riunione di famiglia (2007)

Fino ad oggi Vinterberg non mi aveva ancora deluso ma questo film è un guazzabuglio di luoghi comuni e situazioni già viste sulla disfunzionalità della famiglia e sulle turbe amorose giovanili. Neanche il grottesco riesce a fare capolino in modo stabile e la comicità di alcune situazioni non riesce a compiersi: un buco nell'acqua completo, se consideriamo che anche gli attori sono di basso livello.

Si, incerto (nel genere, nel raccontare, nella morale) è l'aggettivo più calzante riguardo al film; Vinterberg ha poi senza dubbio fatto di infinitamente meglio.

Vale più per la curiosità che suscita piuttosto che relativamente a suoi presunti meriti.


Buona la fotografia, nella media gli attori.

Film carino, semplice,raccontato con garbo e delicatezza. Una storia di famiglia,con annessi amori,tradimenti,passioni.Il tutto in una cornice fantasmagorica, con location da favola.
Da vedere

E Vinterberg torna dopo 2 lustri a trattare la tematica che gli ha garantito il successo, il conflitto famigliare, e la ricomposizione del nucleo, velatamente percepibile anche nel pessimo 'Le Forze del Destino'. Stavolta con un taglio da commedia degli equivoci, quindi per forza di cose tutta quella carica caustica di 'Festen' è affievolita. Ciò che ho gradito di più è il flusso di coscienza, quel costruirsi con l'immaginazione la figura del padre suicidatosi, e una volta scoperto che non era così, scatta il processo di re-immaginazione del padre che si rialza dai binari, in regime di dogma non sarebbe stato possibile girarla, però coi limiti autoimposti dal dogma in 'Festen' riusciva a canalizzare la propria regia su un testo un filino più concettuale ed immediato, qua ironizza, annaspa, si fa beffa, gira un tantino a vuoto cimentandosi in questa commedia che aspirerebbe ad essere sofisticata.

Mal che vada con questo film ci si fa un spensierata escursione nella società danese; nulla di eclatante, Vinterberg ha fatto di meglio e di sicuro non con le commedie

Un Vinterberg lontano dalle provocazioni eccessive e dallo stile del Dogma più estremo. Una commedia tutto sommato convenzionale che non regala nulla di quanto già visto, con scivoloni e atti gratuiti di nudità e sgradevolezza.

Vederlo o non vederlo non cambia il senso della propria giornata.

da certi punti di vista rispecchia la cultura nordica , la concezione di famiglia diversa dalla nostra e molt o+ all'avanguardia rispetto agli insegnamenti dottrinali che ci vengono impartiti fin da piccoli . Qui parliamo di coppie aperte e di rapporti aperti , vedi spoiler , parliamo di un film che unisce la follia alla realtà , ecco uno squarcio di vita condivisibile o meno ma mostrato con il genio di un regista che fa , a mio parere , della propria visione di vita una filosofia con la quale , io , mi trovo daccordo .

SPOILER

Non fa ridere, non fa sorridere, non fa pensare, non fa piangere... Non fa niente! Attori di serie B (il protagonista cos'è, lo Scamarcio Svedese?) per una storia che fa solo dormire...

Pur essendone il lato comico perde parecchio smalto rispetto al fratello maggiore, alcuni passaggi brillanti e poco altro, speravo di più.

Un film davvero curioso: tanto fuori dalla norma da essere (o sembrare) costruito proprio a tavolino: dalla prima all'ultima sequenza è come se il regista si compiacesse della sua presunta eccentricità.
In bilico tra grottesco, commedia, melò classico e persino musical, "Riunione di famiglia" vorrebbe erudirci su come trattare temi da mal de vivre con sobrietà (beh insomma) e leggerezza, anche se finisce per incanalarsi nell'autoparodia.
Però non è davvero male, dopotutto: la regia che sembra percorrere i lidi nordici di Von Trier o le licenze naivete del Polansky piu' sconosciuto (omaggio indiretto al suo "Che?" e Schmidt assomiglia per davvero a P.), alcune battute sono azzeccate (propongo "Ti amo anch'io ma non devi andare a letto con i miei genitori, nemmeno con mia madre"), e la lunga sequenza della cena di gala, in un mantra di confessioni private e reciproche, è a dir poco esilarante.
E come trattenere le risate davanti allo scalcinato e nevrotico chef dell'albergo?
In realtà è un cinema che invade in tutta la sua "medietà" perchè c'è la capacità di guarnire di ingredienti sopraffini una comune pietanza di ... clichè.
E allora diciamo che il regista è un'abile cuoco, soprattutto, magari si fuma dell'erba o per gradire il menu di "riunione di famiglia" è lecito chiedere agli spettatori di farne (buon) uso, altrettanto...

Dal regista di quel capolavoro che è Festen mi aspettavo qualcosa di più ironico e graffiante invece, tranne in un paio di situazioni, il film non trasmette pathos ed è pure noiosetto.

Un film ironico e divertente (

SPOILER) con una buona sceneggiatura, un cast adeguato ed anche attrici molto carine che non guastano mai. Non è certo un film indimenticabile, ma vale la pena vederlo.

Il trailer dà un'immagine sbagliata del film. C'è ironia e patos. Ben diretto e recitato. Un film d'autore non noioso, quasi leggero.

Apologia della rabbia inespressa di un figlio spiazzato da una famiglia spiazzante.
Bel film di Vinterberg, delicato, ironico, con alcuni colpi di classe che metto sotto spoiler. Ottimi gli interpreti, azzeccata la fotografia. Consigliato anche perchè, esclusi i primi 10-15 minuti, molto scorrevole e secondo me digeribile da tutti, pur avendo i connotati del film d'autore.

SPOILER

La famiglia rappresenta da sempre una sorta di vera e propia ossessione per Vinterberg, regista danese capace di dirigere un capolavoro assoluto come Festen senza in seguito mai raggiungere tali risultati. "When a Men Comes Home" nel suo piccolo è un film che ne riprende molto da vicino temi e situazioni, privilegiando toni comici a quel cinismo di base presente propio nella pellicola d'esordio, decretando un gradito ritorno alle origini senza comunque gridare al miracolo.
Questa volta il film prende in analisi il rapporto padre-figlio miscelato a un mucchio di splendide sottotrame sapientemente amalgamate...e in tutto questo la vera sorpresa è propio il cast, rigorosamente europeo e di assoluto valore. Manca forse la cattiveria di un tempo, ma rimane un prodotto gradevole e ben diretto, roba che in Italia vediamo massimo una o due volte l'anno, persi tra i vari pieraccioni, salemme, boldi, de sica, vanzina ect,ect. Questo lo distribuiscono sicuro, dategli un'occhiata che ne vale davvero la pena.

Abbandonato il DOGMA 95 e tutti i suoi vincoli, Vinterberg si cimenta con la commedia e ne esce fuori una lavoro estremamente brillante e divertente.

Festen sembra ormai lontano anni luce: è svanita la sua crudezza e il suo cinismo, rimane quell'irriverenza ma senza mai troppo andare sopra le righe.
La "scoperta" dei filtri rimanda ogni parte della pellicola ad un colore dove le tinte caldo del giallo la fanno da padrone nelle scene d'esterno mentre il blu domina in quelle interne.
Grande prova del cast (personalmente) sconosciuto che dimostra ancora una volta le grandi qualità del cinema danese e non mancano i personaggi veramente azzeccati, come il cuoco e il direttore dell'hotel.

Sicuramente un prodotto di qualità che potrà (se distribuito) riscuotere un discreto successo anche da noi.

Certo, Festen è un'altra cosa...