:04:20
   7 / 10
ll film si chiude sulle note di "This Wheels On Fire" di Bob Dylan, giusta chiusura con colui la cui lirica poetica musicale è stata una delle colonne sonore del periodo in cui si svolgono le vicende di "Urlo" e poi perché è proprio di poesia che si parla in questa pellicola che narra di vicende realmente avvenute. La poesia/poema in tre parti è proprio "Howl" (Urlo) di Allen Ginsberg in cui si parla di vita, politica oppressiva dello stato americano, sesso e droga e che aprì la strada a tutta la "Beat Generation", ispirazione per "On The Road" di Kerouac e punto di riferimento per tutta una serie di personaggi dell'epoca che compaiono a varie riprese nel film, da Neal Cassady a Carl Solomon, cui "Urlo" è dedicato.
La storia è la ricostruzione del processo per oscenità intentato a Lawrence Ferlinghetti che pubblicò il poema e che si risolse con l'assoluzione dello stesso.
Le varie fasi processuali sono inframezzate dalla lettura pubblica del poema da parte dell'ottimo James Franco/Allen Ginsberg, da scene di vita del poeta e da immagini animate visionarie che sottolineano i passaggi di lettura, con un'alternanza fotografica di bianco e nero e colori creando un'atmosfera molto "beat" :-)
Da vedere se siete appassionati della letteratura di questa fase storica.

2 risposte al commento
Ultima risposta 13/12/2010 16.22.50
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  22/09/2010 00:56:07
   6½ / 10
Fin dalle prime immagini ho pensato a Van Sant, senza sapere che era il produttore. A poco a poco, mentre rivedevo il biopic su Milk e l'iconografica mise in scene di Kurt Cobain ("Last days"), ho pensato che questo film avesse qualcosa in comune con quel film.
Che resta un brutto film di Van Sant, narcisista e velleitario, ma che trovo assurdo (v. recensione) tacciare unicamente come "film inutile".
Nella sua estetica del rocker maledetto, Last days tentava, senza riuscirci, di mettere in relazione lo spirito libertario del rock anni sessanta con l'autodistruzione apatica del rock contemporaneo.
Ora qui si tratta di valutare un film che testimonìa un'evento storico, quello di una poesia che ha rivoluzionato un'intera generazione, "Howl", e di raccontarne le cronologiche disavventure e gli scandali.
L'operazione non fa una grinza: come in Milk il film cerca di catturare lo spettatore attraverso uno stile da documentario - tipico degli autori - verso un "seme" che ha generato una rivoluzione.
Il punto è che sceglie di non evocarla, il punto è che dobbiamo sorbirci lunghi minuti di requisitoria sulla libertà d'espressione, e un doppiatore rileggere verbosamente versi dell'infinito poema di Ginsberg che, tutto sommato, è - per dirla con il linguaggio della beat generation - una gran rottura di c.a.z.z.o.
(io tanti anni fa l'ho sentìta da un certo V. Gassman ed era un'altra cosa).
Van Sant guida l'intera operazione, e si sente la sua influenza.
Il problema non è solo la velleità stilistica del film, tutta improntata su Ginsberg e sulla sua parabola artistica iniziale, ma quanto gli ammiratori di Ginsberg si sentano più o meno tradìti dalla sua rappresentazione.
E' accaduto con Last days/Cobain e Jim Morrison/The Doors. E altri ancora.
Ginsberg è nel film esattamente quello che tutti si aspettano, e cioe' un giovane irriverente che scrive poesie scabrose e che si fa di erba (e non solo) e che si dichiara più o meno favorevole alla (sua) omosessualità.
Il ritratto è quello di un esistenzialista sballato nel suo delirìo lisergico, e forse Ginsberg era questo ma molto molto altro.
Oltretutto il deja vu autobiografico fa pensare agli spettatori giovani che non conoscono il movimento beat che HOWL fosse davvero una delirante fuga dai démoni dello stesso Ginsberg, come se il poeta fosse preda e vittima della sua stessa creazione.
No, non è stato davvero così, e nemmeno credo che tanti ripensamenti sulle sue scelte affettive abbiano condizionato la sua vita (cfr. v. i numerosi arresti a proposìto).
Se poi "la gente non si lascia scuotere dall'espressione di un sentimento" allora la risposta c'è (c'era) già.
Il Ginsberg che legge estenuanti tracce del suo poema a una folla di spettatori divertìti, è emblematico.
Perchè quella gente è lì per ascoltarlo, ma non ha alcuna intenzione di vivere la sua rivoluzione.
Di interessante, nel film, c'è la definizione di schizofrenìa come rifiuto del conformismo militante.
Quindi, i rivoluzionari di ieri oggi e domani vegetano tutti negli ospedali psichiatrici? Chiedo venìa.
Eh sì mi aspettavo molto di più da questo film, perchè non tollero che si rilegga il coraggio espressivo e poi si faccia di uno dei più importanti poeti del Novecento il solìto "maledetto incostante".
Il voto invero tiene conto di altri fattori: l'implosione del fumetto à la Waking Life è ricco di enorme suggestione, quasi il disincanto beat di quell'altro vizioso, W. Burroughs (citato una sola volta, per giunta)

