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Molto particolare e non stupisce visto che si parla di Gaspar Noè. I temi principali sono la critica ai cineasti moderni da cui il francese si discosta, il mostrare il dietro le quinte e il caos del fare i film stessi e una buona dose di follia soprattutto nel finale in pieno stile Noè. Mi è piaciuto, soprattutto bella la primissima parte con il dialogo tra Beatrice e Charlotte sulla stregoneria e sull'esperienza reciproca di attrici. Frase top finale:
Lux Aeterna mi è sembrato un corollario di Climax. Un set cinematografico caotico e senza controllo, dove ognuno dei personaggi non sa cosa fare o prende percorsi completamente autonomi ed avulsi al contesto stesso. Intervallato da citazioni di Dreyer, Godard e Fassbinder la messa in scena di questo set che descrive un rogo di streghe emerge appunto da questa situazione caotica con la Gainsburg presa dal terrore e da una Dalle che non riesce a governare il dietro le quinte. Noé ci stordisce con questa luce che non è certo una boccata di salute per gli epilettici, ma paradossalmente proprio dal caos di questa luce eterna si ottiene il risultato della scena da stampare. Il cinema che diventa un atto violento o un baccanale dionisiaco fino a diventare arte.