Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Per l'atto finale della sua trilogia Ti West contamina l'exploitation con il noir e l'Hollywood patinata degli anni '80. Mia Goth torna a vestire i panni della Maxine Minx che abbiamo visto nel primo capitolo, la quale ancora una volta si ritroverà all'interno di una scia di sangue ma questa volta non in un'isolata campagna texana bensì in una Los Angeles la cui atmosfera richiama per l'appunto certi noir degli anni '80 (si coglie facilmente un'estetica simile a quella di De Palma e Schrader) e dove il luccichio di facciata nasconde un ambiente in realtà torbido. Dei tre film "MaXXXine" è certamente il più debole ma mantiene la coerenza di una trilogia che ha come filo conduttore non solo il sangue ma anche il Cinema raccontato nelle diverse fasi della sua storia americana tramite personaggi di sesso femminile il cui grande sogno è quello di sfondare in questo mondo. Non sappiamo con chiarezza quale sarà il futuro di Maxine all'interno dell'industria cinematografica, quello che però sappiamo con certezza è che la sua interprete, Mia Goth, viene, con questa trilogia, iscritta a quella cerchia di attrici dal talento smisurato.
La Hollywood degli anni '80 è sia un riflesso dell'edonismo reaganiano sia una sorta di immagine non mutevole della Hollywood contemporanea: arrivismo, individualismo, droga, politica. Così era e forse così sempre sarà. Questo terzo capitolo della trilogia di Ti West si riallaccia politicamente al primo (che per me resta il migliore) e ci racconta della MaXXXine che per affermare se stessa, per diventare celebrità, deve uccidere. Quasi come se non ci fosse altra reale strada per il successo: potrebbe aiutare la polizia (come le viene detto), ma perché agire in un meccanismo di cooperazione quando si può reaganianamente, fare tutto da soli perché ci si salvi e si emerge solo da soli? Visivamente derivativo ma West ridimostra il suo talento nel lavorare anche sulle contraddizioni espositive hollywoodiane.
Poliziesco non privo di difettI ma ha che ha avuto il pregio di riportarmi alla memoria certi film slasher a basso costo degli anni '80 forse anche per la fotografia così esageratamente satura di colori . Buonritmo per una scenggiatura non originale ma comunque calibrata senza pause . Bene ma non eccezionale la Goth , in altri frangenti ( Pearl ) era stata più brava.
Riprese, colori, costumi, musiche, personaggi tutto ben coordinato. Storia però no. È l'elemento meno riuscito del prodotto. Poteva dare molto di più, i personaggi c'erano. Alcune scene sono molto belle, dialoghi perfetti. Forse come in un horror b-movie, la storia conta meno degli effetti speciali, del sangue, delle finte lotte con l'attrice bionda
Ho apprezzato i giri all'interno dei set scenografie.
Terzo ed ultimo film della "trilogia X".Qui siamo negli anni'80 e si prosegue dopo le vicende di "X:A Sexy Horror Story".West(che cura soggetto e sceneggiatura e co-produce)stavolta cita a piene mani dall'exploitation dell'epoca al cinema d'autore in generale(Lustig,DePalma,Argento,Lynch,Hitchcock,Cronenberg,Chaplin,Keaton) visivamente musicalmente e in certi piccoli dettagli,secondo un'estetica più vicina a"Boogie Nights" e "C'era una volta Hollywood".Si cita anche la cronaca nera del periodo(il tutto coincide con gli omicidi e la cattura del famigerato "Night Stalker" Richard Ramirez).Il citazionismo risulta più genuino e la violenza(pur limitata)è più spassosa(la fine di Labat) così come la critica ad Hollywood e al bigottismo di chi la vede come culla del demonio.Il ritmo è più spedito e Mia Goth(qui tra i produttori esecutivi)continua a funzionare come si deve.Unici punti a sfavore la soluzione dell'enigma e la coppia di detective Cannavale-Monaghan non sfruttata appieno.Ma rispetto ai film precedenti è decisamente più piacevole ed efficace(di fatto è il capitolo che ha avuto maggior successo a livello commerciale)pur rimanendo sempre un prodotto senza pretese per i fan.Bella colonna sonora con brani di "ZZTop","St.Elmo'sFire" e Kim Carnes.Larry Fessden è una guardia.West pareva intenzionato a girare un quarto capitolo ma pare che ci abbia ripensato,e forse è meglio.