Vedi recensione

Dosto  @  13/09/2010 01:05:20
   4½ / 10
Mi aspettavo molto e invece...bastava cercare su internet stralci di interviste di ginsberg, rileggersi la poesia(tra l'altro, almeno in italiano recitata malissimo dal doppiatore), scovare qualche documento sul processo. Tutto qui.
Un documentario nemmeno troppo ben fatto alternato a qualche dignitoso e sfizioso disegno.
L'unica cosa ad alti livelli è, logicamente, la poesia di ginsberg.
Il resto fuffa inutile, pedagogica e talvolta un pò noiosa.
Bocciato!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR williamdollace  @  03/09/2010 14:19:44
   4½ / 10
L'avrei visto meglio documentario con Howl, comunque, letta da Ginsberg in filmato d'epoca, "intervista: Santo!" o in mano a Todd Haynes per dirne L'UNO e trino, oppure i no: le animazioni, scarse, confrontate a uno SLANG da post-apocalisse atomica interna da cortocircuito d'organi. Niente Sax così per favore. La disperazione ha la sua dignità.

zeta  @  02/09/2010 11:17:08
   7 / 10
Un film che, visto il soggetto, non poteva non avere momnti di grande poesia, soprattuto quando i versi di Ginsberg si intrecciano con eleganti, sofisticate e deliranti animazioni. Franco è convincete. Se il film ha una pecca è che si presta a troppe ripetizioni. Alcuni bravi de L'urlo vengno ripetuti 2 o tre volte, appesantendo una nrrazione già difficile di per sè. Un altro elemento da valutare, anche se non è necessarimente un aspetto negativo, è che, per come è strutturato, il film non è per tutti. Anzi, è per pochi perché il linguaggio usato non parla (purtroppo secondo me) a un pubblico che di non mastica di poesia.

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LA ZONA D'INTERESSE
Locandina del film LA ZONA D'INTERESSE Regia: Jonathan Glazer
Interpreti: Christian Friedel, Sandra Hüller, Medusa Knopf, Daniel Holzberg, Ralph Herforth, Maximilian Beck, Sascha Maaz, Wolfgang Lampl, Johann Karthaus, Freya Kreutzkam, Lilli Falk, Nele Ahrensmeier, Stephanie Petrowitz, Marie Rosa Tietjen, Ralf Zillmann, Imogen Kogge, Zuzanna Kobiela, Julia Polaczek, Luis Noah Witte, Christopher Manavi, Kalman Wilson, Martyna Poznanski, Anastazja Drobniak, Cecylia Pekala, Andrey Isaev
Genere: drammatico

Recensione a cura di Gabriele Nasisi

MARILYN HA GLI OCCHI NERI
Locandina del film MARILYN HA GLI OCCHI NERI Regia: Simone Godano
Interpreti: Miriam Leone, Stefano Accorsi, Thomas Trabacchi, Mario Pirrello, Orietta Notari, Marco Messeri, Andrea Di Casa, Valentina Oteri, Ariella Reggio, Astrid Meloni, Giulia Patrignani, Vanessa Compagnucci, Lucio Patané, Agnese Brighittini
Genere: commedia

Recensione a cura di Severino Faccin

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