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Una ragazza cinese cresciuta in un ambiente tipicamente rurale e dove sviluppa un'indole abbastanza ribelle verso un posto che riflette un contesto crudo e sporco. Le riviste sono un amplificatore dei propri sogni e da quella piccola realtà squallida in cui era confinata per andare nelle grandi città, ugualmente squallide per altri motivi. Riesce a sbarcare nella realtà dell'Europa, cosidetta civilizzata, ma le cose nella sostanza non camnbiano molto, anzi le differenze sono più sottili e meno evidenti tra Oriente ed Occidente. I sogni vengono ricalibrati in un adattarsi ad ogni realtà che si presenta. Un tirare a campare per dirla in parole povere. Il film si divide in due parti proprio per rimarcare questa differenze non evidenti. Migliore la parte cinese rispetto a quella londinese. Il tono è mantenuto sotto le righe per essere più vicino alla realtà degli eventi.
Vincitrice del pardo d'oro 2009, il film è un malinconico ed etereo viaggio alla ricerca di un senso ( o semplicemente di un "qualcosa") da parte della giovane Mei, la cui vita verrà segnata dall'incontro con diversi uomini, dal rapporto coi quali subirà solo delusioni sempre più intense che la segneranno nel profondo. Bello, sul filone neorealista-documentarista dell'ultima generazione di giovani cineasti cinesi.