Mr Sardine, il protagonista del lungometraggio, è il classico ometto qualunque, ma forse anche qualcosina di meno. Conduce una vita banale che non gli da alcuna soddisfazione, non ha personalità e non ha aspirazioni. Lui stesso si considera un buono a nulla. Non ha amici, non ha rapporti interpersonali al di fuori del lavoro eccezion fatta per la sua ragazza, e comunque sia per tutto il film si ha la netta impressione che non stiano insieme per amore ma soltanto per abitudine. Non è in grado di imporsi, non ha personalità e lo chiamano tutti per soprannome, un soprannome molto esplicativo tra l’altro (Sardine per l’appunto, uno tra tanti, senza particolari tratti caratteriali o anche fisici che lo rendano distinguibile dagli altri, compresso e stipato una vita che assomiglia tanto a una scatolina di alluminio). Un borghese piccolo piccolo si potrebbe dire, ma purtroppo per lui non è neanche borghese. Sempre senza soldi, costantemente minacciato di sfratto dalla padrona di casa, lavora in un piccolo supermarket che è tutta sua vita. Il piccolo appartamento dove vive ha tutte le pareti quasi completamente grigie e spoglie, l’unico elemento che rompe questa spersonalizzazione che lo circonda sono alcuni scaffali metallici che Sardine tiene al centro della sala, e che riempie coi prodotti che acquista al supermarket dove lavora quando sono in offerta. Sardine è anche uno sfigato, si lascia mettere i piedi in testa da chiunque, viene costantemente fermato dalla polizia e non riesce proprio a barcamenarsi in un mondo che non è fatto a sua misura
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MR. SARDINE
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