Forse il film più debole della trilogia di X. Meno intrigante sia per trama che per ambientazione ma non per questo meno interessante. Anche questo che è l'ultimo capitolo della saga rende omaggio a un genere cinematografico ovvero i B Movie gialli polizieschi degli anni 80, con questa fotografia sporca e sgranata come un grindhouse tarantiniano. Protagonista sempre Maxine con una fantastica Mia Goth ma il film si arricchisce di un cast niente male con attori del calibro di Giancarlo Esposito, Bobby Cannavale e sopratutto un grande Kevin Bacon. Tante le citazioni e i riferimenti presenti nel film alla Holliwood di quegli anni, così come gli omaggi ai grandi classici del cinema da Hitchcock a Leone passando per Tarantino. Finale
L'ho trovato bello. Specialmente la fotografia, le atmosfere da giallo vero, tensione e regia molto buone. Lei è bravissima come sempre e quindi ho poco da dire. C'è una scena splatter indimenticabile e veramente molto cattiva che non credevo di vedere. Il finale mi ha lasciato un interrogativo stilistico, diciamo cosi. Ma mi è piaciuto
Una trilogia con un andamento sinusoidale. Tralasciando il primo mediocre "X - A sexy horror story" derivativo nonché letteralmente "copiato" dallo slasher per eccellenza degli anni '70 "The Texas Chainsaw Massacre", Ti West ha girato in seguito un bel prequel con una propria identità, "Pearl", dimostrando talento e creatività.
MaXXXine, ultimo atto e sequel diretto di "X", è un thriller con un'estetica eighies ma secondo me un po' "ruffiana" e poco ispirata. Cioè, l'ambientazione e la fotografia "recitano" chiaramente anni 80 ma io non mi ci sentivo realmente dentro, non so se mi sono spiegato. I personaggi sono buttati lì senza una connotazione definita e senza che ce ne importi davvero qualcosa. Tutto molto Maxine-centrico (per carità, il personaggio da il titolo al film, però insomma, manca tutto il contorno imho). Abbiamo anche un Kevinc Bacon nei panni di un investigatore minchione. Parte finale ridicola dove si tocca persino il demenziale. Passi indietro anche lato interpretazione della Goth, molto distante dalla sua prova impeccabile in Pearl.
Non lo so, purtroppo a me personalmente non è piaciuto e trovo che dei tre sia il peggior capitolo. Inoltre mi ha infastidito l'eccessivo citazionismo (qualcuno ha detto Psyco?!) spiattellato a destra e a manca. Una delusione, soprattutto dopo che il regista mi aveva deliziato con quella grande perla di Pearl che non solo considero l'unico capitolo davvero bello della trilogia, ma forse anche il suo miglior film in assoluto.
Il giusto epilogo di una bella saga , mi è piaciuto anche il cambiamento di genere dall'horror pieno di sangue del precedente Pearl a questo che vira verso il poliziesco thriller con una bella ambientazione nella Hollywood anni 80. Mia Goth sempre splendida nella parte , la vera Star (che la S maiuscola) che qui illumina tutto. Ormai West è una garanzia , spero si possa pensare ad un quarto episodio
Ti West chiude il cerchio con il terzo atto conclusivo della trilogia "X", dove Mia Goth è la mattatrice assoluta impersonando i due personaggi principali "Pearl" e "Maxine". Il peggiore od il migliore è soggettivo, "Maxxxine" ha un budget più sostanzioso ed un cambiamento di genere, virando dallo slasher di "X", al thriller psicologico di "Pearl" chiudendo con il thriller marcatamente poliziesco. Siamo nel 1985 e la protagonista, scampata agli eventi nella fattoria degli anziani coniugi, cerca a Los Angeles di sfondare nel cinema che conta decidendo di chiudere con il porno mentre il "Night Stalker" imperversa nella città seminando vittime, con un look tipicamente Argentiano con guanti neri, cappello ed abiti scuri. Cast più ricco che dimostra l'aumento di budget a disposizione con apprezzabili presenze di Kevin Bacon e Giancarlo Esposito, e come d'usanza discreti effettacci splatter. Da considerare come un film autonomo rispetto ai predecessori dove Ti West riesce a destreggiarsi con il suo talento, aiutato anche da una buona colonna sonora che varia dai "ZZ Top" ai "Judas Priest". Inutile ribadire che Mia Goth con le sue capacità attoriali ha letteralmente illuminato la trilogia. Forse arriva il quarto capitolo...
