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Energico e colorato. Lo stile grafico dei personaggi principali sballa tremendamente la loro età e cozza gradevolmente con l'atmosfera. Per certi versi è rinfrescante la mancanza di romanticismo, l'unica cosa a infastidire è il linguaggio corporale estremamente da impiegatuccio giapponese di Gene Fini, una moderna versione dissociata di Dawson Leery, che di per sè ha già un carattere zerbino che pur non togliendogli simpatia lo rende a tratti irritante.
La parte dell'amico bancario fa tanto.... "disney" dei vecchi tempi, ma vabbè anche le scene teoricamente girate per quanto ben rese non sono il massimo dell'orginalità. L'insieme è buono e trasmette apprezzamento per il settore.
Riguardo il titolo, per quanto Pomponette sia rilevante, il film si senta corale, e semmai si dovesse indicare il protagonista, esso è Gene, anche se più nel suo ruolo di montatore che di regista.
Fa sorridere che pur essendo Gene uno che apprezzerebbe moltissimo gli sbrodolamenti odierni da tre ore, alla fine abbia in qualche modo concordato che tutti possono godersi qualcosa di decente in poco più di un ora e mezza.
Una dichiarazione d'amore per il cinema, con tanto di citazione al film di Tornatore del 1988, e delle emozioni che riesce a instillare nel pubblico e, soprattutto, in chi coltiva questa passione facendola diventare una professione. Non è un capolavoro di sentimento, non è una visione eccitante ma il film di Hirao si lascia guardare con interesse, senza fastidi di sorta e con un'animazione abbastanza convenzionale ma apprezzabile.