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Uno dei film di Sato che più esplicita la poetica voyeuristica dell'autore e l'idea del cinema come mezzo attraverso il quale sfogare le fantasie represse insite nell'essere umano.
Un thriller psicologico (e malato, ovviamente) che si pone tra "Peeping Tom" e un ideale pinku eiga diretto da Terayama.
Adorabile la fotografia che abbonda di colori quasi fluo. Urla anni '80 da tutte le inquadrature.