grande film. si respira aria di giallo, cruenta, elegante e coinvolgente. lei divina (ma lo è sempre), tutta la parte girata ad hollywood davvero suggestiva, comprese alcune locations cult davvero belle da vedere. le morti tutte molto ben realizzate, ma non perdono lo scivolone finale. poteva essere un 10 ma non ci riesco. lo splatter buono nella prima parte, molto meno nella seconda
Per me il più bello della trilogia, sebbene Pearl fosse più horror per i miei gusti. Questo però ha un sapore giallo molto più raffinato, con una grande fotografia. L' unica nota stonata è nel finale dove, per quanto la trama regga, ci sono alcune scene splatter che sconfinano lievemente nel ridicolo. Belle e ben realizzate certo, ma sembrano scollate da tutto il resto del film, facendogli perdere un po' di eleganza
Il voto è quasi tutto dato alla regia di Ti West, la recitazione di Mia Goth ed agli aspetti tecnici pregevoli...fotografia, scenografie, costumi e colonna sonora sono decisamente di ottimo livello! La sceneggiatura però è una accozzaglia di idee e di citazioni, la trama non mi ha mai catturato e come finale della trilogia mi sarei aspettato ben altro mentre è il capitolo meno bello dei tre. Violenza e splatter ci sono ed è pure interessante il contesto storico-sociale (periodo Night Stalker) con tanto di Satanic Panic. Una sorta di "C'era una volta ad Hollywood" del buon Ti West!
Inferiore ai primi due film. Questo Maxxxime mi ha un pò deluso. Poco horror, la trama è abbastanza interessante però come è stato realizzato non mi ha molto coinvolto. Bella la location e brava la protagonista.
Maxine goes to Hollywood, la figlia del predicatore parte seconda. Bava, Lenzi, Fulci e Argento questo passa per la testa seguendo le immagini che il film offre, Ti West con i suoi gusti orrendi: passamontagna, guanti e anfibi pesanti (sfido a cogliere la citazione) ma anche tanto gusto Hollywoodiano "ottantino" nel riproporre i classici slasher che fanno parlare ancora di sé l'Italia nel mondo. Se da una parte il tecnicismo a sfondo classico, applicato con dovizia in X, qua si rende molto più citazionista; forse anche Craveniano in un certa forma metacinematografica, la trama pur rimanendo per certi versi scontata (ma non per questo imprevedibile) regala ottime scene altrettanto orchestrate bene. Mia Goth sancisce l'apice della carriera del suo personaggio chiudendo il proprio cerchio narrativo e Ti West non delude la mia attesa. Particolarmente variegato (Debicki, Monaghan, Cannavale, Collins, Esposito) il cast di contorno, tutti messi a loro agio narrativamente e di conseguenza interpretati con carisma, ma su tutti mi sento di premiare Kevin Bacon con il suo investigatore privato in stile Chinatown di Polanski davvero la variabile X del girato. Ottima la colonna sonora tra brani d'artisti e le composizioni di Tyler Bates si concatena sia l'evocativa della decade scelta ma anche l'aspetto narrativo del film. Da citare anche il laviro alla fotografia di Eliot Rockett, le scenografie di Jason Kisvarday, i costumi di Mari-An Ceo e infine gli effetti speciali vecchia maniera di Jeremy Hays. Un b-movie con manie d'alto budget, una bionda alla Hitchock e forse io posso accettare un terzo capitolo degno della Trilogia a cui appartiene.
Sicuramente il meno riuscito della trilogia, probabilmente creato in fretta ed in furia per sfruttare la scia del meraviglioso "Pearl". Rimane comunque un prodotto più che vedibile con splatters sempre all'altezza della situazione, anche se stavolta il finale lascia molto a desiderare.
