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Sinceramente, il film che finora ho apprezzato di più del regista. Ricostruzione fredda e spietata del massacro di Montreal dell' 89 dove alcune studentesse persero la vita in una scuola dove un ragazzino pazzo e misogeno compie l'ennesima strage. Ottima regia con splendidi "long take" ma ho preferito di gran lunga l'"Elephant" di Van Sant che ho trovato stilisticamente superiore; il set up qui è troppo breve per alimentare e reggere la tensione delle scene violente; ogni singola inquadratura del film di Van Sant trasmetteva solitudine, lontananza dalla società, emarginazione. Ricordo studiammo quel film a scuola con un bravissimo professore che si soffermò su moltissime inquadrature: impressionanti quelle nei lunghi corridoi in lontananza da dietro che enfatizzavano la posizione disperata e solitaria dei killer. Tornando a noi, questo è un buon film anche se mi sapeva un pò' di già visto (impossibile non pensare a "Elephant", ma anche al "Rampage" di Boll in alcuni frangenti); il mio interesse per questo regista cresce andando a ritroso nella sua filmografia. Ora mi mancano "Sicario" ed "Enemy".
Il contesto può certamente ricordare Elephant di Van Sant ma Villeneuve opera delle scelte differenti. Non c'è il pedinamento ossessivo verso i tre personaggi, non c'è un approfondito scavo psicologico proprio per accentuare l'estrema ineluttibilià di un atto pieno d'odio in una normale giornata universitaria. Il massacro del politecnico di Montreal è un viaggio dentro il maelstrom della precedente pellicola del regista canadese. Assassino e vittime vengono risucchiati, ma vittime stesse sono i sopravissuti costretti a loro volta a convivere con la paura e i sensi di colpa proprio per essere scampati al massacro. Risucchiati a loro volta (Jean Francois) oppure riuscendo a riemergere a nuova vita (Valerie). Molto bella la regia di villeneuve, attento a non cadere in eccessi spettacolari e mantenendo quel giusto tono distaccato che accentua un senso di frustrazione verso una tragedia cui possiamo assistere impotenti.
Eccezionale film canadese sul cosiddetto Montreal massacre del 1989, una tra le quattro grandi tragedie scolastiche della storia (un'altra è la Columbine, un'altra è quella recente fatat da un ragazzo asiatico, l'ultima non la ricordo).
Più diretto ed immediato di Elephant, ma ad esso comunque molto simile (vuoi per il tema, vuoi per la narrazione che a volte varia a seconda del personaggio preso in considerazione) è fotografato e diretto divinamente e, nei suoi 77 minuti, vola via talmente veloce che sembra ne sian passati solo 20 (anche grazie ad un montaggio perfetto).
Bravissimi tutti gli attori (il maniaco tra l'altro sembra il Topher Grace di That 70's show), bello il finale **spoiler**
Bello la sequenza che cita pressocchè totalmente la lettera testamentaria del suicida assassino (disponibile su wikipedia per esempio).
Poetico, schietto, non edulcolorato, può creare molte discussioni anche perchè il motivo principale che sta alla base della strage è ricollegabile alla misoginia.
Almeno riferendomi al mio passato, non posso non ammette che le donne, soprattutto in ambiente soclastico (ambiente chiuso, opprimente, dove tutti stanno assieme ma dove tutti al contempo sono soli, ritratto ababstanza ben riuscito nel film) sanno essere davvero crudeli, ingiuste, indifferenti.
Da qui ad ammazzarne 14 giovani esemplari ce ne passa, ma la riflessione di fondo, spero, rimane.