Il primo capitolo A sex horror story nonostante si ispirasse agli slasher originali come non aprite quella porta riusciva a divertire ed eccitare, soprattutto per le protagoniste, Mia Goth era sessualmente arrapante, Jenna Ortega poi praticamente faceva il suo esordio al cinema facendo la porn-girl. Il sequel era invece una sorta di narrazione del personaggio antagonista del primo Pearl, e mostrava in poche parole la deriva della sua vita che la portava a diventare una squilibrata ma letale serial killer. Maxxine si riallaccia al primo film con la protagonista che arriva a Los Angeles dopo essere stata l'unica sopravvisssuta al massacro nella fattoria. La ragazza ha comunque le idee chiare, vuole diventare una stella del cinema e smettere con il porno, insomma diventare un attrice di Hollywood. Sebbene Ti West ricostruisca in maniera peddisequa l'ambientazione losangelina del 1984 il film si trascina stancamente, complice anche una lunghezza che supera i 100 minuti mentre avrebbe potuto ridurre il tutto ad un ottantina. Aimè è un peccato ma soprattutto nella terza parte la scoperta dell'assassino che altri non è
che il padre religioso e invasato di Maxxine il quale la vuole purificare con un esorcismo riprendendolo in video è un personaggio un pò troppo eccessivo e sopra le righe, insomma una macchietta. Sarà anche voluto ma lo trovato poco efficace
Alcune situazioni poi sono troppo improbabili per essere un briciolo credibili vedi
i due investigatori che inseguono ed affrontano il padre di Maxxine finendo uno ucciso e l'altra, una anonima Michelle Monaghan con un coltello in un occhio, oltretutto il padre è ferito
Il film si salva con i cameo di un pugno di star che allietano almeno la trama: da Kevin Bacon a Bobby Cannavale, da Elisabeth Debiki alla Monaghan invero un pò sacrificata. Fino al ruolo a tutto tondo di Giancarlo Esposito e Lily Collins. Spero che Ti West migliori nell'aspetto narrativo perchè la qualità registica la possiede, deve scegliere meglio le storie secondo me.
Trovo i 20 minuti finali una gran boiata che fanno di MAXXXINE il peggiore della trilogia. Cast e regia fanno il loro, ma la storia annoia abbastanza, soprattutto nella seconda metà, perdendosi in scene da poco conto, scarsa atmosfera ansiogena e lungaggini inutili e senza grande incisività. Spero si concluda qui.
A mio avviso non è un bel film. Le riprese sono ben fatte, così come l'ambientazione rétro; tuttavia il problema mastodontico è proprio la trama senza senso, stupida, strampalata, sviluppo delle azioni senza il minimo fondo di significato, personaggi che a parte la protagonista sono mal costruiti ricordanti quasi incolori macchiette di cartone. Paradossalmente sembra quasi un film derivato da una sceneggiatura amatoriale. A parte qualche scena forte come horror regala ben pochi brividi, rimane piuttosto piatto. Le uniche cose che mi sono piaciute è la colonna sonora caxxuta e alcune piccole sequenze che "potrebbero ricordare" alla lontana alcuni film di Dario Argento. Purtroppo mi sento di consigliarlo solo ai fan sfegatati della saga Maxxxine così come a chi vuole completare la trilogia.
tra le tante assurdità: - Le modelle/attrici che vanno a queste feste strane in piena notte pur sapendo delle donne uccise dal serial killer. - Lo stesso serial killer che va in giro vestito tutto di pelle con tanto di guanti proprio come è ritratto nei vari identikit trasmessi dalle TV. - Il detective corrotto che cerca di uccidere la protagoniste correndo tra le vie principali degli studios TV durante le riprese senza nessuno che si accorge assolutamente di nulla.
Eccoci arrivati al terzo capitolo della trilogia di Ti West. Dopo i primi due costati incredibilmente 1 milione di dollari ciascuno, "Maxxxine" vede incrementarsi il budget, perchè l'ambientazione anni '80 richiede una certa cura e non mancano scene che ovviamente hanno un costo superiore rispetto ai primi due capitoli. Credo sia costato minimo 5 milioni, ho letto 2, ma francamente mi sembra impossibile, anche perchè il cast è di un certo rilievo.
La pellicola sinceramente mi ha un po' deluso. E' sicuramente godibile, ma va in troppe direzioni, alcune già viste. Che sia derivativa verso un certo cinema non lo considero nemmeno un difetto, però mi sembra che alcuni temi del film non siano approfonditi e altri introdotti troppo tardivamente. Rimane un capitolo comunque godibile, soprattutto per l'ambientazione e l'atmosfera, ma non riuscito a mio avviso come "X" e "Pearl" (quest'ultimo lo ritengo il film migliore della saga). Mia Goth sempre brava.
Come i due precedenti film, vedere MaXXXine è come viaggiare nel tempo. Non è una questione di ammiccamenti verso un'epoca precisa, ma un vero proprio tuffo negli anni 80, sia a livello di contesto e ricostruzione sia a livello cinematografico. Mentre il Night Stalker, famigerato serial killer di quegli anni, semina il terrore a Los Angeles, Maxine si trova ad un bivio della sua carriera perché lavora nel porno ma a 33 anni il settore vuole "carne" fresca e trova l'occasione della vita essendo stata scelta come protagonista di un horror diretto da una giovane regista molto ambiziosa che crede in lei malgrado il suo passato. Proprio tale passato (quello di X) torna però a bussare e le persone intorno a lei vengono uccise. E non è il Night Stalker. Il personaggio di Maxine è lo stesso di X, ma con un'indole differente, più vicina a Pearl, solo che a Maxine manca la spietatezza e la determinazione perversa di Pearl. In un mondo come quello di Hollywood dove la competizione è spietata e se perdi l'occasione non ci saranno seconde chance, la necessità di diventare un mostro per diventare una star è una tappa fondamentale se Maxine vuole essere effettivamente una star. Per cui la citazione di Bette Davis all'inizio del film è perfetta in questo senso. West non nasconde la sua passione per l'horror ed il thriller per l'epoca ed i riferimenti cinematografici e citazionisti non mancano. Non sono mai palesi ed evidenti, quindi se sfuggono, la visione non ne risente, ma senza dubbio Friedkin, De Palma, Argento e Schrader, sono riferimenti precisi di West che ama rielaborare il passato per dargli nuova forma.
Degna conclusione della trilogia anche se il mio preferito rimane decisamente Pearl che avevo definito quasi uno Psyco in chiave moderna ed in questo Maxxxine Hitchcock viene omaggiato e citato (una scena è addirittura girata davanti all'albergo di Norman Bates!) oltre al trucco e parrucco finale, chiaro riferimento sempre al maestro della suspense!
Inevitabilmente molto più Hollywoodiano dei predecessori, vista anche l'ambientazione ed il periodo storico magicamente ricostruito, più pompato nel budget e nel cast, anche se tutti sono satelliti che orbitano attorno alla stella, la sempre ottima Mia Goth, che dire... un film dal sapore diverso dai precedenti comunque con un suo perchè... Buona visione!
Il più debole della trilogia. Gli altri due film beneficiano di un'ambientazione che è molto ben ricostruita e costituisce uno dei principali motivi di interesse e curiosità dei film, qui invece diventa abbastanza anonima e quindi il motivo di interesse del film dovrebbe risiedere nel soggetto e nella sceneggiatura. Che invece sono abbastanza mainstream, e per nulla redenti dal telefonato colpo di scena finale. Per carità il film si lascia guardare e per chi è appassionato del franchise come me, ha il suo fascino (soprattutto per il personaggio di Maxine a cui Mia Goth rende sempre giustizia), però riconosco una certa povertà di idee e di esecuzione. Peccato si poteva pensare a qualcosa di più originale e convincente. Qualche buco di trama si riscontra qua e là, e contribuisce a un senso di generale incompiutezza della sceneggiatura. Non mi pare poi che il finale lasci spazio a eventuali seguiti o spin-oiff. e la cosa mi lascia l'amaro in bocca.
Il gore non manca, anche se abbastanza gratuito - tipo la scena del ball basting. Ho apprezzato invece quella in cui l'inutile e francamente fastidioso personaggio di Kevin Bacon viene letteralmente... schiacciato.